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«Charles e la Juventus travolsero me e la Spal»

di Paolo Negri
«Charles e la Juventus travolsero me e la Spal»

L’ex centromediano: Mazza disse che ero l’unico a poter marcare il gallese «Era il mio debutto, il centravanti vinse il duello segnando tre gol e finì 3-6»

24 ottobre 2017
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FERRARA. Quella partita tra Spal e Juventus finì negli almanacchi. E vi resta. Perchè il 3-6 finale rappresentò il record di segnature in una gara per la stagione 1959/60. Campionato vinto dai bianconeri, che contavano su fuoriclasse quali Boniperti, Charles e Sivori. Il torneo rimane negli annali anche perchè rappresenta ancor oggi il punto più alto toccato dalla Spal in serie A: 5º posto finale.

Nell’imminenza della sfida di domani sera a Torino, non si può non ricordare quel match, anche se venne giocato a Ferrara. Mattatore John Charles, centravanti gallese autore di una tripletta. A farne le spese furono i biancazzurri, certo, ma soprattutto Valeriano Balloni, quel giorno deputato alla marcatura del numero 9 juventino.

Classe 1934, appena 6 presenze nella Spal (tutte in quella stagione), Balloni è rarissimo, se non unico, esempio di calciatore poi diventato accademico. Laurea con specializzazione in economia industriale, ordinario di economia politica all'Università Politecnica delle Marche, vicepresidente dell'Istao dal 2004 al 2011. Ma la passione per il calcio, e per la Spal, sono sempre rimaste intatte, come ci racconta lui stesso, rievocando naturalmente quella partita contro la Juventus. Va subito... all’attacco, dimenticando il passato da difensore:

«Mi dica, che atmosfera c’è a Ferrara intorno alla Spal? Sono contento, ho accompagnato tutto il percorso dalla Lega Pro per questo fantastico ritorno in serie A. La squadra mi sembra attrezzata per potersi salvare, contro il Napoli l’ho vista giocare bene. In particolare guardo con interesse a Schiattarella, che come me ha giocato nel Livorno e nell’Ancona, oltre ovviamente che nella Spal».

La Juventus cosa le dice?

«Eh, la affrontai nel giorno del mio esordio in serie A, ed era una squadra di livello stratosferico».

Non proprio semplice, come debutto.

«Fu una partita molto divertente. Meno per noi che la giocammo e la perdemmo 3-6. Ma se non fosse così, il calcio sarebbe banale».

Lei come arrivò alla Spal?

«Giocavo nell’Arezzo, dopo gli inizi alla Carrarese. Disputai un bel campionato, figurando tra i migliori mediani sinistri nelle classifiche del Calcio Illustrato (rivista cult dell’epoca; ndr). La Spal mi seguì e decise di acquistarmi, non prima però di avermi fatto sostenere un provino a Ferrara, cui seguì l’accordo. Il 17 giugno 1959 giocammo una partita a Ginevra contro il Servette, vincendo 3-1. Formazione mista, con elementi reduci dalla stagione 58/59 ed altri da inserire in vista del campionato successivo. Infatti quel giorno giocò anche Oscar Massei, appena acquistato».

Come fu l’impatto con Paolo Mazza?

«Molto divertente. Era un autentico personaggio, persona molto acuta, eccellente imprenditore. In base all’umore portava il cappello calato sugli occhi, o più indietro. Quando mi ricevette per farmi firmare il contratto mi apostrofò così: “sei tu che dovresti pagare noi che ti abbiamo acquistato; qui vieni all’accademia del calcio”. Per me quella alla Spal fu un’esperienza meravigliosa, arricchita dall’amicizia con Picchi, Massei, con Morbello che era e rimane un fratello».

Ed eccoci al giorno di Spal-Juventus.

«Io ero un centrocampista, forte di una grande prestanza fisica ed ottimo saltatore di testa. Mazza mi chiamò, e mi disse che in virtù delle mie caratteristiche ero l’unico che poteva marcare Charles. Così venni utilizzato da centromediano, sul gallese. Finì che vinse lui il duello, segnando tre reti, una dopo essere sbucato alle mie spalle ed avermi sovrastato».

Si può dire che la sua avventura alla Spal terminò quel giorno?

«No, perchè giocai altre partite, tra cui una ottima contro la Fiorentina, fui tra i migliori in assoluto. Il problema è che ebbi delle incomprensioni con Serafino Montanari, che non mi aveva in simpatia. Era l’allenatore di fatto, e presentò a Mazza relazioni negative sul mio conto, anche quando giocai bene contro i francesi del Le Havre, nella Coppa dell’Amicizia. Ricordo che vincemmo il match di ritorno, e Mazza ci aveva promesso che in caso di successo oltre al premio partita ci avrebbe concesso tre giorni di vacanza a Parigi, cosa che mantenne».

Via dalla Spal sostituì il calcio con gli studi?

«A Ferrara avevo frequentato ragioneria, Mazza mi consentì di iscrivermi. Ceduto al Livorno, mi diplomai, poi mi fu prospettato di andare al Siena o all’Ancona. Scelsi Ancona perchè da un anno era stata inaugurata la facoltà di Economia. Giocavo e studiavo, mi laureai e da lì partì il mio percorso professionale».

Domani sera seguirà in tv Juventus-Spal?

«Ovviamente. Il ricordo di quella vecchia sfida resta sempre troppo vivo. Poi, al ritorno, verrò a Ferrara per gustarmi la partita allo stadio, ritrovandomi con due miei ex allievi ed anche con i vecchi compagni di squadra Bozzao, Massei e Morbello».

Domani sera come finirà?

«Meglio non parlare di pronostico, sono scaramantico...».