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Spal, da riserva e in partenza a titolare: Nador si riscopre necessario

Alessio Duatti
Spal, da riserva e in partenza a titolare: Nador si riscopre necessario

Il giovane togolese ha trovato la sua dimensione nella difesa a 5 ed è sempre più titolare

09 novembre 2024
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Ferrara Solo il calcio è capace di cambiare scenari, anche personali, in un lampo. Esistono semplici episodi che fanno scattare qualcosa in maniera impensabile. Così, Steven Folly Nador in poche settimane è passato dal vivere la Spal ai margini di ogni scelta tecnica all’essere l’insostituibile del nuovo reparto difensivo a 5 e non solo per la mancanza di alternative di questo periodo. La storia del ragazzo togolese nato in Germania nel 2002 è assai particolare, contraddistinta da perenne discontinuità, ma anche grande speranza di prospettiva.

Dopo aver passato la prima parte della scorsa annata tra gli alti e i bassi di Ancona, ecco Nador rientrare dal prestito durante il freddo inverno. Il ritorno in panchina di mister Di Carlo era combaciato con i suoi primi 13 minuti (da difensore) per respingere gli assalti finali in Spal-Recanatese 1-0. Seguirono diverse panchine, poi nelle ultime 6 di campionato erano arrivate 5 titolarità e uno spezzoncino, ma come centrocampista. In molti ricorderanno la standing ovation dedicata a Steven del “Mazza” contro la Carrarese del 23 marzo, dopo una prestazione dominante a copertura quasi totale del terreno di gioco. In estate la Spal non ha mai pensato di privarsi di lui, pensandolo come certa garanzia per le rotazioni di metà campo. Le prime uscite contro Ascoli, Perugia e Lucchese, dentro a un altro tipo di calcio (più offensivo, dinamico e verticale) come quello di mister Dossena, hanno manifestato le totali difficoltà di feeling del ragazzo. Prestazioni negative, sostituzioni, sfiducia maturata dentro sé stesso e – a quanto pare – anche una non eccezionale applicazione settimanale (numeri bassi nei test atletici) in avvicinamento agli impegni. Nador finisce così più volte seduto in panchina e nei piccoli scampoli in cui viene chiamato per necessità (Milan Futuro e Rimini) si presenta totalmente fuori partita, facendo più danni che altro. Steven non sembra più essere una risorsa spendibile e nella testa di tutti (forse anche nella sua) si attende solo il mercato di gennaio. Fin quando l’infortunio di Arena nel riscaldamento di Spal-Pescara gli spalanca la possibilità di giocare – senza le pressioni e i pensieri dell’attesa – come centrale, difensivo in un ruolo che poi mister Dossena definirà «ideale» nella sua idea di calcio e come visione generale per la carriera del togolese.

Il fatto di giocare come ultimo dietro comporta un doveroso mantenimento totale della concentrazione, alcune uscite sull’uomo che Nador svolge agevolmente grazie alle sue doti fisiche e una prima fase d’impostazione che lo stesso ha provato a imbastire con tempi d’uscita rapidi e con coraggio. Nelle ultime sfide è sempre risultato uno dei migliori della squadra e senz’altro del reparto, mostrando un livello elevato, pur senza mai toccare la perfezione. A volte, infatti, è rimasto inguaiato nei frame fotografici dei gol subiti. Nulla di clamoroso in termini di colpe addossate, ma oggi la ricerca necessaria per fare un altro passo in avanti è quella della totale garanzia di solidità. Spal-Pineto sarà la prima occasione utile.