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Basket Serie B, Ferrara-Ozzano a piccoli passi

Marco Nagliati
Basket Serie B, Ferrara-Ozzano a piccoli passi

Il presidente Riccardo Maiarelli: «Siamo vigili e accorti»

05 giugno 2024
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Ferrara Al momento (e chissà mai se ci sarà) nessun incontro tra i dirigenti di Ferrara Basket e Ozzano. Per ora strada in salita riguardo allo scambio di titoli sportivi tra le parti (B Nazionale a sbarcare nella città estense, serie B Interregionale sulla sponda felsinea). Percorso se non proprio impervio, diciamo affrontato prudenzialmente. Comprensibile e non sorprendente la risoluzione del Consiglio di amministrazione del team ferrarese svoltosi lunedì sera. «Siamo vigili e accorti» dichiara il presidente Riccardo Maiarelli. E… «E, nel caso optassimo per acquisire il titolo sportivo, ci attenderebbero passi importanti, al di là del solo aspetto economico. Si tratterebbe di mettere in piedi un’organizzazione tutta diversa, più onerosa. Come la vedo? Guardiamo tutto: non lasciamo nulla al caso. Ripeto: accorti. Confermo che, al momento, non ci sono incontri in agenda».

In realtà ieri era possibile un faccia a faccia diretto tra Maiarelli e i massimi dirigenti di Ozzano (nel tardo pomeriggio in un locale del Centergross dell’area metropolitana di Bologna), poi gli eventi hanno preso una piega diversa. La Ferrara Basket non si chiama ancora del tutto fuori, però non è una passeggiata e compiere un passo azzardato fatica – comprensibilmente – ad attivarsi nelle corde del management estense. Non soltanto per i costi che lieviteranno (tra B Nazionale ed Interregionale c’è un abisso), quanto anche per un’infrastruttura societaria che in terra estense tuttora non c’è e che richiederebbe spese supplementari. Nei giorni scorsi abbiamo stimato in almeno 800.000 euro il budget minimo richiesto per affrontare l’avventura nella categoria superiore, consapevoli peraltro che si andrebbe a giocare per la salvezza. Forse meglio, si ragiona in casa Ferrara Basket, strutturarsi un passo alla volta e magari ottenere la categoria sul campo.

A oggi, ad ogni modo, l’orizzonte rimane vasto. Il passo indietro c’è stato, ma nulla di irreparabile se si decidesse di compiere l’avvicinamento con Ozzano. I tempi sono stretti: entro una settimana una decisione va ufficializzata. Intanto i conti saranno analizzati dai commercialisti (la due diligence), fossero ritenuti accettabili andrebbe confezionata entro l’inizio di luglio tutta una serie di passaggi non esattamente da acqua fresca: riunione dei rispettivi consigli direttivi, modifica di denominazione sede, chiedere l’approvazione della Fip regionale, inviare l’incartamento alla Fip nazionale a Roma con istanza motivata.

La buona volontà è ancora in circolo, così come riflessioni e perplessità. In sette/dieci giorni o si valica il Rubicone oppure si riprogramma una B Interregionale. Al momento la bilancia è un filo più sul piano del mantenimento del campionato attuale, epperò non c’è ancora frattura. «Sicuramente stiamo valutando attentamente la possibilità fornitaci da Ozzano – dice Paolo Piazzi del Cda ferrarese -; vanno capite le condizioni economiche, quali sono i termini. La disponibilità ad approfondire l’argomento c’è tutta».

Sarà Maiarelli a rapportarsi direttamente con l’amministratore delegato ozzanese Stefano Giannasi, per definire i contorni del progetto. In gran parte tratteggiati nel Cda allargato dell’altra sera. Presenti anche il dt Stefano Michelini, il ds Andrea Pulidori e coach Giovanni Benedetto. Il segmento più tecnico del club ha presentato conti e idee sia qualora si andasse ad affrontare una B Nazionale che una Interregionale. Benedetto è ad un passo dalla firma e accetta di rimanere a Ferrara a prescindere dalla categoria. Fosse B Interregionale si ripartirebbe da Ballabio e Marchini (con Cecchetti che ha il contratto e potrebbe essere transato), in B Nazionale verrebbero ereditati i rapporti con Piazza, Cortese, Filippini e Giuliani che sono ben più onerosi rispetto a Ballabio e Marchini. Ma è ovvio. Mettiamola così: il friccicore c’è, senza lasciarsi trasportare dall’entusiasmo. Chiaro che un torneo nazionale (competitivo, difficile, adrenalinico) stuzzica piazza e dirigenti, ma la ragionevolezza impone un pensiero a medio/lungo termine e accettare un viaggio senza una rassicurante copertura economica e societaria («Organizzazione tutta diversa» si rammenti la puntualizzazione di Maiarelli) rischia di tramutarsi in un boomerang. Il fallimento del Kleb di Miozzi del marzo 2023 è ancora marchiato a fuoco nell’anima degli appassionati.

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