Spal, se la cura non funziona va cambiata
I biancazzurri hanno portato a casa un punto in cinque partite
Ferrara Quando una medicina non funziona il medico umile la cambia. La cura Baldini non è servita, la Spal è la medesima di Dossena, forse peggiore se ci si basa soltanto sui numeri che recitano: 1 punto in 5 partite. In un mondo ideale, fatto di dichiarazioni d’amore e carezze alla città, un allenatore con quel ruolino di marcia sarebbe già salito in sede e avrebbe messo sul tavolo del direttore sportivo le dimissioni, ringraziando per l’opportunità, ma prendendo atto del proprio fallimento sportivo nonostante la professionalità (mai in discussione); il direttore sportivo le avrebbe accettate, sarebbe sceso al piano di sotto della sede e sarebbe andato dal responsabile del settore giovanile dicendo "cercati un nuovo allenatore per la Primavera perché mister Pedriali lo mettiamo in prima squadra". Poi, sempre il direttore sportivo, sarebbe risalito al primo piano, avrebbe cercato Marcello Follano e avrebbe chiamato Joe Tacopina per rassegnare le proprie dimissioni visto il fallimento sportivo legato alle sue scelte tecniche. Il presidente e il suo socio le avrebbero accettate, chiamando Max De Gregorio e Francesco Conti a dare una mano alla prima squadra come dirigenti. Completata la rivoluzione tecnica, indispensabile per giocarsi l’ultimo pizzico di credibilità, i proprietari della Spal dovrebbero cercare investitori per cedere un bene che sportivamente ormai vale due spiccioli, a livello gestionale costa un patrimonio, ma che per una città ha un valore inestimabile. In un mondo ideale...