Ferrara “Playoff” &egrave; la parola pi&ugrave; volte riecheggiata in citt&agrave; negli ultimi giorni: di playoff ha parlato il presidente Joe Tacopina, il nuovo arrivato Giannis Fetfatzidis e il super colpo di mercato cadetto, Radja Nainggolan. Ma per pensare agli spareggi promozione sono indispensabili due passaggi intermedi scontati ma inevitabili: allontanarsi in fretta dalle zone calde della retrocessione e tornare a fare bottino pieno in casa. Perch&eacute; finora la Spal ha raccolto molto pi&ugrave; lontano dal Mazza che a Ferrara e per un club che ha nel proprio pubblico un valore aggiunto &egrave; un problema. Da ottobre Dickmann &amp; C non vincono tra le mura amiche e mai hanno dato neppure la sensazione di avere l’atteggiamento giusto per imporre il fattore campo. Magari &egrave; cambiato qualcosa nell’ultima settimana grazie all’iniezione di entusiasmo arrivata dal mercato. Lasciamo per un attimo da parte le bordate di mister De Rossi al suo direttore sportivo, Fabio Lupo (&egrave; ovviamente un eufemismo perch&eacute; le parole del tecnico avranno inevitabili ripercussioni in ottica futura visto che la convivenza appare quantomai impossibile visto l’atto pubblico di sfiducia) e ci si provi a concentrare soltanto sul campo. Oggi, con fischio d’inizio alle 14, al Mazza sar&agrave; di scena il Bari degli ex Antenucci e Vicari, squadra che non vive un momento esaltante (tutti gli scongiuri sono ammessi) e che nelle ultime cinque giornate ha raccolto appena 4 punti. La Spal ha fatto meglio, 7 punti, ma con il pesante fardello delle difficolt&agrave; realizzative, aspetto che invece ai pugliesi non fa difetto. Sono infatti l’attacco pi&ugrave; prolifico di tutta la cadetteria e vantano il capocannoniere, quel Walid Cheddira in grado di segnare 12 gol, bottino ineguagliabile per tutto il parco attaccanti spallino (La Mantia e Moncini 4 reti, Rabbi 2). Ma il calcio &egrave; meraviglioso perch&eacute; i pronostici sono spesso annotati per essere smentiti e cos&igrave; tanto vale che la Spal provi a superare l’afasia che la contraddistingue. Dal mercato sono arrivati due giocatori – Nainggolan e Fetfatzidis – che ipoteticamente possono agevolare la squadra ad alzare il baricentro e ad accorciare le distanze tra la mediana e gli attaccanti sempre troppo isolati in un sistema di gioco che di certo non li agevola. Sar&agrave; quindi curioso capire se oggi De Rossi vorr&agrave; subito voltare pagina oppure si affider&agrave; ai “soliti” per tenersi gli acquisti invernali nel fodero e gettarli nella mischia a gara iniziata. L’opzione pi&ugrave; probabile &egrave; quest’ultima anche alla luce del fatto che sia il greco sia il belga non hanno una condizione atletica ideale per misurarsi a lungo con i forsennati ritmi della B. Meglio centellinarli e sfruttarli per cercare qualche giocata determinante. Il grande dubbio poi si annida in attacco: Moncini o La Mantia? Insieme i due hanno dimostrato di coesistere con grande difficolt&agrave; e se De Rossi continuer&agrave; nell’idea di gioco che prevede un solo attaccante allora dovr&agrave; fare una scelta decisa. La Mantia, che per un mese ha patito le continue e destabilizzanti voci di mercato (Pisa e Reggina si sono fatte sentire ma senza mai affondare realmente il colpo con la Spal), &egrave; un patrimonio per Tacopina e andr&agrave; recuperato nel morale prima che nella condizione atletica. Per farlo gli serve tornare al gol e i rinforzi dalla mediana in su dovrebbero servire proprio a questo ossia a recapitargli qualche palla giocabile dentro l’area piuttosto che costringerlo ad allunghi e sgroppate per lui inusuali. Oggi ci dovrebbe ancora essere spazio dall’inizio per Moncini con Rabbi e Valzania alle sue spalle (Maistro, altro grande deluso del mercato, &egrave; squalificato) mentre l’altro cambio potrebbe arrivare in difesa anche alla luce della titubante prova di Cagliari di Varnier: Dalle Mura scalpita cos&igrave; come rivorrebbe una maglia da titolare Murgia che insidia Zanellato. Alchimie tattiche ed equilibri che De Rossi sta ancora cercando, ma il cerchio dovr&agrave; chiudersi se non si vuole che la parola “playoff” se la porti via il vento con relative polemiche e bordate. l &copy; RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrara “Playoff” &egrave; la parola pi&ugrave; volte riecheggiata in citt&agrave; negli ultimi giorni: di playoff ha parlato il presidente Joe Tacopina, il nuovo arrivato Giannis Fetfatzidis e il super colpo di mercato cadetto, Radja Nainggolan. Ma per pensare agli spareggi promozione sono indispensabili due passaggi intermedi scontati ma inevitabili: allontanarsi in fretta dalle zone c...

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