Spal, una suggestione… iniziare da capo con Antenucci, De Gregorio e Schiavon
Area tecnica da cambiare dopo il disastro di questa stagione e poi ripartire da chi ha ancora credibilità in città, per ricostruire un rapporto logoro con la piazza: e allora chi meglio di loro
Ferrara Se avessi 10-12 milioni di euro da investire nella gestione della Spal come mi comporterei? Il suggestivo pensiero attraversa la mente di tanti, che aspettano di conoscere le strategie della proprietà. Ci iscriviamo anche noi al dibattito e proviamo a mettere insieme un piano operativo. Primo aspetto: i risultati sportivi sono stati disastrosi con una salvezza strappata all’ultima partita. Pertanto non si può pensare di ripartire da chi ha rischiato di portare la Spal tra i dilettanti. Non c’è neppure l’alibi che la squadra non rispondesse alle esigenze umane e tecniche visto che chi l’ha costruita e guidata era consapevole del materiale calcistico contrattualizzato. Ecco perché l’area tecnica andrebbe cambiata.
Punto secondo: urge ricostruire un rapporto logoro con la piazza e per farlo serve affidarsi a chi ha un pizzico di credibilità in città. Qui i due temi si saldano tra loro perché esistono uomini a cui il popolo ferrarese vuole bene e che potrebbero svolgere anche quel ruolo “politico” (oltre che tecnico) indispensabile a ridare entusiasmo a una realtà che ha dimostrato di avere un amore infinito. I nomi? Facili da fare, populisti ma altrettanto professionali e credibili. Eros Schiavon in panchina, Max De Gregorio e il suo staff promossi in prima squadra, Mirco Antenucci con un ruolo operativo nella gestione del settore giovanile e di consulente tra i grandi. I ferraresi al comando sono l’unico modo che Tacopina ha per rilanciare la Spal e magari renderla appetibile per qualche imprenditore. Ma sono solo suggestioni...