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Addio all’anno orribile della Spal: disastri in serie, in campo e fuori

Alessio Duatti
Addio all’anno orribile della Spal: disastri in serie, in campo e fuori

Collezionando errori è arrivata la retrocessione in serie C con la contestazione. Poi, il tentativo di rilancio, le delusioni e i rapporti che si sono spezzati

30 dicembre 2023
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Ferrara Il film dell’anno biancazzurro è un vero e proprio horror. Uno di quelli che, però, nemmeno gli amanti del genere apprezzerebbero. Tensioni, paure, costanti ribaltoni, insoddisfazioni e ansie hanno contraddistinto il copione. E del cosiddetto happy ending cinematografico non v’è stata traccia. In casa Spal è stato un 2023 nero, cupo, totalmente da dimenticare e anche difficile da riassumere, perché alcuni passaggi (gestionali da parte del club e prestativi in riferimento ai giocatori) generano ancor oggi rabbia e incredulità.

Gennaio L’anno solare degli estensi era partito con la grande illusione data dalla vittoria (0-1) ottenuta in emergenza a Reggio Calabria. Il seguente pareggio con l’Ascoli e la sconfitta patita a Cagliari ristabilirono la lenta marcia dei biancazzurri. Intanto la società era “impegnata” sul fronte mercato: il grande tema del dissidio che si andrà a consumare da lì a poco. In sintesi, partono i vari Thiam, Salvatore Esposito, Proia e Finotto. Arrivano Brazao, Fetfatzidis, Nainggolan (per il Ninja solo 10 presenze e 1 gol) e va ricordata la presenza eterea di Pepito Rossi.

Febbraio Il secondo mese si apre con il petardo fatto esplodere da mister Daniele De Rossi alla vigilia di Spal-Bari (3-4), con l’attacco verbale alle mosse operate dal direttore dell’area tecnica Fabio Lupo, che nella campagna di rafforzamento invernale aveva «disatteso le indicazioni date». La frattura all’interno del club è netta e ormai insanabile. Sul campo si perde, fuori si litiga e Tacopina non riesce a metterci una pezza. Tant’è che dopo il grande esodo di Venezia (altro ko, 2-1 davanti a un migliaio d’impavidi cuori biancazzurri) il popolo al rientro dalla trasferta contesta apertamente l’operato di squadra, dirigenza e presidenza. Al terzo ko consecutivo De Rossi viene esonerato: chiuderà l’esperienza ferrarese, la sua prima su una panchina, con 17 gare e 3 vittorie. Il successivo 8 giugno risolverà consensualmente il contratto con il, club di via Copparo assieme al suo staff. Sta di fatto che a San Valentino la Spal mette in sella un altro ex campione del mondo: Massimo Oddo, uomo scelto in prima persona dal concittadino pescarese Lupo, che fa il suo esordio pareggiando con il Como e ritrovando un gol illusorio da parte di La Mantia. Nella gara successiva la Spal crolla a “Marassi” contro il Genoa e più di un dissidio emerge tra Lupo e Tacopina, con quest’ultimo che decide improvvisamente di cacciare anche il suo responsabile dell’area tecnica.

Marzo L’ufficialità della mossa arriva nelle prime ore di marzo, nonché dopo la sconfitta interna con il Frosinone (0-2). Il club, dal punto di vista sportivo, è letteralmente allo sbando. Praticamente il ds Ortoli è solo e Oddo lo è ancor di più. Arriva un importante successo contro il Cittadella (in sostanza la decide il talentino Prati, pedina che si rivelerà fondamentale nel mercato estivo d’uscita come fonte d’ossigeno economico). Ma gli 0 punti raccolti tra Cosenza e Südtirol rimandano la Spal nel baratro. L’unica nota positiva è l’esordio di Nicolò Contiliano, prodotto del vivaio locale dalle valide doti tecniche e morali.

