La medaglia olimpica tra i bimbi a Ferrara
La capitana della Nazionale di ritmica Alessia Maurelli ospite all’Educamp del Frutteti. L’atleta: «Dopo le sconfitte mi sono sempre rialzata e così sono arrivate le vittorie più belle»
Ferrara Bronzo alle Olimpiadi di Parigi, l’atleta in assoluto più medagliata di sempre a livello internazionale, una splendida ragazza che ha toccato il cielo con un dito, conservando la sua semplicità, con la disponibilità e la naturalezza che la contraddistinguono. Mattinata speciale, quella di ieri, per i giovanissimi partecipanti dell’Educamp Frutteti, che hanno ricevuto la visita di Alessia Maurelli, capitana della Nazionale di ginnastica ritmica, reduce dai Giochi. Medaglia al collo, Alessia ha trascorso la mattinata assieme ai partecipanti al camp in via del Salice: autografi, foto e le risposte alle domande arrivate dai ragazzini.
«Ho iniziato a praticare ginnastica ritmica a 8 anni e ora ne ho 28 - si racconta Alessia -, per partecipare alle Olimpiadi bisogna prepararsi tantissimo. La prima medaglia olimpica è arrivata a Tokyo ed è stata un’emozione incontenibile, ma ho partecipato a tre Olimpiadi e a Rio, nell’edizione precedente, eravamo arrivate quarte». Arrivare a un’Olimpiade è il sogno di ogni sportivo, vincere una medaglia qualcosa di più: «Prima ho partecipato a molte gare, ne ho vinte molte e perse, con la mia squadra abbiamo lavorato tanto, sacrificando il nostro tempo per riuscire ad arrivare sul podio delle competizioni internazionali e olimpiche». C’è chi le chiede quale sia l’attrezzo preferito: «Mi piacciono tutti: cerchio, palla e nastro. Usandoli sempre tutti, ho differenti preferenze, per alcuni elementi il cerchio, per altri la palla o il nastro». Al centro, il bronzo parigino: «Dopo averlo vinto, mi sono sentita molto felice: partecipare alle Olimpiadi era il mio sogno, sul podio realizzi che ne hai coronato uno ancora più grande. Dopo molto tempo comprendi quanto fatto con la squadra, impresa che resta nella storia. Ho vinto 62 ori nelle competizioni internazionali, la gioia più bella è quella di poter cantare l’Inno italiano con la mia squadra. Il segreto del mio successo? Tantissima dedizione al lavoro. Molte altre ginnaste sono tanto brave: partendo dal talento, chi poi s’impegna con costanza ottiene i risultati. Ci vogliono un’impostazione mentale e fisica forti, quello che mi ha portato a partecipare a tre Olimpiadi è la voglia e la passione di centrare un obiettivo».
Alessia Maurelli ha poi parlato dei passaggi salienti della sua carriera: «Ho vissuto tanti momenti belli, allenamenti riusciti particolarmente bene e tutte le volte che siamo salite sul podio. I momenti brutti? Molti. Quando tocchi il fondo, puoi restare lì o risalire: dopo tutte le volte che ho deciso di risalire, beh, sono arrivati i momenti più belli. Devo molto dei miei successi a famiglia, compagne e allenatrici».Ora Alessia guarda anche oltre la sua carriera agonistica: «Ci sono tante belle cose che vorrei fare. Alle Olimpiadi a Los Angeles penso che non arriverò, ma ho molte altre passioni: ho scritto due libri, mi piace il giornalismo, mi piacerebbe lavorare nell’ambito sportivo, restando a contatto con i bambini. L’Olimpiade preferita? Ognuna ha avuto un aspetto più bello di un altro: a Tokyo c’era il cibo migliore, a Rio il villaggio olimpico più bello, a Parigi il palazzetto più bello. La proposta di matrimonio? Riceverla dalla persona che ami è ancora una cosa più grande: è stato uno dei giorni più belli della mia vita».