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Spal, Tacopina si scusa con i dipendenti ma resta vago sul futuro della società

Alessio Duatti
Spal, Tacopina si scusa con i dipendenti ma resta vago sul futuro della società

Incontro in collegamento da New York ed è scappata la lacrima. Poi il patron ha chiesto tempo per reperire risorse e delineare il prossimo futuro

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Ferrara Scuse, commozione, concetti ribaditi, ma nessuna certezza. Ieri pomeriggio Joe Tacopina ha avuto il primo contatto diretto con i dipendenti di via Copparo, dopo lo shock della mancata iscrizione della Spal al prossimo campionato di serie C. Alla videoconferenza collettiva, tenutasi sulla piattaforma “Meet”, si sono palesati in una trentina. Qualcuno è risultato assente per via delle ferie, altri per legittime proprie scelte, in un momento che rimane umanamente molto duro – e quindi doverosamente comprensibile – per tutti.

La riunione virtuale tra Ferrara e gli Stati Uniti è durata all’incirca mezzora, con necessaria traduzione del monologo che Tacopina avrebbe iniziato con un atteggiamento piuttosto mesto rispetto alle sue abitudini. A quanto pare il briefing si sarebbe aperto con le scuse per quanto vissuto negli ultimi giorni, accompagnate da qualche attimo di défaillance e commozione. Se si sia trattato di una recita o meno, oggi davvero poco conta. Visto che la portata del danno rimane tale e sarà senz’altro enorme guardando al domani.

Nessun dipendente si sarebbe interfacciato con l’attuale presidente della Spal. Se non altro perché, almeno fino a oggi, gli impegni economici (stipendi mensili) sono stati rispettati a pieno. Quello che sarà d’ora in poi, però, è tutto da vedere. Tant’è che Tacopina ha chiesto tempo – almeno una settimana – per capire come onorare gli ultimi pagamenti della stagione sportiva in corso. Ed eventualmente – diciamo noi – calcolare il reperimento delle risorse necessarie per i trattamenti di fine rapporto. Che, facendo i più semplici conti della serva, coinvolgendo tutta la mole subordinata, si attesterebbero su una cifra che supererebbe in abbondanza il milione di euro. Quota onestamente complessa da immaginare di questi tempi, in cui sono stati proprio i conti a non tornare, in maniera letale per la salvaguardia della Spal nel calcio professionistico.

Tacopina, davanti ai dipendenti, ha voluto riassumere la sua avventura economica alla Spal, citando i 22 milioni spesi da lui e da Follano negli ultimi due anni. Insomma, rassicurazioni, sottolineature e un temporeggiare che nulla ha a che vedere col gergo calcistico, ma che può essere letto come un prolungamento dell’attesa per evitarsi sin da subito eventuali solleciti di pagamento e mantenere la linea del «vado avanti anche nei dilettanti e la società non fallisce».

È stata quindi accennata l’ipotesi futura dell’Eccellenza o della serie D con accorpamento/acquisizione di un’altra società (situazione che i regolamenti di Figc e Lnd dovrebbero impedire). Sono poi sostanzialmente stati ribaditi quasi tutti i passaggi già inseriti nell’ultimo comunicato ufficiale uscito nel tardo pomeriggio di sabato. Compresa la spiegazione legata alla (presunta) fuga del (presunto) investitore che si sarebbe tirato indietro all’ultimo momento.

Insomma, solite cose (compreso il dito puntato verso l’episodio degli ultras al “G.B. Fabbri” dello scorso 15 febbraio) e nessuna pronuncia certa sul futuro, se non il fatto che Tacopina voglia in qualche modo continuare e sia alla ricerca di altre risorse. Lo stesso ha detto di fregarsene altamente della sorte dei calciatori della prima squadra e di non chiudere occhio la notte (parole testuali) pensando invece al settore giovanile, ad Accademia Spal e agli Specialissimi.

In tutto ciò, il direttore generale Luca Carra ha invitato tutti i dipendenti a presentarsi regolarmente oggi in sede, nei propri uffici, dopo il caos che ha contraddistinto la parte finale della scorsa settimana e che di certo non sparirà dopo il contatto video di ieri.

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