Spal, quel dettaglio chiamato gol Ma Brevi resta saldo
Calcio Lega Pro. Ieri pomeriggio al Mazza durante la gara dei Pulcini Francesco e Simone Colombarini rinnovano la fiducia all’allenatore
FERRARA. «Tutto tranquillo, tutto a posto: si va avanti con mister Oscar Brevi». Intercettato ieri pomeriggio in tribuna allo stadio Paolo Mazza in occasione delle gare dei Pulcini della Spal contro la Juventus, patron Francesco Colombarini con al suo fianco il figlio Simone fa chiarezza sulla situazione in casa Spal. «Non ci sono novità - prosegue -: la partita contro il Pisa non è stata come quella di Forlì, ci è mancato solo il gol. Spiace avere perso e per l'inciampo sul rigore, ma si prosegue nel cammino del nostro campionato».
Il post Pisa
Il principale problema della Spal in questa fase della stagione è uno solo e ha un nome ben preciso: gol. E nel calcio non è propriamente un dettaglio. Tredici reti realizzate in quindici giornate (media 0,86 a gara) non sono un bottino eccelso, ma quel che più preoccupa è la tendenza nelle ultime cinque: la Spal ha realizzato un solo gol con Germinale nella vittoria di Piacenza. E il digiuno al Mazza sta prendendo contorni preoccupanti visto che lo speaker non può gridare il nome di un giocatore biancazzurro dal 28 settembre. Da allora, in casa, la Spal è a secco da 405 minuti.
La dura legge del gol
Dopo una partita come quella di venerdì sera viene da citare Max Pezzali e la sua canzone La dura legge del gol: “loro stanno chiusi ma, alla prima opportunità, salgon subito e la buttan dentro a noi”. Contro il Pisa, la Spal non meritava sicuramente la sconfitta e per certi versi anche il pareggio le andava stretto. Assieme a quella con l'Ascoli, la Spal ha giocato la sua migliore prova interna considerando le partite anche in relazione al valore dell'avversario. La Spal ha creato occasioni però se Fioretti si divora una chance colossale nel primo tempo calciando nel parcheggio della vecchia Curva Est da posizione favorevolissima e Germinale dal dischetto - anziché realizzare l'1-1 - tira in curva si paga dazio. Se a questo poi si aggiunge la solita disattenzione difensiva (dopo quella di Forlì su calcio piazzato costata il gol decisivo) con, questa volta Legittimo che non ha rinviato con la giusta determinazione quel pallone arrivato poi sui piedi di Rozzio, ecco che la frittata è fatta.
Il futuro
Dopo la partita contro il Forlì patron Francesco Colombarini, sempre lucidissimo nelle sintetiche ma ficcanti analisi, si è lasciato andare ad una considerazione netta: «La Spal è una squadra da metà classifica e non da primi posti». Che abbia davvero ragione? Non lo si può sostenere con certezza ora, ma il sospetto che possa essere nel vero c'è. In questo mese di novembre, definito all'inizio decisivo dal presidente Walter Mattioli, la Spal in 5 gare ha raccolto 1 vittoria, 1 pareggio e 3 sconfitte. Decisamente troppo poco. La Spal sta perdendo contatto non solo con il primo posto ma anche con i piazzamenti playoff e il mese del possibile salto di qualità si è trasformato invece in quello che rende molto concreto il discorso di un campionato “da parte sinistra della classifica” con relativo possibile addio ai sogni di gloria. Questo andamento novembrino, sempre come legittimamente temuto da patron Francesco, ha anche allontanato il pubblico dal Mazza: dagli oltre 4.400 della gara contro l'Ancona ai 3.200 di venerdì. D'accordo, c'era la diretta tv: ma se la Spal avesse avuto un trend diverso nell'ultimo mese, nonostante il venerdì feriale e la serata meteo non ideale, sarebbero stati molti di più. Sta a Brevi trovare le soluzioni affinché dicembre sia migliore del novembre nero.
Andrea Tebaldi
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