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Capitan Mora: «Io e la Spal, un’emozione incredibile E adesso ci tocca pure Icardi»

Capitan Mora: «Io e la Spal, un’emozione incredibile E adesso ci tocca pure Icardi»

Il debutto in serie A è stato assorbito bene e col sorriso dai biancazzurri Quattro punti in due gare erano inattesi, però il cammino è lunghissimo

01 settembre 2017
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FERRARA. Luca Mora è uno dei giocatori più rappresentativi della Spal e ora anche il capitano della squadra biancazzurra. Con lui, protagonista delle due stagioni che hanno portato la società dalla Lega Pro alla serie A, il punto su questo roseo inizio di stagione.

Mora, un inizio di campionato oltre ogni aspettativa...

«Quattro punti in due gare non se li attendeva nessuno. Siamo andati all’Olimpico cercando di proporre la nostra idea di gioco, così come al Mazza contro l’Udinese. La fase iniziale è sempre difficile per tutti, le squadre sono ancora incomplete, c’è una fase di rodaggio e possono esserci risultati a sorpresa come quello che abbiamo fatto noi a Roma».

La fascia di capitano è una responsabilità in più?

«L’avevo già fatto l’anno scorso quando non c’era Giani, ovvio che partire dall’inizio è un’altra cosa. Sono molto contento e onorato che mi sia stato proposto questo ruolo, penso di essere un capitano un po’ atipico, ma sono sempre dalla parte del gruppo».

Sembra un paradosso ma la Spal si è adattata meglio alla serie A di quanto non avesse fatto l’anno scorso con la B: che spiegazione si è dato?

«Sono arrivati tanti nuovi giocatori anche quest’anno esattamente come l’anno scorso. È un dato di fatto che abbiamo fatto meglio adesso visto che dodici mesi fa l’approccio con la nuova categoria era stato meno felice. Siamo partiti bene ma va detto che dobbiamo essere consapevoli che non abbiamo fatto ancora niente».

Quali sono le sue impressioni sul nuovo gruppo?

«Uno pensa che sono arrivati dei ragazzi che hanno fatto tanta serie A e abbiano richieste strane, non è così: sono tutti ragazzi normali, tranquillissimi. C’è chi ha 35-36 anni, ha giocato 200-300 partite in serie A e si comporta benissimo con tutti. Il gruppo è sano, quelli della vecchia guardia hanno cercato di favorire l’integrazione dei nuovi che è avvenuta alla grande».

Qual è il complimento che le fa più piacere?

«Ci sono persone che di calcio se ne intendono e fa piacere quando da loro arrivano valutazioni positive. Onestamente penso anche che io e Manuel Lazzari, che siamo quelli qui da più tempo, abbiamo conquistato un credito nei confronti della gente: se anche facciamo una partita sottotono veniamo criticati meno di altri».

Da Alessandria in Lega Pro allo scambiarsi il gagliardetto con Buffon: come la vive?

«È una emozione incredibile e finora è stato tutto molto veloce: l’Olimpico, la vittoria contro l’Udinese... Ora in questa settimana di sosta hai un po’ più di tempo per pensare ma nemmeno troppo perché arrivano Icardi e compagnia. A me piace per stile di vita l’anonimato ma è evidente che salendo di livello cambia tutto, la gente ti ferma per strada e ti riconosce. Ne vale la pena e sono felice: da quando sono qui tutto quello che ho ottenuto me lo sono guadagnato».

Qual è il suo giudizio sul Var?

«Positivo. Io sono favorevole. Anche se serve tempo, meglio aspettare ma non avere in una gara un rigore negato che c’era e darne uno che non esiste. È un sistema nato per evitare errori arbitrali come ci ha spiegato Rosetti. Poi ci possono essere aspetti che devono essere migliorati ma come avviene già in altri sport, se c’è un dubbio ci si ferma e si guarda».

Impressione sul nuovo Mazza?

«Bellissimo, all’inglese, sono stati molto bravi a ristrutturarlo in pochissimo tempo. Si sente il boato dei tifosi dentro, come a Marassi che è un altro impianto molto chiuso; mentre l’Olimpico è più ampio e ha più dispersione».

Andrea Tebaldi