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Ferrara, la Spal va a lezione di cinismo: i tre temi ancora da migliorare

Alessio Duatti
Ferrara, la Spal va a lezione di cinismo: i tre temi ancora da migliorare

Di Carlo ha rispolverato i senatori ed è stato premiato

19 febbraio 2024
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Ferrara Gli sbalzi d’umore fanno parte della quotidianità e quindi anche del calcio. Ci mancherebbe. Ma nel sempre delicato caso della Spal, sono assolutamente da evitare. Sì, perché dopo il viaggio da parità sostanziale in casa dell’ultima in classifica è normale mettere nel conto un po’ di delusione per la frenata. Ma i sette punti raccolti nelle ultime tre partite – due consecutive in trasferta – rimangono un tesoretto di fiducia e sostanza da tenersi stretti per il proseguo del percorso. Il morale va tenuto alto, la posta in palio, che coincide al momento solo con la permanenza in serie C, è pesantissima e i prossimi passaggi, senza guardare troppo in là, contro Arezzo e Sestri Levante rimangono strategici. La salvezza diretta resta a pochi punti di distanza, ma la zona playout incombe e serve proseguire nel filotto di risultati utili per scacciarla prima che le calde temperature possano annebbiare le fresche intenzioni poste nel percorso dopo il ritorno in sella di Mimmo Di Carlo.

Anche il mister, come tutti, ha appreso dei punti fatti dalle dirette concorrenti (vedi Ancona, ma soprattutto Vis Pesaro) e in pratica solo Recanatese, Olbia e Fermana sembrano esser rimaste arenate nelle sabbie mobili del girone B. Il tecnico di Cassino ha altresì ammesso, detto, comunicato e chiesto alla squadra di innalzare il proprio livello di gioco. Cosa doverosa, data la qualità di più di un singolo in particolar modo nel reparto offensivo. Con la Fermana, fatta eccezione per il guizzo sull’asse Antenucci-Dalmonte, gli interpreti dell’attacco hanno steccato. Maistro e Edera non hanno inciso, Zilli e Petrovic idem, Rabbi ha perso la solita dose di duelli contro difensori tutt’altro che rocciosi e scattanti, mentre il solo Rao ha mostrato un lampo di spensieratezza pur senza quel cinismo che onestamente vien anche fatica chiedere a un ragazzo del 2006. Una bussata, ma anche più di una, sarebbe gradita dai nomi appena citati. L’asticella dell’attenzione va tenuta alta perché la Spal è stata brava a vincere due partite come quelle contro Recanatese (in caduta libera) e Pescara (in crisi nera dopo le ulteriori 4 sberle di Pesaro) ma per portarne a casa altre deve migliorare su tre aspetti. Il primo è la famosa qualità del gioco, il secondo si traduce nella continuità da prestare dentro ai 90 minuti senza blackout capaci di concedere fette di possesso e occasioni agli avversari, ma come terzo nocciolo resta anche il fatto di provare a far proprie anche le partite sporche, collose, ostiche ed equilibrate. L’Arezzo, per dire, arriverà venerdì sera al “Mazza” (prevendita dei biglietti già aperta) con 3 risultati utili nelle ultime 4 uscite (nel mini bilancio solo la sconfitta di misura col Cesena) e la questione non sarà per nulla facile. Di Carlo, comunque sia, pare intenzionato ad affrontarla con “i soliti” del momento. In campo sta andando una Spal anagraficamente più esperta in ogni reparto. Sia perché dal mercato sono arrivate diverse soluzioni in questo senso, ma il tutto sembra anche volto al volersi semplicemente affidare a chi ne ha vissute di più. A parte il portiere Galeotti (il ragazzo sta comunque facendo il suo) e l’altro giovane Peda, i cognomi della difesa con Valentini, Bruscagin e Ghiringhelli sono di lunga data. Buchel e lo stesso Carraro vengono costantemente preferiti a Contiliano, ma va detto che dai due stanno arrivando buone risposte. E ancora, l’aver rimesso nel motore capitan Antenucci è sintesi (vincente) di usato sicuro: i due timbri, aggiunti al delizioso assist dell’altro ieri, sono una risposta fattuale che non può non esser considerata nelle scelte. Il miglioramento collettivo c’è stato. Ma si può (e si deve) far di più.