Nuova Spal, serve tempo
Gruppo precario in fase di preparazione e ora spuntano i limiti. La maggior parte dei giocatori partita per il ritiro estivo è stata ceduta
Ferrara Dovrà sudare parecchio per figurare come una vera squadra, la Spal di mister Dossena. Ad oggi la formazione di via Copparo che scende in campo assomiglia piuttosto ad un accrocco di undici individualità, più le riserve naturalmente, ma solo quando vengono portate in panchina e così non è stato a Perugia, complice la contemporanea chiusura della finestra di calciomercato: difficile senza sostituti cambiare le sorti di una partita.
Il rischio che sia stata costruita una Spal per superare l’anno potrebbe saltare in mente a più di uno spettatore, in particolare a coloro che hanno assistito alla gara del “Renato Curi” contro il grifone biancorosso, dal televisore del bar o dal divano di casa ma soprattutto dagli spalti dello stadio umbro, dove 169 anime biancazzurre si sono sobbarcate una “comoda” trasferta di quasi 300 km per presenziare alla rovinosa sconfitta spallina per 3-0.
Senza inventarsi nulla, è stato lo stesso Andrea Dossena ad elencare i limiti della squadra emersi nella trasferta perugina: attacco poco incisivo («Tolta l’occasione di Antenucci, non abbiamo avuto altre palle gol», ha ammesso il tecnico), centrocampo inconsistente, difesa confusionaria. Tuttavia, per come stanno le cose, probabilmente sarebbe complicato fare di meglio di così (si ricordi comunque la rimonta contro l’Ascoli), dato che questa Spal di inizio settembre manca di preparazione.
Spirito di squadra, intesa sul terreno di gioco, automatismi tra i giocatori: deficit di cui la compagine estense soffre, ma d’altronde come può essere diversamente quando la maggior parte degli interpreti intorno a cui è stata ideata la “nuova” Spal ha fatto il proprio ingresso al centro sportivo di via Copparo da poco più di un mese, al massimo. In più, al ritiro di Mezzana, circostanza tra le più importanti per gettare le basi della nuova stagione, non c’era nessuno dei dieci acquisti: non una novità nell’economia del calciomercato estivo – difficilmente si è vista una rosa completa a luglio –, ma questo implica un periodo di lavoro più dilatato per mettere a punto alcune dinamiche di squadra: caratteristiche sopracitate che oggi si vedono a fatica nella Spal.
Si è parlato del ritiro estivo, a cui non era presente neppure la spina dorsale dell’attuale formazione di mister Dossena (Radrezza è stata ufficializzato mentre la squadra era in Trentino, poi a catena Karlsson, Bachini e Melgrati), ma c’è di più. 14 dei 26 giocatori che si sono allenati tra le montagne della Val di Sole hanno lasciato Ferrara una volta tornati dal ritiro: chi è stato ceduto ancor prima di rientrare al quartier generale di via Copparo (vedi Carraro al Vicenza), chi ha aspettato l’ultimo giorno disponibile, sul gong di fine mercato (è il caso di Tripaldelli e La Mantia).
Qualcun altro, invece, non era neppure partito per Mezzana, continuando ad allenarsi al “G.B. Fabbri” perché considerato in uscita: si tratta di Marcel Büchel, mai ceduto e ora fuori rosa. «Provate a spiegare a quel bambino che non giocherà più», ha scritto il centrocampista sui propri profili social: l’ex Ascoli (dove peraltro sembrava dovesse tornare) si ritirerà dal calcio giocato o alla fine si trasferirà in serie D oppure all’estero laddove il mercato sia ancora aperto?
Non dev’essere facile, dunque, gettare le basi per una nuova stagione con giocatori che vestiranno la maglia di un’altra squadra. 12 dei partecipanti al ritiro saranno anche rimasti, ma la colonna centrale della Spal è arrivata nel corso di agosto o addirittura in chiusura di calciomercato. Vanno così a dilatarsi i tempi per vedere una squadra in piena condizione, anche perché il capitolo acquisti non è ancora chiuso: Alex Casella porterà all’ombra del Castello Estense un altro rinforzo per la rosa – pescato tra gli svincolati – che andrà necessariamente inserito in un meccanismo tutto ancora da rodare.
La nuova Spal non assomiglierà a quella di Perugia e questo può quantomeno essere un sollievo. Ci saranno da introdurre gli ultimi innesti: Mignanelli sulla corsia sinistra arretrata e Calapai sulla destra, nella speranza che arrivi El Kaddouri arrivi per posizionarsi a centrocampo e, perché no, anche un nuovo attaccante che possa far rifiatare Karlsson e Antenucci.