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Nainggolan suona la carica: «Spal, i valori alla Spal ci sono ma ora fuori gli attributi»

Alessio Duatti
Nainggolan suona la carica: «Spal, i valori alla Spal ci sono ma ora fuori gli attributi»

Il centrocampista analizza la situazione in casa biancazzurra: «Con il Perugia possiamo vincere, ma serve più coraggio»

28 aprile 2023
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Ferrara Banalità è un termine che proprio non esiste nel vocabolario di Radja Nainggolan. Lui e il suo carisma, in campo e fuori, non ne vogliono sapere di essere, appunto, banali. Il Ninja, dopo aver chiuso una delle rigeneranti docce del “G.B. Fabbri”, dà uno sguardo al suo macchinone parcheggiato al solito posto, poi, abbigliato con una sorta di stile streetwear biancazzurro (a cui va aggiunto un occhialino da sole mica male) si posiziona vicino al microfono della sala stampa, chiedendo gentilmente una bottiglietta d’acqua («fresca»). Una bella sorsata e via alla carrellata di risposte.

La prima, sulla sua condizione, dopo l’infortunio e il rientro non al top, e quella della squadra, alle prese con un finale di stagione al cardiopalma: «Mi sento bene – dice Nainggolan –, nelle ultime settimane ho provato ad alzare l’asticella generale della squadra e penso di esserci anche riuscito, nonostante i risultati non siano stati sempre il massimo. Stiamo crescendo, anche se mancano solo 4 partite alla fine della stagione e l’obiettivo è sempre lì: la classifica non ci sorride, ma bisognerà lottare fino all’ultimo. Risultato positivo porta risultato positivo – prosegue il Ninja – dunque proveremo a tirare al meglio le somme».

In questo momento qual è la cosa più importante da trasmettere ai compagni?

«Nei miei primi anni a Cagliari si lottava per la salvezza e il paragone che faccio è un po’ quello. La cosa positiva è che il nostro è un gruppo compatto e consapevole. Poi, bisogna avere più personalità, perché si vede che la palla ad alcuni scotta un po’ troppo tra i piedi. In questa squadra ci sono assolutamente giocatori di qualità, quindi in campo vanno messi più attributi».

Spal-Perugia sarà una battaglia?

«Conosco Castori, l’ho avuto a Piacenza. È un allenatore che ama il gioco aggressivo e la pressione. Bisognerà essere tranquilli e avere la giusta personalità nel giocare la palla. Sarà una partita difficile, ma la Spal ha una qualità superiore e penso si possa vincere».

Che sensazione si prova a sapere che c’è una piazza aggrappata alle sue giocate per salvare la categoria?

«La stima fa piacere, a calcio si gioca anche per queste cose. Se i tifosi mi stanno apprezzando, vuol dire che qualcosa di buono sto lasciando, come ho sempre tentato di fare ovunque nella mia carriera. L’obiettivo è salvare la Spal e ci crediamo tutti fortemente. Soltanto uniti sarà possibile. La gente è sempre stata dalla nostra parte, abbiamo bisogno di uno stadio pieno».

Tornando indietro di qualche mese, rifarebbe la stessa scelta?

«Devo essere onesto: sapete che sono venuto qui perché c’era De Rossi come allenatore e devo dire che il mio unico rammarico è stato il suo esonero prematuro rispetto al mio arrivo, perché non ho avuto la possibilità di dargli una mano. Dopo, qualcuno aveva parlato di una mia rescissione. Intanto non avrei potuto giocare in una terza squadra in stagione, poi qui ho trovato un gruppo di bravi ragazzi che non merita di retrocedere e se la Spal retrocederà ci sarà scritto anche il mio nome. Sono rimasto anche per questo: voglio raggiungere l’obiettivo».

Stiamo vedendo un Nainggolan anche allenatore in campo.

«È anche il mister a chiedermelo, perché la sua voce non può arrivare in ogni zona del campo. Un po’ mi viene spontaneo, un po’ è la mia esperienza che mi porta a tentare il meglio per la squadra. Vedo che i ragazzi mi ascoltano, quindi, se posso dare una mano anche così, va bene».

Arretrando un po’ il suo raggio d’azione, sta segnando meno di quanto si aspettava?

«Lo so, ma sarebbero anche gli attaccanti a dover buttarla dentro (ride, ndr). Si sa, le punte vivono per il gol e in questo senso c’è un po’ di sofferenza generale quando emerge un po’ di sfiducia. Io cerco di mettere nelle migliori condizioni loro e tutti gli altri».

Ha già un’idea su quello che potrà essere il suo futuro?

«Sono contento di essere qui. Mi sto divertendo, non sto male, per cui nel futuro “non si sa mai”. Prima, però, bisogna salvarsi…».

Che ci dice di Prati e Contiliano?

«Prati è un giocatore di qualità, è solo al suo primo anno e deve migliorare. Come si dice “non è difficile arrivare, ma stare”. È un ragazzo molto sereno, bravo nei comportamenti e penso possa fare tanta strada. Contiliano è un profilo diverso, in campo ha più caratteristiche fisiche e di rottura, ma ha anche un buon piede. Sono ragazzini, hanno il futuro dalla loro parte e starà a loro deciderlo».

Come ha ritrovato dopo 13 anni il campionato di serie B?

«Penso che il livello sia molto basso, ma anche in serie A c’è stato un calo. All’epoca c’erano attaccanti da 18-20 gol in ogni squadra, oggi no».

Ferrara è sempre così “tranquilla”?

«Sì, sì confermo: sempre addormentata (ride, ndr). A parte gli scherzi, è davvero una città carina, piccolina, la gente ti fa vivere serenamente e mi fa tornare un po’ ai miei primi tempi a Piacenza».

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