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Anche gli arbitri frenano le speranze della Centese

CENTO. L'immagine sconsolata di mister Giancarlo D'Astoli che prende la via degli spogliatoi, dopo l'espulsione di domenica, è l'immagine incredula di una Centese che si è vista sfuggire dalle mani...

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CENTO. L'immagine sconsolata di mister Giancarlo D'Astoli che prende la via degli spogliatoi, dopo l'espulsione di domenica, è l'immagine incredula di una Centese che si è vista sfuggire dalle mani tre punti in un finale davvero incredibile. D'Astoli ha rivolto forse l'unica critica al direttore di gara nel corso dell'intero incontro, e se ne è andato a braccia allargate, stringendo la mano a tutta la panchina della Portuense. A dimostrazione del fair-play, pur nelle difficoltà.

Fair-play che è mancato, con qualche animosità di troppo, nello scontro verbale scaturito in tribuna dopo l'inverosimile rigore del momentaneo pari della Portuense. Lonardo stava rinviando, Gennari è entrato di testa: secondo D'Astoli, poteva starci al massimo una punizione a due, ed invece è nato il penalty sul quale la Centese ha perso la testa. Tanto da farsi infilare, al 95' in contropiede, dal guizzo di Protti. «Cosa vogliamo commentare - scherza mister D'Astoli, amaramente, a fine gara -. E' successo qui, come a Cattolica una settimana prima. Ci dicano se la Centese deve smettere di lottare, visto quello che è successo: due falli di mano in area ospite non sanzionati, ed il rigore contro». Koné e Loi a parte, la Centese quasi al completo ha giocato alla pari (se non qualcosa di più) contro la quinta in classifica: conta qualcosa per il morale? «Lo abbiamo fatto anche a Cattolica - dice D'Astoli -: i ragazzi ce la stanno mettendo tutta, pur tra vari problemi. La vogliamo vivere fino in fondo, però credo che alla fine una squadra non debba soccombere solo perché è ultima. Sono esperto in queste cose. Vogliamo giocarcela fino alla fine, se ce la lasceranno giocare sino in fondo». (mi.pe.)