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Ferrara, farfalla e anche tigre pensando alle Olimpiadi

Sergio Armanino
Ferrara, farfalla e anche tigre pensando alle Olimpiadi

Alessia Maurelli si racconta a tutto tondo: «A Parigi senza pressioni, ma anche con spirito di rivalsa»

27 dicembre 2023
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Ferrara Medagliata come nessun altro atleta in Italia, forse nessuno al mondo: 10 anni in Nazionale, in procinto di affrontare la sua terza Olimpiade. Alessia Maurelli, capitano dell’Italia della ginnastica ritmica, è questo e tanto, tantissimo altro ancora. Oggi pomeriggio alle 18.30, la ragazzina uscita dall’Estense Putinati di Ferrara, cresciuta sotto la guida di Livia Ghetti, si racconterà all’auditorium di Santa Maria Maddalena. Ieri abbiamo interrotto la sua breve vacanza in famiglia con una lunga chiacchierata, senza saltare alcun aspetto, anche i meno simpatici, fra bilanci e prospettive, in attesa dell’estate 2024, di Parigi, della magia dei cinque cerchi.

Alessia, che anno è stato questo che va a finire?

«Un 2023 abbastanza strano, a tratti pesante, in realtà l’anno che ci serviva per la qualifica alle Olimpiadi e l’obiettivo è stato centrato. Un anno di transito».

Perché non sono arrivate le vittorie a raffica come in passato?

«Per diversi fattori: un po’ la concorrenza, per noi le questioni al di fuori dalla palestra, gli infortuni che ci hanno fatto saltare almeno due gare importanti... E poi ci sono momenti top e altri no, però bisogna fare tesoro anche di quelli: non ho mai visto un atleta che fosse sempre al top».

Verrebbe da dire... tranne te.

«Per quante medaglie ho vinto, ne ho perse altrettante. La mia carriera è molto, molto lunga, sono l’atleta che ha disputato più mondiali nella storia della ritmica, d’altro canto, se non fosse così, forse avrei già smesso».

Vai verso la tua terza Olimpiade. Hai alle spalle Rio con il podio negato, Pechino con la medaglia di bronzo: Parigi cosa sarà?

«Da scoprire. Rio era la prima, vissuta con il cuore, Tokyo con una consapevolezza diversa e tantissima testa, ora è come se e mi facessi un regalo con la mia squadra: quello che verrà verrà, ce la giocheremo con il cuore in mano, senza nessuna pressione».

Fai pretattica? Ti nascondi?

«No, non è da me, non l’ho mai fatta. Saranno tutte le cose che sono successe, le esperienze che hai vissuto, le cose che ti rimangono, soprattutto quelle belle... Abbiamo avuto un’estate con carichi di lavoro pesanti e il risultato al mondiale è arrivato, ma senza medaglia nel concorso generale: ci siamo accontentate dei ricordi della preparazione estiva e della qualificazione alle Olimpiadi».

Obiettivo?

«Per ora no, non lo dichiaro».

La Nazionale com’è cambiata in questi anni?

«Della formazione andata a Rio siamo rimaste solo io e Martina Centofanti, di quella di Tokyo ci siamo tutte tranne Martina Santandrea».

Sono forse un po’ venute meno le motivazioni?

«In realtà, fra i motivi per cui ho continuato dopo Tokyo, è perché stavo bene, ero nel mio ambiente. Certo, manca l’oro olimpico, ma ho visto tante ginnaste talentuose nemmeno arrivare alle Olimpiadi: ho quel meraviglioso bronzo olimpico e non si descrive l’emozione di averlo conquistato. Avevo paura di dover rimpiangere, un giorno, di non aver continuato e non aver inseguito un altro sogno».

In Nazionale a 17 anni, ora ne hai 27, tre quadrienni olimpici alle spalle (uno normale, uno lungo e ora uno breve): com’è stato quest’ultimo triennio?

«Una montagna russa, un po’ perché all’inizio eravamo sempre d’oro, praticamente non avevamo concorrenza. Poi alti e bassi, lo scandalo delle denunce, la mancata qualifica alle Olimpiadi alla prima occasione, che ci ha tenute vive, attive, gioiose, ma anche frustrate. È stato molto veloce: mi sembra ieri che entravamo in pedana per la finale olimpica di Tokyo, fra 8 mesi saremo su quella olimpica di Parigi. Ho cercato e sto cercando di godermi ogni istante, farmi gli screen shot mentali delle emozioni, delle persone che voglio ricordare».

Hai citato le denunce, ossia le inchieste che hanno travolto il vostro mondo, in parte alle spalle...

