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Spal, gli esterni annaspano ma avanti con la difesa a cinque

Alessio Duatti
Spal, gli esterni annaspano ma avanti con la difesa a cinque

Dossena prosegue con l’idea di coprire di più la Spal per non prendere gol. Mignanelli e Calapai decisivi ma dopo un grande inizio ora sono in riserva

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Ferrara La probabilissima riproposizione della difesa a cinque nella trasferta di Arezzo va letta più come una questione di momento che di uomini a disposizione. La Spal e mister Andrea Dossena tentano di uscire dalla crisi (e di salvare la panchina) con l’idea di confermare la più vasta copertura possibile degli spazi sul rettangolo verde.

Il famoso “prima cercare di non prenderle” - già visto per necessità da Colucci, circa di questi tempi un anno fa - è una specie di motto non pronunciato per evitare di trascorrere giornate come quella di Campobasso e di dare alla squadra i compiti più semplici ed elementari da applicare. Che poi, appare abbastanza scontato, ma va ribadito: non è mai solo una questione di moduli o di schemi. Ma è al tempo stesso evidente che il tentativo di correzione visto in Spal-Pescara ha perlomeno permesso alla squadra di applicarsi dentro ai nuovi concetti dello scolastico 5-3-2 subendo il gol sconfitta “soltanto” sull’ennesimo calcio piazzato.

E così come gli abruzzesi, anche l’Arezzo di Troise dovrebbe giocare con il 4-3-3. Insomma, piazzare un uomo in più nel cuore della difesa a controllo della punta centrale, utilizzando al tempo stesso i famosi braccetti per i raddoppi ai quinti contro gli esterni offensivi avversari pare una discreta miscelata per mettere la Spal nelle migliori condizioni per tentare di star più ordinata e di contrattaccare. Poi ci vorranno altri ingredienti: dallo spirito, al cuore, passando per la voglia, la fame e la cattiveria.

E nel discorso “a cinque” vanno approfondite anche alcune singole situazioni. Arena sarà fuori causa, Bachini è sofferente, Bassoli pare recuperato ma va meglio compresa l’idea del suo impiego e quindi si apre il possibile scenario della riproposizione di Bruscagin, Nador e Sottini. Il togolese, chiamato in extremis in un ruolo che non praticava da tempo, deve confermare l’impegno messo col Pescara dando un senso al suo avvio d’annata decisamente infelice. Bruscagin e Sottini (ma varrebbe anche se come mancino venisse scelto Bassoli) sono decisamente più a proprio agio nel non giocare in linea per quanto uno possa esser eventualmente sfilare di qualche metro rispetto al compagno, mentre un capitoletto a parte lo meritano gli esterni. Calapai e Mignanelli sarebbero due terzini a tutta fascia mica male, nel normale ordine delle cose. La pratica attuale, però, parla di un doppio serbatoio con autonomia abbastanza limitata ma la speranza va riposta in un rifornimento fatto in questa intera settimana di allenamenti. Anche perché è evidente la situazione di carenza in rosa in quei ruoli. Quelli che sarebbero “i vice” - Polito e Ntenda - non sembrano dare le giuste garanzie e più di una pezza a gennaio (anche qui) servirà.