Tramec all’assalto di Cantù, si gioca e si fa la storia
Nella serata di oggi la gara di semifinale contro una squadra nata per vincere
di Simone Gagliardi
Cento Comunque vada, si fa la storia. Serata di Coppa per la Tramec impegnata stasera (palla a due alle 21) alla “E-Work Arena” di Busto Arsizio nella semifinale della competizione di A2, una prima volta assoluta per la Benedetto XIV, contro l’Acqua San Bernardo Cantù, prima in classifica nel girone Verde.
Uno scoglio durissimo per capitan Tomassini e compagni, perché Cantù è squadra costruita per vincere: obiettivo dichiarato tornare in serie A, da dove è scesa due anni addietro, con la promozione già sfiorata nello scorso campionato, avendo perso gara-5 in finale a Scafati.
Il mito Un passato glorioso, quello canturino, con 3 scudetti, 2 coppe dei campioni marchiate Ford e Squibb, 4 coppe Korac, 4 coppe delle coppe, 2 coppe Intercontinentali e due Supercoppe italiane. Da Cantù sono passate icone della pallacanestro. Figurine in bianco e nero, qualcuna a colori, nomi che restano scolpiti nella storia del basket, oltre che nella All of Fame canturina: Bargna, Bariviera, Bosa, Frigerio, Fumagalli, Marzorati, Recalcati e Riva in campo tra gli italiani, ma anche mostri sacri come Dan Gay e Pace Mannion. In panchina tecnici dello spessore di Bianchini, Frates, Lombardi, Sacripanti.
E poi quel ragazzo, che avrà 23 anni per sempre: Chicco Ravaglia, cresciuto a Imola, passato alla Virtus Bologna con la parentesi a Cento nella stagione 1994-95 in B1, dove fu subito un idolo, quindi Varese e infine proprio Cantù. E la tragedia: dopo aver segnato 23 punti alla Pallacanestro Reggiana, stava rientrando a casa per festeggiare il Natale, ma si schiantò in autostrada e morì. Da allora, il suo ricordo è fonte di amore e dolore, da Cento a Cantù.
Torniamo all’oggi, al massimo campionato a cui puntano i lombardi, che sarà da disputare nel nuovo palasport della città brianzola, per la cui costruzione non si è badato a spese.
Avversari La squadra è stata affidata all’ex commissario tecnico della Nazionale Meo Sacchetti, il roster è composto da giocatori importanti, nove senior e un solo under ma, già quotato. Tutti giocatori intercambiabili: una squadra fisica, profonda, con talento ed esperienza. Tanti pregi e poche pecche. Non una sola stella, ma tante frecce nell’arco di Sacchetti: Stefan Nikolic, ex Virtus Bologna e Udine, è il miglior realizzatore di Cantù con 16 punti di media a partita, oltre a 5 rimbalzi e 2 assist. Il centro americano, giocatore molto fisico, è Dario Hunt, già visto in Italia a Bologna sponda Fortitudo e Roma, segna 12 punti a partita e cattura 7 rimbalzi a partita. Playmaker da quintetto il croato Rogic, 12 punti e 5 assist di media, per un giocatore esperto e ordinato. Nello starting five partiranno anche l’ala con trascorsi a Virtus Bologna, Trento e Reggio Emilia, oltre che nella Nazionale maggiore, Filippo Baldi Rossi, 12 punti e 6 rimbalzi di media per partita, e l’esterno Bucarelli, 11 punti a gara, già visto contro la Benedetto XIV quando giocava a Cagliari e nell’Eurobasket Roma.
Di spessore anche il resto del roster in uscita dalla panchina: Luca Severini, ala pivot proveniente da Derthona, con cui ha vinto l’A2 e disputato un campionato nella massima serie, ha vestito anche le casacche di Treviso, Casale, Pistoia e Siena. Francesco Stefanelli, guardia ex Derthona con cui ha già vinto la Coppa Italia di A2 e, anzi, fu eletto miglior giocatore di quella manifestazione nel 2021. Il lungo Alessandro Morgillo, ingaggiato da poco più di un mese da Mantova, ha avuto esperienze a Biella, Verona, Derthona e Verona in A2, è un prodotto di Pesaro con cui ha debuttato in serie A.
In forse Matteo Da Ros, lombalgia, e Nicola Berdini, caviglia: il primo è un’ala grande, per anni a Trieste, il secondo è un giovane playmaker di scuola Reyer Venezia, visto contro la Tramec l’anno scorso con la canotta dell’OraSì Ravenna.
Cento A Cantù parlano della Tramec come di una pericolosa mia vagante. Lo stesso Sacchetti nei giorni scorsi ha mostrato apprezzamento per come gioca la squadra del collega Mecacci, in grado di trovare con più soluzioni la via del canestro, ribadendo come in partite del genere non esistano favoriti.
Per la Tramec è la prima partecipazione alle finali di Coppa Italia in serie A2. Vi ha già partecipato nelle categorie inferiori, per altro senza mai riuscire a vincerla. Una finale persa contro Trapani in serie C, un quarto di finale perso con Agropoli a Rimini in serie B nel 2015, una finale persa a Jesi contro Omegna nel 2018 sempre in B. Le ambizioni di quest’anno, però, sono ben diverse. I biancorossi centesi stanno surfando sull’onda dell’entusiasmo creata da una stagione giocata sin qui sopra le righe (e oltre i pronostici), senza alcuna pressione, se non quella che l’intero mondo Benedetto, coloratissimi e rumorosissimi tifosi in testa (a Busto Arsizio ne sono attesi circa 250), si è scelta di mettersi addosso, sfidando con irriverenza la corazzata Cantù e ponendosi il traguardo massimo come obiettivo. Spavalderia? Certo, quale sarebbe il problema? Nulla da perdere, tutto da divertirsi e da guadagnare: come si dice in questo casi, comunque andrà sarà un successo.
Face to face La squadra sta bene, dopo un lieve calo ha ritrovato il passo delle partite migliori, tornando a difendere come vuole coach Mecacci e ritrovando i propri terminali dalla mano calda, quali Marks e Tomassini, ma con tutti i compagni in grado di portare il proprio mattoncino alla causa comune. A referto andrà ancora Zilli e non Ulaneo, che ancora non sta benissimo, dopo la contusione rimediata in allenamento 10 giorni fa. La Tramec ha bisogno della solidità del suo centro friulano, per dare filo da torcere ai colossi Hunt e Baldi Rossi, muscoli e stazza fisica nel pitturato. In quintetto, comunque, al solito partirà Berti, che se la dovrà vedere con il pari ruolo statunitense. Gli altri face to face saranno Rigic-Moreno in regia, Bucarelli-Marks fra le guardie, Nikolic-Toscano le ali piccole, Baldi Rossi-Archie tra i lunghi.
Il precedente Una curiosità. La Benedetto XIV ha già incrociato una volta Meo Sacchetti da coach avversario. Era il 2005, finale di serie B per salire in A2 al meglio delle 5 partite. Sacchetti allenava Castelletto Ticino, che vinse quella serie per 3-1 nonostante Cento avesse il vantaggio dell’eventuale bella in casa. Era la BenedettoXIV dei vari Cavalieri, Binelli e Casadei. Altri tempi, altra categoria.
La prima semifinale, oggi alle 17.45, metterà di fronte Vanoli Cremona e Reale Mutua Torino, entrambe squadre del girone Verde. La finale domani alle 19.l