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Alla Tramec l’orgoglio non basta Vince Cremona, ma la testa è alta

Simone Gagliardi
Alla Tramec l’orgoglio non basta Vince Cremona, ma la testa è alta

Dopo l’impresa contro Cantù, Cento arriva alla finale stremata e con poca mira. Lombardi avanti anche di 19 punti, eppure i biancorossi non hanno mai mollato

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Busto Arsizio (Va) Si ferma in finale di fronte alla Vanoli Cremona il sogno della Tramec di portare a Cento la Coppa Italia di A2. Tre quarti di dominio Vanoli, risveglio tardivo tutto cuore della Tramec nell’ultima frazione. Una Benedetto XIV stremata, con gli uomini contati, ma nonostante tutto vende cara la pelle fino alla fine. Non è certo la sconfitta a cancellare lo storico traguardo.

Serata di finale per la squadra di Mecacci seguita anche ieri da più di 200 tifosi. L’avversario è la Vanoli Cremona, ai vertici del girone Verde. Con un solo straniero a disposizione (AJ Pacher, per via dell’assenza di Lacey infortunato) ma con qualche ora di riposo in più rispetto a Cento. Non gioca Moreno; Tomassini sì, ma ha male alla schiena.

La cronaca L’avvio non è certo dei migliori e sarà così per 30’. La Tramec subisce subito l’impeto di un indemoniato Denegri e il pressing asfissiante sul portatore di palla, 2-8 al 3’. Molta fisicità di Cremona e percentuali sul fronte Tramec che non assomigliano per niente a quelle del giorno prima. Segna una tripla Tomassini dopo averne sbagliate due; un segno di vita, come la stoppata di Archie su Pacher. Cento non è poi così lontana, solo a un paio di possessi ma segna troppo poco. Troppa frenesia; Toscano e Mussini affrettano conclusioni senza muovere una difesa perfettamente registrata soprattutto sugli esterni e la Vanoli scappa, 9-14 al 7’. Marks prova a scardinare con poca fortuna la difesa. Eboua è in grande serata, la Tramec no. Mecacci le prova tutte: tre piccoli assieme, Toscano secondo lungo. Ma la squadra oggi segna troppo poco.

Quando sale in cattedra Alibegovic il vantaggio dei lombardi inizia a farsi consistente; un paio di fendenti da lontano, 11-20 al 13’. Muovendo a fatica un po’ di più la difesa arrivano anche un paio di tiri aperti, ma il canestro è piccolo piccolo; vengono coinvolti i lunghi che sprecano buone occasioni con errori abbastanza grossolani da vicino. Mille cambi di Mecacci per far respirare i protagonisti fino all’inevitabile difesa a zona punita ancora da Eboua e da Piccoli, mvp della finale; 15-28 al 15’ e partita che si fa davvero complicata contro una squadra in piena fiducia. La Tramec subisce l’aggressività difensiva di Denegri e compagnia; proprio non riesce ad entrare nella partita, 17-33 al 18’. Provano a spezzare l’incantesimo i due americani, prima Archie dalla media in ritmo, poi Marks con un paio di pregevoli iniziative. Tutto sommato positiva la prova difensiva della Tramec che però segna col contagocce e concede troppi rimbalzi a Cremona.

Le energie sono quelle che sono. La Vanoli ne ha di più e si vede. Due rotazioni in più in partite così ravvicinate fanno la differenza. Cremona sembra in pieno controllo, prova a chiuderla già nel terzo periodo sfruttando la superiorità sotto i tabelloni di Eboua diventato immarcabile, 47-30 al 24’. Un lampo di Tomassini ma ormai Cremona sembra andata: 52-33 Vanoli con i tifosi della Tramec che sugli spalti continuano a dare spettacolo nonostante la squadra sia sotto di 20 e la partita ormai compromessa: chapeau. E tutto l’orgoglio della Tramec si scatena nell’ultimo periodo. Nessuna resa da parte una squadra che, nonostante tutte le difficoltà del caso, trova la forza, non si sa da dove, di mettere paura a Cremona che tutto d’un tratto smarrisce la via del canestro.

La Tramec costruisce in difesa una rimonta che le permette di arrivare fino a 4 punti di distanza dal sogno. L’inizio dell’incredibile recupero arriva da una tripla del più giovane, Kuuba, seguito a ruota da Tomassini. Cremona non segna più e pian piano la Tramec rimonta, 59-51 al 36’. 61-57 a 45” dalla fine con Marks che segna solo un libero. Dall’altra parte la chiude Caroti da lontano.

La Coppa Italia va alla Vanoli Cremona, ma la Tramec esce dalla E-Work Arena a testa alta, con la certezza di avere gruppo e cuore. l