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Alessia, un’Olimpiade in due giorni. Con le Farfalle per l’ultima impresa

Sergio Armanino
Alessia, un’Olimpiade in due giorni. Con le Farfalle per l’ultima impresa

Capitan Maurelli e compagne oggi e domani in pedana cercano altra gloria

09 agosto 2024
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Parigi Inizia l’Olimpiade per l’altra metà della ginnastica. Dopo l’artistica - con le sue medaglie a squadre e singole, d’oro, d’argento e di bronzo -, tocca alla ritmica. Con una giovane campionessa a competere nel singolo e a far sognare un’altra volta l’Italia, la ventenne Sofia Raffaeli arrivata a Parigi per confermarsi "Formica atomica" e azzurra più vincente di sempre nella sua specialità. A proposito di vittorie, però, c’è anche un’inarrivabile, la più medagliata di sempre in qualsiasi disciplina, ed è proprio la "nostra" Alessia Maurelli. Il capitano della squadra italiana, di quelle Farfalle di cui ha vissuto l’intera parabola, assieme all’altra "veterana" Martina Centofanti: la rabbia di Rio 2016 e quel quarto posto che sapeva d’ingiustizia, la medaglia di bronzo a Tokyo 2020 con il dolce sapore del traguardo raggiunto solo e grazie a meriti propri. E ora? Adesso arriva la prova di maturità, il momento del commiato, che può e dev’essere all’altezza di una carriera stellare. Come per le individualiste, anche la competizione olimpica a squadre prevede solo il concorso generale, senza titoli di specialità. L’appuntamento è per stamattina alle 10 con le qualificazioni, iniziando con l’esercizio a cinque cerchi, poi alle 11.16 prenderà il via la rotazione con i tre nastri e due palle; domani alle 14 sarà già ora di finale per le prime 10 della classifica odierna. Sulla pedana alla Porte de la Chapelle Arena di Parigi l’Italia schiera gli avieri Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, e Daniela Mogurean, bronzo tre anni fa nel Sol Levante, con l’innesto dell’esordiente Laura Paris (nomen omen).

Un mix di esperienze e una novità, ma la sostanza non cambia: l’ambizione non si nasconde e la sfida a 14 squadre di oggi sarà solo il primo assaggio per pesare lo stato psico-fisico proprio e delle avversarie. Poi, a scremare sarà la classifica: domani la finale sarà solo per 8.Nel palmares dell’Accademia internazionale di Desio ci sono già due bronzi (Londra 2012 e Tokyo 2021) e un argento, quello di Atene 2004 di cui il 28 agosto ricorrerà il ventennale. Manca un gradino da scalare, per entrare nel Pantheon, insieme alla Spagna, che si aggiudicò il torneo d’esordio ad Atlanta, alla Bulgaria, che ha vinto l’ultimo, e alla Russia, regina per cinque volte su sette, ma assente in Francia, per squalifica. Sul podio, almeno una volta, ci sono salite anche la Grecia, terza in Australia, la Cina, seconda a Pechino, e, ai danni delle Farfalle quarte, la Bielorussia (anche lei out per la guerra in Ucraina), argento a Sydney e Londra, bronzo in Cina. In pedana si ritroverà certo la tradizione, ma non la storia. Allora, le allieve dell’immensa Emanuela Maccarani, "guru" mondiale della specialità, affiancata dalle allenatrici Olga Tishina e Camilla Patriarca, con la coreografa Federica Bagnera, dovrà stupirci un’altra volta.Ci sono da prendere in contropiede la Bulgaria, campione in carica, Israele, Spagna, Repubblica popolare cinese, Ucraina, Brasile e Francia, che, al pari dell’Italia, si sono guadagnate un posto a Parigi tramite i Campionati del Mondo 2022 e 2023. Poi Messico, Egitto, Uzbekistan, Australia e Azerbaigian, arrivate sulle sponde della Senna attraverso i tornei continentali, mentre la Germania ha preso il posto della nazione ospitante, opportunamente riallocato. Magdalina Minevska, Kamelia Petrova, Sofia Ivanova, Rachel Stoyanov e Margarita Vasileva hanno raccolto la difficile eredità delle olimpioniche Simona Dyankova, Stefani Kiryakova, Madlen Radukanova, Laura Traets ed Erika Zafirova, vivendo un triennio spericolato, di alti e bassi. Il team bulgaro, infatti, dopo Tokyo ha conquistato in casa il titolo iridato nel 2022, lo ha perso nel 2023 a Valencia, chiudendo al 12º posto, ed è tornato in auge con la corona europea, in Ungheria. A Parigi è probabile che la detentrice sarà insidiata da Israele, campione del mondo in carica, dalla Repubblica popolare cinese, che ha strabiliato nella World Cup di Milano, dalla Spagna, argento olimpico di Rio 2016, e dall’esplosivo Brasile, potenziale sorpresa. Poi c’è un’Italia che vuole provare il colpo grosso: in bacheca manca solo l’oro.