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La Spal affonda in laguna, contro Venezia finisce 2-1

La Spal affonda in laguna, contro Venezia finisce 2-1

La nave biancazzurra bucata da Tessmann e Pierini, vano il bel gol di Dickmann nel secondo tempo. De Rossi rischia e gli ultras chiedono «rispetto»

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Venezia Non bastano mille tifosi a spingerla per tutta la partita, non basta un tempo - il secondo, quand’era sotto già 2-0 - praticamente dominato. Non basta nulla alla Spal per non tornare da Venezia almeno con un punto. Il disastro prosegue e la situazione s’aggrava.


La gestione De Rossi - con 2 vittorie, 6 pareggi e, con quella di ieri in laguna, 7 sconfitte - è altamente deficitaria: non sarà tutta colpa del tecnico, comunque un esordiente per quanto con il pedigree del campione del mondo (lo stesso di Fabio Cannavaro, ormai ex tecnico del Benevento...), ma a Ferrara il timore di retrocessione cresce, come la voce di un possibile, ulteriore avvicendamento sulla panchina, con il nome di Walter Zenga, che ieri pomeriggio aveva già ripreso a circolare in città.

Come la rabbia dei tifosi, espressa a fine gara con un post della Curva Ovest che chiamava a raccolta il popolo biancazzurro allo stadio per accogliere squadra, staff e, soprattutto, una società accusata di essere assente e reclamando rispetto.
 

Sulla partita, poco da dire. Dopo 12’, altra palla persa dai biancazzurri, il Venezia vola sulla sinistra, due scarichi orizzontali e palla che arriva al limite sul centrodestra, il tiro di Tessmann prende un effetto imponderabile e Alfonso vede sbucare la sfera da in mezzo a una selva di giocatori e nulla può.

Il raddoppio degli arancioneroverdi dopo una ventina di minuti, con il duo Alfonso-Dalle Mura a combinarla grossa: il centrale chiude morbido, il portiere esce timido, Pierini prende palla, scarta anche l’estremo e deposita in rete.

Nella ripresa la Spal prova a reagire, De Rossi toglie un Fetfatzidis non molto ispirato e in debito d’ossigeno e inserisce La Mantia. Il gol di Dickmann, con bella girata di testa su cross di Valzania dalla destra, riaccende le speranze.

A spegnerle, l’enorme occasione della punta salita dalla panchina, che solo di piattone appoggia fra le braccia di Joronen il bell’assist di Moncini. Il resto è un assalto sterile, rischiando qualcosa in contropiede, e nulla più.