Spal con un tris da giocarsi. Ma dietro sono solo giovani
El Kaddouri e Büchel indisponibili, Nador e Kane le alternative
Ferrara Metti una variabile (le Nazionali), aggiungine un’altra (gli infortuni) e poi un’altra ancora (la mancanza di almeno un altro elemento nel reparto) e spunterà la cosiddetta coperta corta. Che nulla c’azzecca con l’abbassarsi delle temperature in questa prima fase dell’autunno. La trapuntina, giusta giusta per ricoprire le (quantomeno iniziali) necessità è quella del centrocampo spallino. A Campobasso, però, si andrà con gli uomini contati. È una delle tante difficoltà di quest’inizio che mister Dossena dovrà esser bravo a gestire, assieme al contributo dei disponibili del gruppo, chiamati a dare il massimo anche per sopperire a determinate mancanze.
Per portar via il bottino dallo stadio “Antonio Molinari-Avicor” la Spal dovrà far bene i conti e impostare un piano gara sostenibile tecnicamente, tatticamente e fisicamente. La squadra, infatti, si presenterà in Molise con tre titolarità pressoché sempre vissute nelle rotazioni della zona mediana, ma poi in panchina avrà ricambi non da prima linea. Büchel – addirittura ritrovato come titolare a Rimini – è impegnato con la propria nazionale del Liechtenstein (doppio appuntamento casalingo, ieri sera amichevole con Hong Kong, domenica pomeriggio gara di Nations League contro Gibilterra) e quindi in Molise sarà fuori dai giochi. Meno uno.
El Kaddouri si sta riprendendo dall’infortunio muscolare patito a Solbiate Arno contro il Milan Futuro, ha ripreso a correre sui manti erbosi del “G.B. Fabbri” dando buoni segnali, ma per il suo rientro bisognerà pazientare ancora un po’. Meno due.
Parravicini, tra un accertamento medico e l’altro, non è mai rientrato operativamente in gruppo. Boccia è un giovane che ha trovato la convocazione per la panchina solo alla prima contro l’Ascoli, mentre gli unici due da poter coinvolgere – al di là degli impieghi fuori ruolo – sarebbero Nador e l’ancor più giovane Kane. Il giocatore togolese, che lo scorso anno più di una partita buona l’aveva messa in cascina, è vistosamente in difficoltà e anche nel quarto d’ora di Rimini ha manifestato tutta la poca fiducia del momento. Il 2005 della Costa d’Avorio, invece, è un ragazzo che in 4 circostanze ha preso il suo gettone di presenza, ma sempre da una decina di minuti.
Impossibile non ipotizzare un terzetto di partenza composto da Zammarini, Radrezza e Awua: a loro tre sarà chiesto di tenere duro per l’intero arco della partita, nella speranza di un lavoro collettivo privo d’intermittenze. Tutti e tre, fin qui, sono andati a corrente alterna. Ma anche nella discontinuità singola (e di reparto) hanno mostrato qualità che, se ben miscelate, potrebbero dare alla squadra un sostegno domenicale capace di andare oltre ogni difficoltà.
Oggi e domattina mister Dossena tenterà di allineare gli ultimi codici, con un occhio specifico indirizzato alla zona nevralgica. Una trasferta come quella di Campobasso richiede un ulteriore step rispetto a quello già confortante (ma incompleto) proposto a Rimini. Se poi si vincesse, anche in egual maniera, andrebbe bene lo stesso.
Il tecnico biancazzurro parlerà già oggi in conferenza stampa, visto che nel giorno della vigilia i tempi post allenamento saranno più ristretti. Domani, infatti, una volta chiuse le docce di via Copparo il pullman brandizzato Spal inizierà a percorrere i quasi 600 chilometri che separano Ferrara da Campobasso, attraversando le intere coste di Marche e Abruzzo, prima d’immergersi nell’entroterra molisano e sfiorare anche Roccavivara, paese natio di Mirco Antenucci. Una notte di concentrazione e riposo, sotto il cielo di Campobasso. Poi sarà mezzogiorno di fuoco. l
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