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Spal, un sogno da emozioni forti

Marco Nagliati
Spal, un sogno da emozioni forti

Passerella di ex Spal e Giacomense per la presentazione del libro sulla vita di Mattioli: «Sono malato di calcio». Ovazione dei tifosi quando sul palco vanno Semplici e Vagnati

04 ottobre 2023
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Ferrara In tempi grami il passato non è una terra straniera, semmai un posto del cuore dove trovare conforto. La Spal ieri sera è rifiorita grazie a una narrazione figlia del tempo che fu. Occasione speciale al teatro Nuovo, per la presentazione del libro “Dal sogno alla realtà” (Minerva edizioni; 304 pagine + 32 di documentazione fotografica): un viaggio intenso e suggestivo nella vita calcistica di Walter Mattioli, ex presidente di Giacomense (per trent’anni) e Spal (dal 2013 al 2021). Un’avventura iniziata dalla Terza categoria, che ha avuto l’epilogo con la serie A. Walter l’ha snocciolata, l’ha messa in parole Enrico Menegatti (giornalista). Il volume non parla solo di Spal, ma la beneamata è la colonna sonora. La storia nasce dai salesiani, collegio ferrarese di San Benedetto. Si trasporta sulla poderosa spinta della passione negli sterrati di Masi San Giacomo. Si accomoda sulle nuvole del Paolo Mazza, il presidentissimo del quale Walter accarezza la leggenda. Perché è lui, Mattioli (assieme alla famiglia Colombarini) a riportare il mondo spallino in A nel 2017. A quarantanove anni di distanza. E la serata al Nuovo si apre proprio così: sul maxi schermo le iconiche immagini di Terni (13 maggio 2017) con gli ultimi battiti. Il collasso dei brividi. Mister Josè Mourinho direbbe «emozionale». Momenti che scorrono con in sottofondo la voce dello stesso Mattioli. L’era dorata di Walterone. Il teatro Nuovo sfodera un colpo d’occhio da gran varietà: velluti rossi e hostess. Organizzazione di livello. Platea zeppa, tante persone anche in prima galleria. Oltre 500 a timbrare l’invito. C’è una bella fetta politica e sportiva di Ferrara: l’ex sindaco Tagliani, l’assessore Maggi, il Coni rappresentato da Tosi e Pareschi. Tanti ex giocatori della Giacomense che hanno piedi nella walk of fame dei trascorsi dilettantistici grigiorossi (Braiati, Toselli, Natali, Perelli, Schiavon, Facchini, Riccardo Lazzari...). In prima fila siede austero ed elegante Oscar Massei, gloria spallina degli anni ’60. I colli si fanno più lunghi, però, quando arrivano Vagnati e Semplici: tutti inseguono foto col magic trio. Classe e ovatta. Ma poi si spengono i riflettori, il presidente prende il microfono e il sangue scorre tortuoso nelle vene. Una delegazione della Ovest appende un lenzuolo bello lungo: “Anni di gloria e rispetto, grazie pres”. Modera gli interventi Davide Bonesi (giornalista della Nuova Ferrara), regala qualche brano Vincenzo Iannuzzo che legge con vivace partecipazione. Nel libro aneddoti, paure, gioie e sofferenze. Narrazione romanzesca: dalle aspirazioni sognate ogni notte alla realtà conquistata attraverso una dedizione totale. «Sono malato di calcio – sussurra Mattioli – e questo è il lavoro di una vita».

Walter celebra la sua parabola con un filo di pelle d’oca: cita e guarda spesso la moglie Paola in platea. In generale è in mezzo alla sua gente ed è a suo agio. «Ringrazio la Ovest – esclama il pres -: li chiamo i “miei ragazzi”. Hanno un cuore grande». Menegatti si intrufola: «Una storia potente quella di Walter, l’abbiamo resa viva». E Mattioli va a ruota libera: dal Tavolini perso alla vittoria sulla Juventus. Le trasferte silenti di ritorno dalla sconfitte, fiorentine a cena in caso di vittoria, altrimenti panino. «Un giorno Francesco Colombarini mi convoca in Vetroresina perché deve parlarmi – svela Mattioli -; mi fa: abbiamo preso la Spal. Spostiamo il nostro titolo sportivo e acquistiamo il marchio. Chiedo: cosa devo fare? Francesco: quello che hai sempre fatto, il presidente. Il mio sogno coronato». Ed eccolo che arriva, canaglia, quel singhiozzo trattenuto. La parola non esce per un attimo. Applausometro al top. Si riprende... «In ufficio avevo una foto grande di Mazza, gli chiedevo di darmi un’occhiata». Il battimani sale di un’altra tacca quando sul palco vanno Vagnati e Semplici: ammiraglio e capitano della scalata spallina dalla C alla A. Dice il ds: «Mattioli mi spiega che correvo poco e parlavo troppo. Ero perfetto per fare il diesse». E Semplici: «Sono di lacrima facile, fate i bravi. Ho fatto parte di una cavalcata straordinaria». La chiusa è di tutti i figli calcistici di Walter: «Ci ha insegnato a vivere». In corsa arriva Antenucci e una stoccata sulla fine del sogno non può mancare, ma doveva essere una festa, lo è stato. l