De Rossi-Lupo, è guerra fredda: «Spal, mercato senza confronto»
Il mister attacca il dirigente: «Se anche sono un allenatore agli esordi non devo farmi andare bene tutto. Ho scoperto diverse volte di affari a trattative già concluse, così non va bene»
Ferrara In via Copparo si lavora con serenità dopo la partita di Cagliari in cui i biancazzurri sono tornati dall’isola a mani vuote ma con prospettive interessanti: Prati e Celia su tutti. Ma il sole di questi giorni è stato più di una volta oscurato da qualche nuvoletta grigia impedendo così di godersi pienamente il tepore dei timidi raggi invernali. I cirri e nembi del calciomercato hanno minacciato il cielo azzurro sopra Ferrara nonostante l’apparente serenità meteorologica dovuta all’arrivo del Ninja più conosciuto d’Europa. È piovuto sicuramente, con tuonata annessa, negli uffici spallini quando mister Daniele De Rossi ha scoperto che nessun giocatore con le caratteristiche da lui richieste sarebbe arrivato ad arricchire la rosa: «A differenza di come ha riportato il direttore tecnico non sono soddisfatto del mercato fatto - critica fermamente l’allenatore romano, rifacendosi alle parole del direttore Lupo - Si è creata una situazione surreale, non saprei come altro descriverla. In collaborazione bisognerebbe ascoltare le indicazioni dell’allenatore per ricercare profili con caratteristiche richieste al fine di migliorare le possibilità di lavoro, tuttavia non è mai successo da due mesi a questa parte e ho scoperto diverse volte dell’acquisto di giocatori a trattativa già conclusa - rivela amareggiato - Gravito nel calcio da diverso tempo e so che quando non è possibile arrivare ad un giocatore - a causa dell’eccessiva spesa o di altri impedimenti come il “problema tecnico al sistema” emerso all’ultimo minuto per Kargbo - si provi a prendere un profilo dalle stesse caratteristiche un po’ meno forte e così via fino alla Serie C. Sono dispiaciuto per il clima creatosi e ne ho parlato con Joe e gli altri dirigenti. Non vuol dire, poiché sono un allenatore giovane e al primo anno, che devo farmi andare bene tutto quanto: penso che le richieste base dell’allenatore andrebbero seguite e questo non è mai successo».
Sono bastate un paio di dichiarazioni di presidente e nuovi arrivati per alzare l’asticella degli obiettivi, con Tacopina che ha espresso la volontà di vincere i playoff - qui la sbarra sembra tarata a record del mondo di salto in alto. Ci pensa un obbiettivo De Rossi a rimettere l’asta a portata per evitare un brutto atterraggio a fine stagione: «Innanzitutto è il campo che alza l’asticella, non le chiacchiere. Spalletti - a cui si ispira il tecnico biancazzurro, il quale ha dichiarato di avere con l’allenatore del Napoli una forte ed inevitabile simbiosi calcistica modello padre-figlio grazie ai momenti felici trascorsi, i più importanti della vita dell’ex capitano della Roma - diceva “c’è da vincere” ed effettivamente “basta” prendere i tre punti: vincendo qualche partita tra un mese o due potremmo valutare meglio altre ambizioni. I playoff? A livello matematico sono raggiungibili perché la classifica è corta, però è tanto fattibile arrivare ottavi quanto classificarsi ultimi perché siamo tutti vicini - analizza realisticamente De Rossi - Dobbiamo focalizzarci su una partita alla volta e pensare alle potenzialità di questa squadra: la rosa adesso deve vincere le sue partite stando una casellina sopra i playout e io terrei le aspettative un po’ più basse».
DDR non ha quindi esitato a togliersi un sassolino dalla scarpa e alla delusione per il mercato ha contrapposto «la soddisfazione per i giovani che già avevo, i quali, a mia sensazione, si butterebbero nel fuoco per me e così farò io per loro fino all’ultimo giorno».
Formazione spallina a pieno regime (mancherà solo l’infortunato Varnier) che affronterà un Bari alla ricerca del riscatto. «Una squadra forte con giocatori dalle caratteristiche che mi piacciono molto - analizza il tecnico - Con mister Mignani c’è stima professionale e umana: ha espresso in privato belle parole quando sono arrivato a Ferrara. Il Bari è primo per gol segnati e rigori ricevuti. Si potrebbe pensare che sono aiutati dalla fortuna o dagli arbitri, ma per ricevere i penalty servono interpreti veloci, di gamba, che cerchino la profondità e saltino l’uomo: guarda caso tutti requisiti che richiesi a gennaio...».