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Verso Spal-Olbia

Pavani, l’ex che “visse” due volte: «Con l’Olbia la Spal è favorita»

Alessio Duatti
Pavani, l’ex che “visse” due volte: «Con l’Olbia la Spal è favorita»

Serie C Oggi vive a Santa Maria Maddalena ma sogna di trasferirsi in Sardegna. La B di allora, il legame con gli isolani e un cuore che ha battuto sotto due maglie

21 dicembre 2023
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Ferrara Basta fare in piccolo salto di là dal grande fiume Po, per respirare aria di Spal-Olbia. A Santa Maria Maddalena vive Roberto Pavani (classe 1963, nativo di Occhiobello). In passato – stiamo parlando degli anni Ottanta – ha calcato i campi professionistici sia con la casacca biancazzurra che con quella bianca dei sardi nel suo duttile ruolo offensivo (attaccante, seconda punta, esterno sinistro).

Pavani, si avvicina sempre più il primo Spal-Olbia dei tempi moderni.

«Ferrara e Olbia sono le due piazze della mia carriera. A Ferrara sono cresciuto nel settore giovanile, arrivando alla prima squadra e realizzando il sogno di tutti i ragazzini del vivaio. Qui ho avuto la fortuna di debuttare in serie B, poi di giocare in C1 fino a che la società non ha avuto svariati problemi. Olbia è praticamente la mia seconda città. In Sardegna ho conosciuto mia moglie, è nata mia figlia e sin da quei tempi faccio tutte le mie vacanze estive da quelle parti. Le location sono spettacolari, non c’è di meglio in giro. Tant’è che se riuscirò ad arrivare a breve alla pensione poi mi trasferirò là».

Ma giocare in terra di Sardegna, emana davvero quel qualcosa in più a ogni singolo atleta?

«Sì, assolutamente, è così. C’è una grande unione tra il pubblico e i giocatori. Adesso i tempi sono cambiati ma all’epoca si stava sempre in mezzo alla gente a chiacchierare, mangiare e bere qualcosa alla buona. Altrove è diverso. In Sardegna si respira un altro clima, per quello in tanti rimangono là o ci lasciano il cuore. Io ho mantenuto buonissimi rapporti con dirigenti e giocatori di quegli anni. Con molti ci sentiamo ancora, alcuni hanno delle attività e quando è possibile ci si vede anche».

Come ha vissuto l’ultimo decennio di storia spallina, tra grandissime gioie e varie delusioni?

«Dico che non solo a Ferrara, ma proprio in generale, non si trovano altri come i Colombarini e Mattioli. Questi hanno letteralmente salvato la Spal e l’hanno portata nell’èlite calcistica italiana. C’è poco altro da aggiungere sul loro operato e sulle gioie che ci hanno fatto vivere. Nel calcio di oggi esistono tante proprietà che vengono da fuori per investire. A questi livelli i soldi servono eccome, ma servono anche il cuore e il fare le cose bene. Quello di oggi è un calcio che vive di tante dinamiche e sinceramente lo seguo veramente poco. Prima c’era più passione, ora determinate carriere di alcuni giovani passano solo dai procuratori».

E quest’anno, che idea s’è fatto sulla crisi di risultati che sta attraversando la Spal?

«Solo il nome Spal, non conta. Anzi, genera aspettative negli avversari che ti complicano le cose. Questa serie C non è assolutamente una passeggiata: se qualcuno l’ha pensato, ha evidentemente sbagliato. Avevo visto il Cesena proprio a Olbia perdere alla prima di campionato e non mi aveva fatto una buona impressione ma penso che nell’ambiente abbiano poi avuto la capacità di trovare una soluzione e una quadratura che ha permesso questo loro cammino positivo in vetta alla classifica. La Spal ha anche avuto tanti infortuni, magari qualcosa non ha funzionato anche a livello atletico, poi c’è stata gente non all’altezza ma almeno qualche nota lieta è arrivata nel vedere i propri giovani schierati. Ora inizierà il mercato di gennaio ed è evidente che occorreranno rinforzi, sennò si farebbe troppo dura. E una piazza così importante come Ferrara non può correre certi rischi».

L’Olbia, invece, che impressione le sta dando?

«Loro puntano alla salvezza, i programmi sono chiari. Giocano con due giocatori esperti come Ragatzu e Dessena poi hanno tanti giovani in prestito e lavorano su quelli. Recentemente in società sono entrati anche rappresentanti dalla Svizzera per dare un rafforzamento economico. Sulla partita secca credo che la Spal sia comunque favorita».