La Spal ha trovato l’assetto, se lo può giocare al playout
Funziona il centrocampo a 4 a protezione della difesa
Ferrara Meglio tardi che mai, comunque al momento giusto, nonché all’ultima chiamata della stagione. Sembrava impossibile, eppure la Spal è stata capace di trovare la sua identità e di diventare addirittura solida. Mister Francesco Baldini e il suo staff, dopo ripetute prove – alcune forzate – parrebbero aver trovato la quadra giusta da applicare anche agli ultimi 180 minuti contro i giovani del Milan Futuro. Quegli stessi diavoletti rossoneri che nelle due partite di campionato, incredibilmente vinte contro la Spal di Dossena, avevano trovato un raro terreno su cui esprimersi proficuamente, in particolar modo sfruttando gli spazi che la squadra ferrarese di oggi sembra non concedere più agli avversari. Nulla di perfetto o nulla di trascendentale, ma, visto che il calcio rimane materia semplice, ecco aumentata la possibilità d’avvicinamento ai risultati.
Dopo la debacle di Pineto e dopo il deludente pareggio con il Legnago, Baldini ha virato il timone spallino nelle meravigliose, ma mai comode, acque della Sardegna. Da Sassari in poi, anche operando qualche scelta forte, ecco lanciato il 3-4-3, che accompagnerà i biancazzurri anche al playout. Ma no, non si tratta di una mera questione di numeri, di tattica o di modulo. I calciatori, tuttavia, oggi risultano posizionati maggiormente nelle proprie collocazioni naturali, ma in particolar modo la scelta di puntare sui muscoli e sulla quantità – a discapito di tecnica e qualità – sembrerebbe esser stata la vera chiave giusta per svoltare. Tutto gira attorno alla cerniera di centrocampo, capace di proteggere maggiormente una difesa che è diventata meno ballerina e di dare valore al primissimo lavoro difensivo operato da Molina in fase di non possesso.
A Pineto la Spal aveva giocato con il tanto desiderato 3-5-2, ma con un centrocampo leggerissimo (Zammarini, Radrezza, D’Orazio); con il Legnago si era passati al vecchio 4-3-3, ma con una mediana altrettanto poco quantitativa (D’Orazio, Radrezza, Haoudi). La scelta radicale di giocarsi Awua e Nador davanti alla difesa contro la Torres ha generato una prima prova solida, che ha dato fiducia collettiva, tanto che nelle ultime quattro partite la Spal ha subito soltanto due gol (il piazzato col Pontedera e l’erroraccio singolo di El Kaddouri a Pesaro). Numeri che fanno riflettere, ma soprattutto partite sotto gli occhi di tutti.
Contro i toscani Awua e Nador erano stati riproposti, passando ancora l’esame con voti sufficienti. Nelle Marche Nador era dovuto scalare in difesa per l’indisponibilità di Arena, mentre con il Gubbio il togolese è stato preservato perché in diffida, ma è rientrato nel motore del gruppo un altro elemento di grande sostanza (oltre che di esperienza e capacità di coprire le zone delicate del rettangolo verde) come Paghera. Se la strada è stata tracciata, ecco Nador, Awua e lo stesso Paghera pronti a giocarsi le due titolarità nello spareggio. A oggi i “leggeri” partono indietro nelle gerarchie.