Spal, serve lo psicologo
Il blocco mentale condiziona le prestazioni e i risultati. Ma non c’è tempo per fermarsi, martedì è già decisiva
Ferrara Il fondo della classifica non è ancora stato toccato perché c’è il Legnago. Ma la situazione numerica (e non solo) della Spal verso il turno infrasettimanale che si giocherà a poche ore da Halloween è di quelle che fanno paura. Spal-Pianese non sarà però una questione di “dolcetto o scherzetto”. Un’eventuale vittoria genererebbe soltanto un piccolo passo verso momenti più sereni. Un mancato successo, invece, sarebbe tutt’altro che un semplice scherzo, ma l’ennesima conferma della brutta piega che sta prendendo quest’ulteriore stagione sportiva sotto la gestione Tacopina. E per il momento tralasciamo la successiva trasferta di Terni che andrà a chiudere il secondo trittico stagionale iniziato col ko di Arezzo. Partita nella quale i biancazzurri hanno giocato meglio degli avversari nel primo tempo, ma che sulla falsa riga di Rimini (stavolta in parità numerica) ha accentuato tutta la fragilità del sistema di squadra non appena gli avversari si sono dati una svegliata iniziando ad attaccare con decisione e convinzione.
Sta facendo troppo poco la Spal per scacciare i pericoli che arrivano dalle sue parti. Si dica pure che con il 5-3-2 la squadra tiene meglio il campo in termini di copertura, questo è innegabile e va bene. Ma se poi si prendono i soliti gol per disattenzioni individuali, cosa conta il (costante) richiamo a moduli, numeri e tattica? La Spal contro il Pescara e l’Arezzo - in modalità 5-3-2 - avrà fatto anche meglio rispetto ad altre uscite, ma anche i primi tempi nelle esterne di Rimini e Campobasso, giocati con moduli diversi dalla scelta attuale, erano stati sulla medesima falsa riga. Eppure si è perso in egual maniera. Dossena e lo stesso Bruscagin nel post partita di Arezzo hanno scacciato ogni discussione dal tema della condizione fisica (eppure qualcosa lo si potrebbe dire, visto che un altro crampo di rilievo ha colpito il 2006 Rao sul finire di gara), focalizzandosi per intero sul problema psicologico che attanaglia il gruppo. Fattore d’analisi che può anche essere condivisibile, ma cosa si può fare se alla prima punzecchiatura degli avversari si crolla in questo modo?
Ferrara genera pressioni e la maglia in questo specifico momento sta pesando più del solito, innegabile. Ma è dura appurare che gli stessi professionisti che hanno - a più riprese - manifestato la volontà di esser venuti a giocare alla Spal non riescano a dimostrare un certo tipo di reazione. L’impegno durante la settimana e la discreta applicazione sul campo non stanno bastando. E non saranno sufficienti nemmeno contro la neopromossa Pianese, che si presenterà al “Mazza” con un giorno in più di riposo e con l’entusiasmo di chi vuol scrivere un’impresa. Fabio Prosperi, allenatore dei bianconeri, ha visto la Spal direttamente dalla tribuna di Arezzo e a Ferrara chiederà il massimo sforzo ai suoi (in particolar modo nell’adeguarsi al rettangolo verde di Corso Piave, decisamente più grande rispetto al proprio casalingo).
Dossena, che si giocherà le proprie ultime carte sulla panchina di via Copparo tra domani e sabato a Terni, ha scelto di svolgere la seduta di rifinitura al “Mazza” nel pomeriggio odierno. Il tecnico dovrà poi capire che squadra schierare. Se Calapai starà bene giocherà ancora a destra, altrimenti ballottaggio aperto tra Polito e D’Orazio. Bassoli potrebbe rientrare in difesa, mentre Radrezza si candida per dare il cambio a Buchel davanti alla difesa. El Kaddouri dovrebbe finalmente tornare a far parte dei convocati, ma altre scelte determinanti riguarderanno il reparto offensivo. Se Rao non avrà recuperato a sufficienza potrebbe ricomporsi la coppia Antenucci-Karlsson, visto che Bidaoui sta assaggiando il campo col contagocce.