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Tatti, l’eroe biancazzurro da ex fa le carte a Spal-Olbia

Alessio Duatti
Tatti, l’eroe biancazzurro da ex fa le carte a Spal-Olbia

«Il gol di Lucca è il più importante della mia carriera»

20 dicembre 2023
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Ferrara A Ferrara, Tomaso (sì, con una sola “m”) Tatti resterà per sempre quello del gol-salvezza a Lucca nel maggio 2003: scossa d’adrenalina tipica da minuto 93 ed eroico timbro, ancor oggi nella mente di tutti i tifosi spallini. Tatti (classe 1972) ha affermato la sua carriera di bomber in quel di Cosenza, chiudendola sostanzialmente con l’ultima particolare esperienza ferrarese (dal 2002 all’inverno 2005), prima di far rientro nella sua Sardegna – è nativo di Teti, un piccolo comune del nuorese – allenando in più di una realtà locale e dove ora svolge il ruolo di direttore sportivo dell’Olbia.

«Il gol di Lucca – ci racconta Tatti – rimane probabilmente il più importante della mia carriera. Si tratta di un ricordo piacevole, da quegli ultimi secondi di gara fino ai festeggiamenti del dopo partita per aver conquistato la salvezza senza fare i playout. Eravamo partiti per vincere e fare un campionato di vertice, poi ci siamo trovati in una situazione diversa e quella sfida con la Lucchese non la si può dimenticare».

Parole che sembrano descrivere la stagione attuale della Spal e chissà che l’attenda un epilogo simile... Ma torniamo al nostro interlocutore.

Ferrara che esperienza è stata per la sua carriera?

«Assolutamente bella, ma anche sfortunata. Vestire una maglia come quella della Spal è una specie di sogno per chi gioca a calcio. Purtroppo i noti problemi societari ci avevano distratti e tolto tranquillità. È stato un vero peccato, perché con quella squadra si sarebbe potuto fare altro».

Una volta appese le scarpette al chiodo, è tornato sull’isola color smeraldo.

«Sono innamorato della mia terra, come penso lo siano tutti i sardi. Il rientro è una cosa che ho sempre avuto in testa. Ho cambiato località, nel senso che vivo ormai da 20 anni a San Teodoro con mia moglie e la famiglia. Qualche esperienza da allenatore l’ho fatta, perché mi piaceva tantissimo stare sul campo, poi è arrivata questa proposta da una società molto organizzata come l’Olbia, che ricercava una figura di direttore tecnico proprio come collegamento tra il campo e la società. Ho accettato molto volentieri e sono 5 anni che sono qui. A parte questo momento, in generale sono molto contento di come stanno andando le cose. Il ruolo dietro la scrivania mi piace, ma sto ancora cercando d’imparare e di crescere il più possibile».

Che tipo di società è l’Olbia?

«Il progetto nasce e si sviluppa nell’intento di lanciare i giovani ed essere un trampolino di lancio per molti. Non ci sono potenzialità per prendere giocatori già fatti, ma si cerca di far crescere nuovi campioncini. Abbiamo collegamenti molto forti con il Cagliari, anche grazie all’amicizia tra i due presidenti, poi collaboriamo e abbiamo prestiti anche da Bologna, Parma, Frosinone, ma non solo. Si lavora in questa direzione ogni anno, io provo a dar valore alle conoscenze maturate in carriera e anche la scelta dell’allenatore (Leandro Greco, 1986, il più giovane del girone, ndr) va in questo senso. Cerchiamo di dare la possibilità e di mettere tutti nella condizione migliore per crescere».

In rosa avete Federico Zanchetta, 2002 passato anche dal vivaio spallino.

«È un ragazzo che sta facendo il suo percorso, ha bisogno di giocare e stiamo cercando di farlo crescere anche nella mentalità. Speriamo possa migliorare e affermarsi, magari ambire anche a categorie superiori».

La squadra, però, è in crisi netta, praticamente come la Spal...

«Sappiamo che non sarà facile salvarsi, ma questo vale un po’ per tutti. Noi siamo abituati a perseguire quest’obiettivo e speriamo di riuscirci anche quest’anno. Il campionato è molto equilibrato, forse solo le prime quattro fanno storia a sé. Le altre se la possono giocare tra tutte ad armi pari, non ci sono particolari differenze».

Che idea s’è fatto delle difficoltà biancazzurre?

«È difficile capire il motivo, soprattutto da fuori. La Spal dà l’impressione di essere in grossa difficoltà, negli ultimi anni ha subito due retrocessioni e anche questa si sta ponendo come un’annata molto particolare. In rosa ci sono molti giocatori forti, ma alcuni sono out per infortuni. Al momento si lotta per mantenere la categoria, poi nel ritorno magari si potranno anche fare altri discorsi: la Spal ne ha la possibilità. Ma il mercato di gennaio non sarà facile per nessuno, nemmeno per chi ha più potenzialità».

Pronto per tornare al “Mazza”?

«Mi farà molto piacere, sono certo che proverò emozioni forti. Non sono mai tornato a Ferrara negli anni, quindi troverò lo stadio nuovo con tutte le sue migliorie, che solitamente vedo tramite la televisione. Ma è sempre stato un impianto meraviglioso, contraddistinto dal calore della gente vicina al terreno di gioco». l

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