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Ferrara, la ricetta di El Kaddouri: «Spal, seguiamo il mister»

Alessio Duatti
Ferrara, la ricetta di El Kaddouri: «Spal, seguiamo il mister»

La mezzala: «Dossena ha qualità, qui un ottimo gruppo»

06 settembre 2024
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Ferrara Un mesetto a respirare l’aria di via Copparo, al fianco del suo grande amico - oggi allenatore - Andrea Dossena, ed ecco Omar El Kaddouri metter da parte ogni possibile offerta giunta sul suo conto dalla Grecia e siglare con la Spal un accordo che lo terrà a Ferrara sino al termine della stagione. Un’avventura che il marocchino (classe 1990) con cittadinanza belga (nato a Bruxelles) desidera vivere al meglio, già da qualche possibile minuto in Spal-Lucchese.

El Kaddouri, ci spiega com’è andato questo mese prima della firma?

«Sapete tutti che conosco il mister, dunque inizialmente avevo chiesto di potermi allenare per rimanere in forma fisica e la cosa iniziale era questa. Poi devo dire che con il passare delle settimane qui mi sono trovato molto bene con tutti: giocatori, direttore, staff e ho conosciuto anche il presidente. L’ambiente mi è piaciuto tanto, così come l’atmosfera vissuta allo stadio durante la partita con l’Ascoli. Allora ho iniziato seriamente a pensare che questo potesse essere il posto giusto, anzi perfetto, per rientrare nel calcio italiano. Nonostante le retrocessioni degli ultimi anni la Spal è un club importante e il suo posto non è la serie C».

Obiettivi e visione all’inizio di questa nuova avventura?

«Voglio tornare al 100%. Mi sto allenando bene, ora serve soltanto trovare il ritmo partita che logicamente manca. Alla Spal ci sono molti giocatori buoni, anche giovani, quindi spero di poterli aiutare con la mia esperienza e con alcuni consigli maturati nel corso del tempo trascorso in campo. Nel gruppo ci sono anche ragazzi con una lunga carriera in campionati importanti, oggi siamo tanti nuovi e credo che pian piano miglioreremo, trovando l’amalgama».

Torniamo sul suo rapporto con Dossena. Amici dai tempi del Napoli?

«Si, anno 2012. Io ero molto giovane, arrivato dal Brescia, giocavo poco e lui mi aiutò molto. Era già un giocatore formato, aveva fatto la sua esperienza al Liverpool e tra di noi c’è stato un grande rispetto. Quando venivo impiegato eravamo uno di fianco all’altro perché lui faceva il quinto e io la mezz’ala sinistra. Nel momento in cui ho saputo che era venuto qui ad allenare l’ho contattato personalmente per sapere se c’era la possibilità di aggregarsi. È la prima volta che vengo allenato da un mio ex compagno, forse sono un po’ vecchio (ride; ndr). A qualche ragazzo nello spogliatoio ho detto che il mister mi ha sorpreso molto. Non me l’aspettavo così, penso che se continuerà a lavorare sulle sue idee in futuro potrà fare belle cose. È preparato, ha la voglia dentro, vuole trasmettere e insegnare».

Lei manca dall’Italia da ben 7 anni.

«Ne ho trascorsi 6 in Grecia trovandomi benissimo sotto ogni aspetto. I miei bimbi sono innamorati di Salonicco e il campionato, troppo spesso sottovalutato, è invece di buon livello. Ho vinto, ho giocato competizioni europee ed è stato per me davvero bellissimo. Lo scorso anno, invece, dopo i primi 6 mesi da svincolato sono andato in Romania (al Cluj; ndr) e non è stato facile inserirmi. È stata un’esperienza, ma adesso mi mancava troppo l’Italia».

Come vede la serie C?

«Ci ho giocato nel 2010, so cosa serve per competere. Ho visto un buon livello di competitività, credo anche più alto della A rumena. È un campionato difficile, dove bisogna lavorare e sudare. Io paradossalmente ho fatto più fatica in B che in A».

Ruolo esatto?

«In carriera ho giocato un po’ ovunque a centrocampo, sulla trequarti e ho fatto anche il play davanti la difesa. Diciamo che la collocazione ideale è da mezzala perché in quel ruolo posso toccare anche tanti palloni».