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Maggi, una vita per il Consandolo: «È la mia seconda famiglia»

Alessandro Bassi
Maggi, una vita per il Consandolo: «È la mia seconda famiglia»

Il patron si racconta e fa un bilancio di 50 anni in rossoblu

11 ottobre 2023
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Consandolo Ci sono persone che quasi diamo per scontate, tanto è il tempo che sono attive nel calcio. Ma se in tanti possono dire di essere da tanto tempo nel calcio, magari hanno passato tanti anni in giro per squadre diverse. Questa volta il personaggio individuato ha una singolare caratteristica: è stato per 50 anni nella stessa squadra, il Consandolo. Stiamo parlando di una delle persone più conosciute del calcio dilettantistico ferrarese: Luigi Maggi, presidente del Consadolo. Argentano, classe 1955, Maggi ha sempre lavorato nel mondo dell’ortofrutta, gli ultimi 20 anni da Salvi. Sposato con Claudia. Un figlio, Luca.

Carta d’identità Prima di tutto, veramente solo rossoblù? Solo Consandolo? «Praticamente sì – risponde Maggi – ho giocato qualche anno nelle giovanili dell’Argentana, ma a 18 anni sono venuto a Consandolo dal 1973 al 1992. Poi sono stato, a fine carriera, un paio di anni al Codifiume da giocatore, ma davo già una mano al Consandolo. Quando ho smesso di giocare, sono venuto subito qui. Ruolo? Mezzapunta. Ma ho fatto anche il terzino». E dopo la fine della carriera da calciatore? «Ho cominciato come dirigente: davo una mano. Poi ho preso a seguire i conti e alla fine, quando Leonardo Bolognesi, che allora era il presidente, decise di lasciare, mi chiese se ero interessato a prendere il suo posto. Lo ero».

La precisione A questo punto, dovete sapere che forse il più pignolo dei precisi, per Maggi, è un facilone. E allora, quando gli chiediamo in che anno è diventato presidente, prima ci dice che non lo ricorda, ma era all’inizio degli anni 2000. Poi, però, l’indole precisa prende il sopravvento: «Aspetta, vado a vedere i verbali. . .Era 9 luglio del 2004». Ma ha ancora sotto mano tutti quei verbali? «L’’Agenzia delle Entrate è molto affezionata ai verbali, perché definiscono la vitalità di una società. E quello che è importante per le entrate». Cosa c’è da ricordare dell’esperienza con il Consandolo? «Che non credo sia il caso di parlare di me, si dovrebbe parlare degli altri. La società è importante, non tanto il suo presidente». Un passato in Seconda, poi in Prima, adesso in Promozione, e state sviluppando il settore giovanile. C’è una crescita continua. «Prima puntavamo soprattutto a giocare buoni campionati, senza eccessive ambizioni. ora stiamo cercando di costruire. E per la prima volta il Consandolo è in Promozione». Qualche giocatore o allenatore da ricordare con particolare affetto? «Credo praticamente tutti. Credo che di tutti i giocatori che sono passati da Consandolo, solo due o tre non si siano trovati bene, o se ne siano andati contrariati per qualcosa. E poi, mi sembrerebbe di fare un torto a chi non cito. Magari possiamo ricordare Gaggiani, Antonino...Abbiamo avuto dieci anni come tecnico Max Malagolini, e anche Cevinini è rimasto a lungo. Non è tanto il fatto che sia una famiglia. Ma sicuramente il nostro è un ambiente in cui si sta bene». E se lo dice uno che è 50 anni che non lo lascia, ed è noto per la sincerità, è il caso di credergli. 

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