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Calcio serie C

«Questa Spal, sogno svanito». Parola di Maurizio Natali

«Questa Spal, sogno svanito». Parola di Maurizio Natali

Il noto dirigente deluso dal pessimo cammino del club

31 dicembre 2023
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Ferrara Tifoso vero della Spal ed ex addetto ai lavori ancora appassionato alle dinamiche calcistiche. Tanto da poterle seguire e condividere in prima persona con tante persone ancora ben inserite nel panorama del football. Il “nostro direttore” Maurizio Natali continua a seguire con passione, e con la sofferenza di tutti i sostenitori dei biancazzurri, le vicende di casa Spal.

«Non mi sarei mai immaginato un girone d’andata del genere – esordisce Natali –, soprattutto perché molti calciatori arrivati durante il mercato estivo avevano curriculum, nomi ed esperienze di rilievo. Non saranno stati fatti investimenti, saranno anche arrivati giocatori da svincolo, ma era impossibile pensare di dire, dopo 19 turni, che la squadra fosse scarsa, nonostante il nome Spal. Sono deluso, perché non si è mai giocato un calcio vivace, attivo e propositivo».

È successo con Di Carlo e sta succedendo anche con Colucci.

«Quando le cose vanno male, non può esser sempre e solo colpa dell’allenatore, ma c’è una responsabilità collettiva. Sì, i mister possono esser più incisivi nel trovare la chiave giusta con certi giocatori, ma il problema è stato più grande. A difesa di Colucci, devo dire che quando si è accorto della condizione, ha scelto di rinunciare al gioco, ma ha pensato a non prenderle, per tentare di portare a casa qualche punto sparso e magari qualche vittoria su episodi, tipo palle inattive, contropiede, fortuna varia o errori avversari. Così facendo, siamo arrivati a una media punti di 1,40 nelle ultime cinque gare proprio grazie agli ultimi 4 pareggi e l’ultimo successo (portando quella generale a 1,05, ndr): se si potesse mantenere da qui alla fine, la Spal sarebbe destinata ad arrivare vicina all’ottavo, nono o decimo posto. Al momento ciò è però difficile da credere: per farlo bisogna alzare ulteriormente il livello».

Come sta vedendo Tacopina quest’anno?

«Sicuramente più estraniato e distaccato, d’altronde, per una persona che vive di entusiasmo non è semplice affrontare situazioni quotidiane da bassifondi. Ha fatto una visita in città (l’ultima, per la cena di Natale al Teatro Comunale di Ferrara, ndr) che è parsa più che altro doverosa nei confronti degli sponsor che sostengono il club. Vediamo se nei prossimi mesi emergeranno situazioni legate alla vendita o ad altro. Quest’anno, a differenza degli scorsi, quando sconfessava i suoi direttori sportivi, mandando via gli allenatori dalla sera alla mattina, pare abbia lasciato fare a Fusco».

Che mercato invernale dobbiamo aspettarci?

«In serie C il mercato di riparazione è difficilissimo, lo dico davvero, non è una frase fatta, perché fondamentalmente lo fa bene solo chi ha i soldi. Oppure ci si accontenta di qualche riciclo reciproco, da andare a individuare almeno con scaltrezza per le proprie necessità o per le richieste dell’allenatore. Qua e là, tra i 60 club della C, qualcuno che ha bisogno d’incassare per arrivare a fine stagione, anche vendendo qualche gioiellino, ci sarà, ma bisogna sempre aprire il portafoglio mettendo le mani in tasca».

La priorità è una punta: consigli?

«In attacco due profili che mi piacerebbero sono gli argentini Ferrari del Vicenza e Lescano della Triestina: farebbero proprio al caso della Spal, che è priva di determinate caratteristiche fisiche, offensivamente parlando».

Poi, cos’altro servirebbe?

«Se Del Favero vorrà andare, proverei a prendere un portiere, magari una riserva in serie B, per innalzare il livello del ruolo. Sono poi tre anni che vediamo la necessità di avere un terzino sinistro capace di difendere: lì va assolutamente fatto qualcosa. Meno nel resto della difesa, perché Bassoli abbiamo visto che è giocatore e ci sta, sia con Peda che con Valentini. Mi ripeto anche sul centrocampo, visto che non abbiamo uno capace di mordere fisicamente gli avversari nel recupero palla. È arrivato Edera, lo ricordo come giovane di grande talento, intelligente, con buona tecnica, ma non è un goleador e quando si prendono calciatori fermi da così tanti mesi è sempre un esperimento».

Una spiegazione alla magra andata di Antenucci e Maistro?

«Maistro è la mia delusione, non riesco a capirlo, avrà fatto due partite bene. Ha fatto meglio in B che in C. Io dico che se uno ha un po’ di orgoglio o rabbia, con le sue doti ne salta 3/4 e va in porta da solo. Tutti pensavamo potesse essere il vero sostegno della stagione. Con Antenucci siamo alle solite: giocatore che va fatto giocare non spalle alla porta, che necessita di palloni giocabili con uno o massimo due tempi di gioco, sennò fa fatica». l

Alessio Duatti

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