Aprile Anche qui, i sudati tre punti di Benevento vengono cancellati da alcune non vittorie. La Spal getta fieno vitale facendosi rimontare nei finali da Ternana e Brescia, impatta 0-0 a Modena e il contestatissimo 1-1 casalingo con il Perugia (segnato dal famoso gol annullato a Maistro) somiglia a una sorta di bandiera bianca ormai alzata. Quando ci si aggrappa alle possibilità della matematica, è così. Ormai non ci crede davvero più nessuno.

Maggio Tant’è che il quasi mai combattuto 2-1 di Palermo scatena un’altra contestazione (all’aeroporto, prima dei voli di ritorno di squadra e tifosi), ma qualcosa di ulteriore succede anche nello spogliatoio e uno dei primi allenamenti della settimana successiva viene interrotto per un forte diverbio tra Alfonso e il team tecnico. Il caos regna sovrano e l’inevitabile ko di Spal-Parma del 13 maggio non significa solo il matematico ritorno nell’inferno della serie C, ma anche la fine del rapporto tra la Curva Ovest (più tanti altri tifosi) e il presidente Joe Tacopina. Che nei minuti successivi al triplice fischio della retrocessione indirizza un inequivocabile dito medio verso il feudo del tifo estense che stava manifestando tutta la sua rabbia con cori di contestazione. Nei giorni successivi l’avvocato newyorkese, in conferenza stampa, racconta la sua versione rispetto a un altro episodio di screzio avvenuto successivamente e comunica che i tesserati del gruppo squadra rimarranno ad allenarsi in maniera punitiva in via Copparo anche a campionato terminato.

Giugno Tacopina, dagli Stati Uniti, inizia a non proferire più parole rispetto al futuro del club e la quotidianità vive d’interrogativi, dato che nemmeno dagli uffici del “G.B. Fabbri” arrivano rassicurazioni di alcun tipo. La piacevole distrazione, tuttavia, proviene ancora un volta di questi tempi dal settore giovanile, perché la spal under 18 di Massimo Pedriali fa il bis scudetto, vincendo 3-1 la finale a San Benedetto del Tronto contro l’Inter. A Ferrara il “Mazza” diventa teatro del maxi raduno “Operazione Nostalgia” e durante i mesi estivi ospiterà ancora la Nazionale femminile dell’Italia e l’ormai solita amichevole dell’Inter. Oltreoceano Tacopina mantiene contatti con alcuni dirigenti conosciuti nel mondo del calcio (vedi Giuntoli), facendo partire un vero e proprio casting per selezionare un nuovo responsabile tecnico al quale affidare completamente – e senza interferire – l’intera gestione. Il 23 del mese viene scelto Filippo Fusco, affiancato da Emanuele Righi. Il compito affidato ai due sarà quello di ricavare il più possibile con le cessioni, di abbassare notevolmente il monte ingaggi (a oggi comunque il terzo dell’intera serie C), d’inserire qualche elemento per fare un campionato da protagonisti con molti giovani da lanciare e di trovare un allenatore garante di tutto ciò.

Luglio È l’ora di scegliere il nuovo mister e, dopo alcuni contatti (vedi Baldini), la scelta cade sull’esperto Domenico “Mimmo” Di Carlo. Si torna a respirare un’aria più che discreta, anzi, l’entusiasmo torna alle stelle quando viene ufficializzato il ritorno di capitan Mirco Antenucci. Le basi per ripartire sembrano promettenti e un’altra pagina societaria viene girata senza particolari remore: il dg Andrea Gazzoli decide di accasarsi allo Spezia (il corteggiamento dei liguri era in corso da diverso tempo) e il nuovo direttore generale diventa Corrado Di Taranto, proveniente dal Trento. Il settore giovanile, complice la retrocessione, dovrà subire un certo ridimensionamento, ma la scelta fatta nei confronti di Massimiliano De Gregorio (nuovo responsabile, post Andrea Catellani) e Francesco Conti (figura leader dello scouting) piace e convince un po’ tutti. Tra Mezzana e Marilleva le prime sgambate dei più grandi danno buone indicazioni (arriva addirittura un pari contro i campioni d’Italia del Napoli con gol di Puletto), ma la costruzione della rosa è in netto ritardo e servirà agosto inoltrato per il completamento. Viene avviata la campagna abbonamenti: tra fedeltà, entusiasmo e nuove speranze di ripartenza si arriverà a quota 4.550.

