Niente da fare per la Sella Cento: Cantù è fuori portata e arriva la sesta sconfitta di fila
Primo tempo da incubo per la Benedetto e reazione solo nel finale
Desio (Mb) La Sella paga un primo tempo da incubo sotto i colpi della capolista, in grado di far subito la voce grossa e creare un gap importante; reagisce per limare un passivo a metà partita troppo pesante; ma Cantù è una di quelle squadre oggi decisamente fuori portata, una di quelle partite quasi ingiocabili per la Sella contro una big, una corazzata. Profonda con tecnica, fisico e talento. Nemmeno ci si accorge dell’assenza del playmaker americano McGee perché l’Acqua San Bernardo è così profonda da poter sopperire anche all’assenza di uno straniero. Alla Sella manca Sperduto, fermato all’ultimo da un problema ad un dito. Sia chiaro, Sperduto non è McGee, ma in proporzione, se si tiene conto di roster e rotazioni, la mancanza dell’esterno romano pesa, forse più di quelle dello straniero per Cantù.
Tiene quel che riesce la squadra di coach Di Paolantonio, punita da una pioggia di triple fin dal primo parziale. L’unico a tener testa all’armata canturina è Davis che ingaggia un bel duello con Basile, 7-7 al 5’. Troppo bello per essere vero, l’incantesimo svanisce presto. Cantù alza i ritmi della partita e in transizione colpisce a ripetizione; entra Henderson dalla panchina, poco concreto e Cantù scappa trascinata dai canestri di Baldi Rossi, 24-16 al primo mini riposo. È già la fuga buona, troppa differenza in campo, troppa fisicità, troppi secondi tiri quando necessari perché Cantù tira ancora con percentuali irreali anche se la difesa sugli esterni non è quella dei giorni migliori; il centese Moraschini infierisce; dalla lunetta, in entrata, da tre punti. È 35-19 al 13’, siamo a un tiro al bersaglio al quale si aggiungono Piccoli e Valentini; 40-20 al 14’ e partita con poche possibilità di essere riaperta. Di avvicinarsi al ferro giocando col pivot non se ne parla, il pitturato di Cantù è intasato e invalicabile. Ci prova Davis il solo ad attaccare l’area con coraggio. Per il resto molta circolazione di palla sul perimetro alla ricerca di un tiro pulito, ma senza percentuali dignitose c’è poco da fare; 53-27 al 20’ con un canestro all’ultimo secondo regalato a Cantù che di regali non ha bisogno.
La partita è virtualmente andata, adesso c’è solo da salvare la faccia, da dare un segnale di presenza, di attributi. Nobile e Benvenuti iniziano a giocare a due servendo il pivot, meglio tardi che mai. E Delfino ricorda a tutti che lui nove anni in Nba c’è stato per davvero; Di Paolantonio propone la zona che sporca i passaggi e produce una bella rimonta; Cantù non segna per quasi 5 minuti, il risultato non torna mai in discussione perché la voragine è troppo ampia, ma il segnale di vita porta la Sella sul 58-44 al 26’. Ci si accontenta anche di questo. La reazione piace, tuttavia resta fine a se stessa perché il risultato è deciso ormai da parecchi minuti; nell’ultima frazione di gioco gli schiaffi finali sono una schiacciata poderosa di Basile ed una tripla di Moraschini, che viene impiegato parecchi minuti da playmaker, 73-53 al 35’. Ultimi sussulti d’orgoglio di Delfino, l’ultimo ad alzare bandiera bianca, poi garbage time e spazio per tutti: 85-65 alla fine. È vero che nella pallacanestro tutto è possibile; il campionato è molto livellato, le sorprese possono arrivare quando meno te lo aspetti. Ma anche Cantù fa parte di quel gruppo di squadre oggi inarrivabili perché troppo più forti. Almeno in trasferta. In casa chissà. Ci si accontenta di una bella reazione con una zona ben organizzata, dei canestri da tre di Delfino, della presenza di Davis. Però accontentarsi presto non basterà più.