«Il percorso della Procura federale è finito a settembre nel migliore dei modi, con Olga Tishina scagionata e per Emanela Maccarani una piccola ammonizione, quando rischiava la radiazione. Il percorso della Procura ordinaria prosegue. Tutta questa vicenda ci ha segnato, ci ha fatto perdere tempo, abbiamo subito cose pesantissime, magari un giorno le racconterò. Si è spenta la fiamma mediatica, poi la direzione tecnica è tornata a Maccarani e questo ha fatto scalpore, ma era logico, persino scontato per chi è dentro le cose».

Avete voglia di rivalsa?

«Sicuramente sì: sai che ci sono occhi puntati, un risultato può anche dare fastidio e a te che puoi ottenerlo magari tifa anche più piacere, per far capire alle persone che non abbiamo nulla da nascondere, che il nostro ambiente non avrebbe raggiunto così tanti risultati se fosse stato come l’hanno descritto, ma qualcosa di molto più solido e profondo, rispetto a piccole paroline...».

Nel frattempo fai cose...

«Sì, ho scritto i miei due romanzi, mi sono iscritta al secondo anno di Comunicazione istituzionale d’impresa all’università e di recente sono stata eletta vicepresidente della Commissione federale atleti, dove cerco di dare un po’ il mio apporto, perché possa essere utile per noi atleti, quest’istituzione che è stata creta prima delle denunce, proprio perché gli atleti avessero qualcuno a cui rivolgersi in caso di abusi o soprusi».

Prima “Vola come una Farfalla” (2022), ora “Graffia come una Tigre” (2023), i tuoi due titoli: quale caratteristica ti rappresenta?

«In pedana siamo un po’ entrambe le cose, quest’anno soprattutto, perché i due esercizi racchiudono entrambi gli aspetti nelle coreografie. I miei libri raccontano di Vittoria, una ragazzina di 13 anni che svolge il suo percorso nella ginnastica ritmica e sacrifica un po’ tanti altri aspetti della vita ».

Insomma, si parla di te, che nel frattempo rimani pure nell’Aeronautica, essendo nel gruppo sportivo dell’Arma. E poi c’è anche il mondo della moda...

«Da quasi 7 anni sono ambassador di Freddy, lo sponsor tecnico della Federazione e il primo mio personale, con cui stiamo già pensando a qualche evento post-Olimpiadi. È un brand che ha subito creduto in me, una certezza da sempre».

Con Centofanti sei la veterana della Nazionale, ma tu sei anche il capitano: come sei percepita dalle nuove ragazze entrate nell’élite delle Farfalle?

«A volte sembra strano a me... Queste ragazzine sono mie compagne di squadra, sono super promettenti, più brave di me quando avevo la loro età. A volte devo smorzare il fatto che abbiamo 10 anni di differenza, per qualcuna sono ancora un idolo, sono cresciute guardando me e Martina alle Olimpiadi, si sentono anche onorate (e lo dice con evidente imbarazzo, ndr), di contro io mi sento una ragazza come loro. Ora siano 11 al centro tecnico federale a Desio e delle 6 che hanno gareggiato ai mondiali solo 5 potranno partecipare alle Olimpiadi: una sarà da “scartata” (che brutto termine...) e toccherà alla Maccarani decidere, ma questo è un gruppo molto maturo e chi resterà fuori, capirà. Emanela ha il ruolo della responsabile che deve scegliere, l’ha esercitato anche su di me: non so come sarebbe stata la mia vita se non mi avesse tenuta in Nazionale. Ci sono situazioni scomode, ci sono persone dietro le scelte, ma c’è umanità e ogni giorno cerco di farlo capire a chi ho intorno e lo ripeto a me stessa».

A proposito, ci sono ragazze nuove della fabbrica dei talenti ferrarese, l’Estense Putinati dove sei cresciuta anche tu, entrate nel giro azzurro: le hai viste?

«No, eravamo in trasferta in Coppa del mondo quando sono venute a Desio, ma so che sono state qui una settimana e mi hanno detto che sono molto brave: spero di vederle presto. Il movimento della ginnastica ritmica di Ferrara, che continua a vincere (squadra promossa in A1, titolo tricolore vinto a giugno e confermato a dicembre, ndr), ha tutta la stima e la fiducia di Emanuela Maccarani e non è cosa da poco, confermarsi per anni e anni non è mai semplice».

Dopo le Olimpiadi cosa farai?

«Faremo tante esibizioni, andremo in giro per l’Italia e poi... si vedrà».

Vacanze?

«Capodanno con le ragazze sul Lago di Como e il 2 si ricomincia ad allenarsi».