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Pianete biancazzurro

Spal, errori e tensioni

Francesco Gazzuola
Spal, errori e tensioni

Lo 0-0 in superiorità numerica con l’Arezzo brucia. Ed è l’ennesima occasione sprecata per risalire la china

26 febbraio 2024
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Ferrara La Spal si è laureata con lode in "occasioni perse" e quella di Arezzo è solo l’ultima delle opportunità sprecate. Come risaputo, nello 0-0 di venerdì sera contro gli amaranto la squadra di mister Di Carlo ha giocato oltre mezz’ora in superiorità numerica in seguito alla doppia ammonizione di Masetti per fallo su Antenucci al 56’. Gli ingredienti per concludere la gara nel migliore dei modi c’erano tutti: uomo in più, grande spinta del pubblico, possibilità di uscire dalla zona playout e di allungare la striscia positiva in modo significativo. Di questi tempi, però, le "notti magiche" non sono prerogativa del "Mazza" e pare che la fitta nebbia delle ultime settimane fosse finita nella testa dei giocatori. D’altronde quando all’85’, durante la spinta finale, vengono sbagliate tre palle consecutive in fase di costruzione, regalando il possesso agli avversari, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Intanto il cronometro scorreva e il pari assumeva contorni sempre più nitidi, con gli aretini che costringevano una Spal disorientata a commettere fallo perché a un certo punto Pattarello e compagni hanno pure pensato di portare a casa la partita. Quando non si riesce a vincere dopo un secondo tempo come quello di venerdì sera, la sensazione di occasione sciupata attraversa non solo i tifosi, ma anche i giocatori, veri protagonisti e responsabili dell’esito della gara. Il clima è teso, le emozioni ancora a fior di pelle e il nervosismo prende il sopravvento. Per quanto una squadra sia unita, al triplice fischio scatta una sorta di caccia al colpevole in campo e il litigio tra Maistro e Valentini è sotto gli occhi di tutti, con Del Favero costretto a intervenire per separare i due. La delusione è palpabile e la consapevolezza che si sarebbe potuto fare meglio accompagna tutti i calciatori della Spal: da queste sensazioni nascono le scintille a cui si è assistito subito dopo il triplice fischio contro l’Arezzo. Nelle ultime due gare la Spal è imputata di aver smarrito il cinismo, un elemento "abbastanza" importante per una squadra che vuole almeno salvarsi. Ma non veniamo a sapere solo ora della scarsa percentuale realizzativa dei biancazzurri: la Spal è andata a segno in 19 delle 28 gare giocate fino a questo momento, realizzando 23 gol (quarto peggior attacco del campionato, a fronte dell’ottava miglior difesa). Dieci volte gli estensi hanno gonfiato la rete prima degli avversari, ma solo in cinque occasioni hanno conquistato i tre punti (la sesta vittoria invece è frutto della rimonta contro il Pescara). Nei restanti cinque casi in cui la Spal ha sbloccato le marcature, poi si è fatta recuperare dagli avversari: rimonta impreziosita dalla vittoria entrambe dal Perugia, mentre nelle altre tre circostanze è arrivato il pareggio. Nove le partite in cui Antenucci e compagni sono rimasti a bocca asciutta. Una squadra con determinazione si vede nelle difficoltà, ma delle nove occasioni in cui la Spal è andata in svantaggio e successivamente è stata in grado di scuotersi segnando, solo in una è riuscita a completare poi a imporsi (contro il Delfino di Zeman, appunto): nelle restanti otto si registrano cinque sconfitte e tre pareggi. Otto punti in quattro partite sono in linea con l’obiettivo salvezza diretta e molto più di quanto i biancazzurri potevano immaginarsi fino a qualche mese fa, tuttavia non riuscire a dare l’accelerata decisiva, tanto più contro squadre alla propria altezza e in occasioni favorevoli (come contro l’Arezzo), rischia di condizionare l’ambiente come già in passato. E il percorso in salita della Spal si inclinerebbe vertiginosamente.