Ferrara, oltre 1.000 km per riportare il nonno allo stadio: «Certe gare non si saltano»
Nicola è tornato da Parigi per la gara salvezza tra Spal e Milan Futuro al “Mazza” e per accompagnare una persona speciale che non andava allo stadio da 4 anni e mezzo: «Aveva fatto un fioretto...»
Ferrara Sono partite che aspetti tutta la settimana, serate che vivi al massimo – come cantava “un certo” rocker di Zocca –, notti che difficilmente scorderai. Nella buona e nella cattiva sorte, esattamente come un voto nuziale. C’è chi l’ho rispetta anche quando le cose stanno andando a rotoli, anche sull’orlo del baratro, come tanti che hanno i colori biancazzurri cuciti sulla pelle hanno dimostrato in questi anni. C’è poi chi ha bisogno di una spinta in più, di una motivazione forte per mettere da parte delusioni e disamore. Ma basta uno stimolo per ritrovare quel calore che, in fondo, non se n’è andato mai. Quella passione dei bei vecchi tempi, ma che sa tornare a galla anche per l’appuntamento più improbabile: una gara playout per evitare la retrocessione nel calcio dilettantistico. Questa è stata la partita del “Mazza”.
È vero, la Spal non avrà vinto una Champions League e forse non c’è nulla da festeggiare, però ha conquistato un risultato vitale, per la società, i tifosi, la città e per molte famiglie. Un traguardo minimo, ma allo stesso modo imprescindibile e, per come si erano messe le cose, per nulla scontato.
L’atmosfera
Chi torna a casa, chi si riversa in centro, almeno questa volta si può uscire dallo stadio con un peso in meno. Una leggerezza che ha accompagnato la notte di salvezza della Spal e che si percepiva anche in città. Un’atmosfera di distensione, a voler scrivere un punto su questa agognata stagione: perché annate così non fanno bene a Ferrara. Che è composta da persone che sanno riconoscere gli appuntamenti importanti. E allora quando la “tua” squadra ha bisogno di una voce per spingerla, rispondi presente. Pur di percorrere 1.103 chilometri.
L’ha fatto Nicola, direttamente da Parigi, che ci ha raccontato la sua piccola avventura: «Venerdì ho preso un volo low cost per Bologna, che mi riporterà in Francia oggi (ieri, ndr), investendo un terzo del mio stipendio da stagista». Nicola è un frequentatore della curva, ma questa volta ha dovuto «abdicare per accompagnare mio nonno, che dopo Spal-Pordenone del 2021 è ritornato allo stadio perché “certe partite non si possono saltare”. Aveva fatto un fioretto: se fossimo riusciti ad evitare la retrocessione diretta sarebbe tornato allo stadio e io sarei rientrato da Parigi per andare con lui, e così è andata». E il fine gara è da cuori forti: «Grazie nonno Gianni per aver vissuto queste emozioni con me ancora una volta». Perché Spal è un sentimento che si tramanda di generazione in generazione.