Agosto Di Carlo accoglie più di un fedelissimo, si sceglie d’imbastire la Spal sul 4-3-3 e i tempi lunghi della serie C permettono di fare più di un test. La squadra viene presentata al “Mazza” durante l’ultima uscita non ufficiale contro l’Atalanta under 23. Nel mentre, Vito Grieco riparte con la sua Primavera (Pedriali con gli under 17) e la panchina dell’Accademia Spal viene affidata a Leonardo Rossi (il team femminile è ritornato in serie C dopo la positiva scorsa annata caratterizzata anche dallo storico successo nella Coppa locale d’Eccellenza) .

Settembre La bolgia di Spal-Vis Pesaro (1-0) genera buon feeling, ma partita dopo partita la percezione è che questa squadra abbia determinati limiti. La conoscenza con la C è durissima e a tratti inaspettata. Alcuni errori, singoli e di reparto, costano sconfitte dolorose e punti persi. La marcia va a rilento, Di Carlo predica calma, poi durante Spal-Lucchese si rompe qualcosa irreparabilmente: la gara viene sospesa per impraticabilità del campo sull’1-2 per gli ospiti, poi il tempo residuo permetterà alla Spal di riprendersi almeno il punto un mesetto dopo, ma nel bel mezzo dell’acquazzone il presidente Tacopina scende in campo portando un pallone verso la Ovest (da molti interpretato come tentativo di gesto distensivo), che però glielo rilancia indietro sentenziando una volta in più la fine del rapporto.

Ottobre Il decimo mese del 2023 si apre con la pessima sconfitta di Recanati. A pagare, come solito, è l’allenatore. Così Leonardo Colucci, subentrando a Di Carlo, diventa il sesto mister spallino in quasi tre campionati di nuova gestione societaria. Il malcontento torna a dilagare. Il dg Di Taranto risponde ad alcune critiche mosse dalla tifoseria verso l’operato di Tacopina, ma il risultato è ulteriore benzina su un fuoco già ardente. Anche con Colucci le marce rimangono basse: 5 punti in 5 partite. Del Favero perde il posto dopo alcune papere, ma vanno annotati parecchi infortuni (anche traumatici) che costringono la Spal a formazioni spesso inventate e prive di alcuni elementi qualitativi come Siligardi e Dalmonte.

Novembre I biancazzurri, al netto di tutto, restano disastrosi. L’uscita dalla Coppa Italia di C (per mano della Lucchese...) si pone in mezzo alle tre sconfitte consecutive, tutte per 1-0, con Rimini, Pontedera e Carrarese. L’unica nota positiva è la scoperta dello svincolato Bassoli, da subito uno dei pochi a salvarsi con continuità dai disastri collettivi. In questo periodo arrivano già i saluti anche del ds Righi, finito alla Nocerina per scelta professionale. La Ovest chiede a chiare lettere che venga consegnato il marchio del club alla città, ovviamente tramite il Comune con il coinvolgimento dell’assessore allo sport Andrea Maggi (la questione è ancora aperta).

Dicembre Ormai si attende solo l’annunciato ritorno in città di Tacopina per capirne di più un po’ su tutto, vista la delicatezza del presente. Ma la breve spedizione del presidente a Ferrara si trasforma in una toccata e fuga. Qualche riunione con i dirigenti, un paio di discorsi alle squadre e il gran galà natalizio con gli sponsor al teatro comunale. Colucci, nel mentre, raccoglie 4 pareggi consecutivi, “godendosi” sotto l’albero la vittoria sull’Olbia. Ossigeno da salvezza – in serie C – , ma la situazione resta ancora pericolosa e bisognosa di doverosi interventi sul mercato (l’altro svincolato Edera è già incasellato) .