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Spal, Baldini in pole per la panchina ma Tacopina pensi alla soluzione interna

Francesco Dondi
Spal, Baldini in pole per la panchina ma Tacopina pensi alla soluzione interna

L’allenatore che Casella vorrebbe è ancora legato al Lecco che sta valutando se richiamarlo: il suo curriculum è comunque assai negativo. L’altra strada porta ai ferraresi protagonisti.

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Ferrara Da ieri, subito dopo la sconfitta con il Milan Futuro, il telefono di Alex Casella è bollente con allenatori, procuratori e spin doctor che propongono candidature per la panchina su cui ancora (ma per quanto?) siede Andrea Dossena.

Al momento il prescelto dal direttore sportivo spallino – per la prima volta finito al centro della contestazione della Curva Ovest in cui sono state usate parole che vanno anche oltre l’aspetto prettamente sportivo relative alle scelte di mercato – è Francesco Baldini. Più indietro, tra i nomi proposti, ci sono Colavitto, ex Ancora ed Edoardo Gorini, ex Cittadella.

C’è un però: Baldini è vincolato al Lecco da un ricco contratto che scade nel giugno 2026 e su quelle basi vorrebbe ragionare con Casella. Alla questione contrattuale, c’è un ulteriore tema: il Lecco sta meditando di esonera mister Volpe, richiamando proprio Baldini. 

In sostanza se Casella volesse davvero portare il tecnico a Ferrara dovrebbe aspettare le mosse del Lecco che ha comunque in mano il futuro di Baldini: se lo vuole in panchina allora lo richiamerà e a quel punto l’allenatore potrebbe anche rifiutare e rescindere; se non lo vuole più alla guida della squadra retrocessa quest’anno in C allora dovrebbe quantomeno liberarlo, alleggerendosi di un cospicuo ingaggio.

E il fronte economico non è secondario a Ferrara dove Casella da quasi un anno fa mercato senza particolari economie, prova ne sono le ultime operazioni di gennaio con Spini, Paghera e soprattutto i due prestiti dalla Vis Pesaro oltre all’uscita di Buchel e quella che dovrebbe arrivare di Radrezza. 

La decisione sarà presa nelle prossime ore con la famosa e attesa call in cui ci sarà anche Joe Tacopina insieme ai soci e consiglieri vari oltre al direttore generale Luca Carra. 

La soluzione interna

E’ vero che da fuori è sempre facile giudicare e parlare ma visto il curriculum non certo entusiasmante di Baldini in panchina e la situazione attuale della Spal qualche riflessione è necessario farla. Ha senso prendere un allenatore che non conosce la squadra, non conosce l’ambiente e senza neppure più la possibilità di tamponare con il mercato invernale? Oppure contro il clima cupo che aleggia sulla Spal servirebbe un raggio di sole, anche soltanto minimo? E se la Ovest canta “siamo noi la Spal”, inteso come popolo spallino di ogni settore, classe sociale e grado, forse qualche spallino in più a guidare la squadra potrebbe anche non essere una cattiva idea. Quel poker la Spal ce l’ha già in casa, è a libro paga e non ha ambizioni di gloria personale perché viene prima di tutto il senso di appartenenza come del resto già dimostrato negli anni e mesi scorsi: Massimo Pedriali allenatore, Eros Schiavon vice, Andrea Brunello a supervisionare i portieri e Carlo Oliani a ridare brillantezza a una squadra sulle gambe. Tacopina ci pensi, forse per una volta le soluzioni sono meno complicate e fanno meno rumore delle strategie esotiche. A Modena, dove lavorano due dirigenti che a Ferrara hanno lasciato un grande ricordo come Andrea Catellani e Alessandro Consolati, hanno fatto centro con Paolo Mandelli e l’ex tecnico dell’under 16 della Spal, Michele Troiano. Sempre che Casella accetti e spenga il telefono dopo aver chiamato Dossena per ringraziarlo del lavoro svolto.