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Spal, record di risultati negativi. Ora va chiuso il periodo peggiore

Francesco Gazzuola
Spal, record di risultati negativi. Ora va chiuso il periodo peggiore

Cinque ko di fila non si vedevano dall’anno della retrocessione dalla serie A. Soliti problemi di atteggiamento e adesso anche la poca incisività in attacco pesa

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Ferrara Nella stagione corrente si è parlato, a cadenza regolare, di “peggior periodo” della Spal, ma con il passare dei mesi sembra proprio che i record negativi non smettano di essere battuti e che il domani sia inevitabilmente più buio del presente. Per qualcuno potrebbe essere difficile da immaginare e anche solo parlare di serie D provoca un brivido dietro la schiena, eppure i numeri e i continui record negativi battuti lasciano presagire un destino funesto, o perlomeno un futuro di altre sofferenze qualora si concretizzasse l’opzione playout.
Sterili in attacco
Lo sconforto che accompagna l’ambiente spallino – fuori e dentro lo spogliatoio, in campo come sulle tribune – si rafforza maggiormente pensando che, in fondo, qualcosa in più rispetto al passato questa squadra ha iniziato a farlo vedere. Si parla delle occasioni create e – fatto ancor più grave – malamente sprecate. Basti pensare alle ultime due gare disputate al “Mazza”. Il Rimini avrà anche segnato tre reti, ma i numeri di tiri nello specchio della porta sono stati pressappoco gli stessi per entrambe le formazioni. Quante volte poi il portiere romagnolo Colombi è intervenuto per salvare i suoi. Alle grandi prove degli estremi difensori (vedi anche Neri del Campobasso) si aggiungono gli errori dei biancazzurri e la gara di sabato contro i molisani è uno degli ultimi esempi eclatanti. 16 tiri totali (il doppio rispetto agli avversari), di cui 4 in porta, uno in meno degli ospiti che sono comunque riusciti ad espugnare il “Mazza” portando a casa i tre punti. A questo livello, non essere in grado di capitalizzare un numero così grande di chance diventa un deficit che si riflette non solo sulla classifica, ma anche sul morale di un’intera piazza, squadra e tifosi compresi.
“Tanto ormai”
Umore, già. Quello che da anni tra i tifosi spallini è sempre più sotto le scarpe. Coloro che hanno nel cuore la Spal dei colori biancazzurri, della storia di una città che si fonde con la squadra, hanno da tempo iniziato a tifare in modo differente, in casa e in trasferta. Sopra ogni società, a prescindere di ogni giocatore, soltanto per i concetti e i valori che il club estense conserva in sé e tramanda: perché solo così si superano le peggiori delusioni sportive. Per il resto c’è la rassegnazione e una buona dose sembra aleggiare dalle parti di corso Piave e pervadere diversi tifosi spallini. Lo dimostra l’atteggiamento di uno stadio intero dopo l’ennesima sconfitta tra le mura di casa o, meglio dire, un’altra partita terminata con il rimpianto che si sarebbe potuto fare meglio e raccogliere di più. Perché anche in alcuni pareggi al “Mazza” si nascondono rammarichi: le partite contro Pianese e Sestri Levante lo raccontano bene. E quindi uno stadio che sì fischia, ma probabilmente si è stancato di fare anche quello, “tanto ormai nulla può essere di rimedio a questa situazione”. D’altronde, come non pensarlo dopo tre mesi che la tua squadra del cuore non vince in casa. Qualcuno si aspettava una contestazione? In questi anni nessun episodio – fatto o meno con l’intenzione di smuovere la squadra – ha sortito alcun tipo di effetto, dunque la soluzione per dare uno scossone non può arrivare da lì.
“Grinta e cattiveria”
Alla fine ogni cosa si riduce all’atteggiamento e in anni la mancanza di cattiveria agonistica e grinta – caratteristiche richieste da Baldini alla sua squadra anche alla vigilia dell’ultimo match – è diventato un problema cronico di cui si è parlato frequentemente. Entrare nella testa dei giocatori non si può, ma sorprende come questo tema si ripresenti identico ogni stagione nonostante i calciatori della rosa cambino sempre.

«Non è possibile che sulla respinta del rigore parato da Galeotti – a Di Nardo, ndr – arrivi prima un avversario. Nella testa avevano già preso gol» ha detto Baldini al termine della sconfitta contro il Campobasso. Lì sta tutto: entrare in campo già sconfitti e proprio questa è la sensazione che accompagna la Spal ogni qualvolta debba disputare una partita.
Record…negativi
È con questo atteggiamento rinunciatario che poi arrivano gli errori e si subiscono i gol dopo pochi giri d’orologio dal fischio d’inizio. Ben lo sa la Spal delle ultime uscite, ma contro i molisani rossoblù si sono battuti tutti i record stagionali. Rete incassata dopo soli 4 minuti che va a peggiorare quanto fatto a Chiavari. Contro l’Entella, infatti, i biancazzurri avevano subito gol dopo 5 minuti, con il raddoppio che era addirittura arrivato all’8’. In quest’annata la Spal aveva subito altre due docce fredde: all’andata contro la Lucchese (all’8’) e al ritorno con l’Ascoli (al 9’). Parliamo di record negativi? La squadra estense ha toccato le cinque sconfitte consecutive in stagione: bisogna tornare parecchio indietro per ricordare una disfatta simile, esattamente alla stagione 2019/2020 in serie A, quella della retrocessione. In più la Spal ha raggiunto il Legnago come squadra che ha subito il maggior numero di reti: ora sono 49.