Ferrara C’eravamo tanto amati... S&igrave;, almeno inizialmente. La stima, reciproca, tra Pep Clotet e il mondo Spal &egrave; certamente rimasta e domenica la sfida del “Rigamonti” sar&agrave; certamente vissuta senza particolari animosit&agrave;. Ma quel pizzico di amaro in bocca per la rottura anticipata di quello che sarebbe dovuto (e potuto) essere un matrimonio maggiormente duraturo, non pu&ograve; che esser ancora percepito dai protagonisti della vicenda. Che (breve) storia strana, &egrave; stata tra il giovane allenatore spagnolo e il club biancazzurro. Una vicenda nata nell’estate nel 2021 (ufficialit&agrave; arrivata il 2 luglio) e conclusa gi&agrave; il 5 gennaio 2022 con tutti i contorni dell’ufficialit&agrave; comunicati nello strano periodo di sosta con tanto di ondata Covid (vedi Frosinone-Spal). Da l&igrave;, era scoccata l’altrettanto breve era di Roberto Venturato. L’arrivo Sta di fatto che per ripercorrere un po’ gli eventi occorre ripartire da Cristian Bucchi (oggi tecnico dell’Ascoli). Era lui il nome, il profilo, scelto dall’ex direttore tecnico Giorgio Zamuner per il post Rastelli al termine del famoso contestato campionato chiuso fuori dai playoff. Bucchi era stato sostanzialmente bloccato dalla Spal, ma in quelle settimane nel pentolone di via Copparo stava bollendo qualcosa di storico, nonch&eacute; la trattativa per la concreta cessione societaria tra la famiglia Colombarini e Joe Tacopina. L’avvocato italoamericano, in attesa di sottoscrivere le prime mosse che avrebbero poi portato al closing definitivo, aveva chiesto di inserire nell’ambiente tecnico un suo uomo di fiducia come Massimo Tarantino (affiancato agli operativi Zamuner e De Franceschi, rimasti un’altra stagione proprio per il sovrapporsi delle strategie). Joe, sempre pi&ugrave; vicino a chiudere l’affare, comincia a interessarsi sacrosantamente – come far&agrave; sempre anche in seguito – alla parte sportiva. Spunta quindi il nome del sorprendente Pep Clotet, consigliato dall’amico Giorgio Perinetti che ne aveva apprezzato l’approccio al calcio italiano nei precedenti mesi dell’allenatore in quel di Brescia (poi non confermato per la solita sorprendente scelta di Cellino, che aveva puntato su Pippo Inzaghi). Clotet nella sua prima parentesi italiana con le rondinelle (da febbraio a maggio 2021) aveva portato a casa ben 34 punti in 17 partite, risalendo enormemente la corrente tanto da escludere proprio la Spal dalla zona playoff. Intrecci, ne abbiamo? S&igrave;. &Egrave; comunque il caso di ricordare che precedentemente il tecnico catalano, nato a Igualada e cresciuto a Barcellona (in particolare nell’ambiente dell’Espanyol), aveva allenato – oltre al Malaga B – anche in Svezia, Norvegia e soprattutto nel Regno Unito tra Swansea (Galles) e Leeds come vice, poi a Oxford e Birmingham dove aveva lanciato in giovanissima et&agrave; quel Jude Bellingham (2003) oggi pezzo pregiato del Borussia Dormund e della Nazionale inglese. Sta di fatto che a met&agrave; giugno la Spal vira prepotentemente su Clotet, annunciato poi a inizio luglio: &egrave; lo stesso allenatore a confermare, durante la conferenza stampa di presentazione, i dialoghi con Tacopina su mentalit&agrave;, progetto e idee condivise. Anche nei primissimi pranzi consumati in citt&agrave; prima del ritiro estivo, dove per Clotet inizier&agrave; la personale corsa contro il tempo. Dal mercato arrivano pressoch&eacute; solo giovani scommesse (pi&ugrave; Mancosu), mentre partono tutti assieme pezzi pregiati tipo Valoti, Di Francesco e Strefezza. Necessit&agrave; economiche del momento, ovviamente note al mister che per&ograve; spera – vanamente – di “rientrare” accogliendo i suoi pupilli Gaetano Berardi e Birkir Bjarnason. Niente di fatto. La stagione comunque non inizia male, anche grazie al boom del baby Colombo, tant’&egrave; che nell’entusiasmo generale Tacopina dichiara che &laquo;tra 5 anni Juve, Real e Barcellona verranno a cercare Clotet, ma per noi sar&agrave; il nuovo Alex Ferguson&raquo;. Le prevedibili difficolt&agrave; di campo, tra il primo caos portieri e il tema Pepito Rossi (arrivato a novembre), rallentano la marcia di Pep che chiuder&agrave; la sua esperienza alla Spal con 20 punti in 18 partite (quindicesimo posto) prima di salutare assieme ai suoi collaboratori Xavi Bernal e Alberto Escobar. L’addio Clotet, dopo aver perso a met&agrave; dicembre proprio contro il suo ex Brescia (0-2 al “Mazza”) si espone in conferenza stampa chiedendo alla societ&agrave; qualcosa in pi&ugrave; (i cosiddetti &laquo;fatti&raquo;) dal mercato invernale di gennaio, poich&eacute; &laquo;di scommesse ce ne sono gi&agrave; state&raquo;. Insomma, il tecnico – alla vigilia di quello che sarebbe poi stato il suo ultimo match in panchina – era convinto che con qualche elemento in pi&ugrave; la squadra avrebbe potuto far un girone di ritorno maggiormente remunerativo. A gennaio il club avrebbe poi accolto i vari Pabai, Almici, Finotto, Vido, Zanellato, Pinato (via Seck). Dunque, ecco qui riassunte le famose &laquo;visioni differenti di progetto e futuro&raquo; che hanno sancito la famosa amara separazione. Clotet, tornato poi in giro per l’Europa a studiare calcio, a una decina di giorni dalla scadenza del suo precedente contratto annuale con la Spal, ha accettato di tornare a Brescia (stavolta con un biennale) dove al momento gravita dentro i playoff ma in un periodo di non vittorie che di certo non lo sta rendendo tranquillo. E la partita contro la sua ex Spal, si avvicina.l &copy; RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrara C’eravamo tanto amati... S&igrave;, almeno inizialmente. La stima, reciproca, tra Pep Clotet e il mondo Spal &egrave; certamente rimasta e domenica la sfida del “Rigamonti” sar&agrave; certamente vissuta senza particolari animosit&agrave;. Ma quel pizzico di amaro in bocca per la rottura anticipata di quello che sarebbe dovuto (e potuto) essere un matrimonio maggiormente duraturo...

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Domenica l’allenatore del Brescia avversario dei biancazzurri

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