Ferrara, ecco Karlsson: «La Spal è uno stimolo, voglio ripagare la fiducia»
Biennale per la punta che ama Nietzsche: «Sono pieno di voglia ed energia». Possibile debutto già nell’amichevole contro il Forlì
Ferrara L’uomo del gol arriva da Iceland. Oddio, gol… Magari non una messe copiosa (in carriera di media una rete in poco meno di quattro partite ma non tutte da titolare), epperò Óttar Magnús Karlsson è considerato l’elemento ideale per la nuova Spal affidata a mister Andrea Dossena. Ufficializzato ieri dopo un inseguimento durato una decina di giorni: con subito il sì del giocatore, qualche asperità col Venezia - risolta con l’intervento del presidente biancazzurro Joe Tacopina - ha rallentato l’affare. La firma è poi giunta. Contratto biennale fino al 2026 con opzione per un’eventuale terza stagione.
È di Reykjavik (classe ‘97), il secondo islandese della storia spallina dopo Ellertsson (annata 2022). Ha fisico (190 cm per 80 kg), sa giocare spalle alle porta e talvolta prova anche ad usare il colpo di testa. Come sa la Spal, visto che l’anno scorso quando era alla Vis Pesaro il “nostro” Óttar ha proprio punito la retroguardia estense grazie al gioco aereo: «Adesso però sono qui» sorride Karlsson. In carriera 109 gare da professionista, 28 marcature. Nell’ultima stagione alla Vis in serie C ha chiuso con 29 match e 10 realizzazioni. È stato nelle giovanili dell’Ajax (Olanda) dopo essere cresciuto nel cortile casalingo del Vikingur, poi ha assaggiato una porzione di Europa: Norvegia, Svezia e Italia. Nel nostro Paese eccolo a Venezia, Francavilla, Siena e Pesaro.
Ora Ferrara, un salto di qualità e di prospettive. «L’Italia è sostanzialmente la mia seconda casa – spiega Karlsson -: mi piace la passione che c’è attorno al calcio. Così come mi trovo bene con lo stile di vita. La Spal è una realtà consolidata, mi stimola tantissimo. Sono pieno di voglia ed energia per crescere insieme». Difficile aspettarsi qualcosa di meno per un uomo che ama Friedrich Nietzsche: «Ti apre la mente». Intanto, Óttar, ci spieghi come pensa di aiutare la Spal: «Ho la cultura del lavoro, con l’intenzione costante di migliorarmi. Per arrivare, insieme alla squadra, il più in alto possibile. Sono una punta centrale, mi piace essere coinvolto nel gioco. Combinare con la sottopunta, spalle alla porta. Poi, certo, mi getto in area per buttarla dentro».
Sorrisone. Pacato. Chiaro nell’italiano che raramente chiede soccorso all’inglese, pienamente fedele al prototipo dell’islandese che dà del tu all’aplomb. In campo, ad ogni modo, non mancherà di ingaggiare battaglia. Forgiato dai campi della C. E dire che da ragazzo era un promettente prospetto dei lancieri dell’Ajax. «La mia è stata una carriera di up & down – spiega Karlsson -, ma i su e giù sono legati a tanti fattori che succedono durante una stagione. Alla Spal voglio fornire una prestazione alta per tutto l’anno, ci proviamo». Ecco, il biancazzurro. Il Mazza… «Quando ho saputo della Spal sono stato grato dell’interessamento: voglio ripagare della fiducia. Questo club ha una grande storia: non ho dovuto pensarci tanto per accettare. Se la firma è slittata un po’ è stato solo per dettagli contrattuali».
Per l’amichevole odierna contro il Forlì (serie D), al Mazza alle 18, Karlsson è stato convocato e sicuramente giocherà uno spezzone di gara. Così come il centrocampista Igor Radrezza, altro neo acquisto stagionale. Alex Casella, il diesse spallino, non ha ovviamente terminato il lavoro. Anzi, nelle prossime settimane è pronto per un’accelerata imperiosa. Difesa e centrocampo sono da rimpolpare e anche l’attacco va rifinito. In uscita sembra vicina l’intesa per cedere Thiam e Maistro alla Juve Stabia. Intanto il diesse si gode Karlsson: «Lo volevano in tanti, la trattativa non è stata facile. Ma lui ha voluto fortemente la Spal, peraltro l’abbiamo preso a titolo definitivo perché per noi questo è un investimento. Devo anche ringraziare il presidente Tacopina: i discorsi si erano arenati e il suo intervento diretto ha sbloccato la situazione. Karlsson predilige muoversi in sintonia con la squadra, le sue caratteristiche si incastrano perfettamente con l’idea del gioco di mister Dossena. I gol sono poi una conseguenza di tutto questo lavoro».