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Capitan Drigo saluta Adamant e Ferrara: «Missione compiuta, restano bei ricordi»

Lorenzo Montanari
Capitan Drigo saluta Adamant e Ferrara: «Missione compiuta, restano bei ricordi»

Arriva il commiato del capitano e leader della squadra. Un ultimo bilancio delle due stagioni vissute in biancoblù e l’obiettivo promozione tanto rincorso

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Ferrara «Grazie a tutti! Sarò sempre tifoso della Ferrara Basket». Dopo due stagioni, l’ultima culminata con la promozione in serie B nazionale, capitan Mathias Drigo lascia e saluta Ferrara: lo fa da grande protagonista e da capitano vero di un gruppo che resterà nel cuore e nella mente di tutti i tifosi. «Per noi che eravamo qui anche l’anno passato, la mancata promozione è stata un boccone molto amaro – dice Drigo –: nonostante le varie vicissitudini, eravamo arrivati ai playoff, convinti che potevamo centrare già la promozione. Ci siamo andati abbastanza vicini, anche la serie contro Fidenza l’abbiamo giocata a testa alta, abbiamo avuto le nostre possibilità, invece...»

Così ha deciso di restare. «Era una motivazione in più. Bravi noi ad avere quel fuoco dentro, che ci siamo portati dall’anno passato per trasmetterlo ai nuovi arrivati. Il contesto ha fatto il resto, per darci la spinta giusta e fare quest’anno quello che l’anno passato non ci era riuscito».

Che stagione è stata? «Abbiamo avuto diversi infortuni, qualcuno lungo, come quello di Turini, e altri, come quelli di Ballabio e Chessari, che sono costati da uno a due mesi di assenza. Ci è mancato pure Santiago per alcune gare. Problemi che possono succedere nel corso delle stagioni, il fatto di avere una squadra lunga ci ha aiutato, anche se non è stato facile, perché ogni volta bisognava trovare equilibri nuovi: anche dopo l’arrivo a febbraio di Casagrande abbiamo dovuto riassestarci. È venuta fuori qualche sconfitta, qualche periodo meno positivo, ma la squadra è sempre rimasta centrata e serena. C’è un aspetto che voglio sottolineare...».

Quale? «Quando contava veramente, cioè nei playoff, la squadra era al top della forma, fisica e mentale. Infatti, è stato un percorso netto».

Cosa non da tutti, ma da squadra vera, che sta bene. È così? «È stata una bella cavalcata generale tutto l’anno, ma nei playoff siamo stati quasi perfetti, abbiamo corso qualche rischio, però siamo sempre stati concentrati e sul pezzo, cosa che durante l’anno qualche volta non ci è riuscita, anzi, anche in modo eclatante. Nei passaggi importanti siamo stati bravi a restare lucidi, pure nei momenti difficili, e siamo stati premiati da questo campionato, che è stato un sogno per noi, come per tutta Ferrara: ora sono contento di poterlo condividere tutti assieme».

Parliamo della sua stagione? «È stata bella, ci tenevo a restare dopo l’anno passato. C’erano state delle difficoltà in estate per il rinnovo, ma abbiamo chiarito certi punti, anche perché c’era la volontà della società e mia di continuare questo percorso. Volevo finire quello che avevamo cominciato l’anno scorso, da capitano sentivo di avere qualche responsabilità in più e quest’anno l’ho vissuto appieno: nelle sconfitte mi sentivo un po’ più nervoso, di avere più responsabilità in generale, in campo e fuori. Il successo finale mi ha liberato, i sacrifici fatti sono valsi la pena, il regalo finale è stata la cosa più bella».

Quale il ruolo dei tifosi? «Ho visto un’emozione e una gioia nei loro occhi veramente incredibili, parliamo di una città che ha visto la massima serie e l’A2 per tanti anni. Vederli gioire per un campionato sì importante, ma non come la Serie A, è stato davvero bello. Il pubblico, in casa e fuori, è sempre stato incredibile. Già dalle prime gare dell’anno passato, una fetta di tifosi c’era; con la nostra crescita, aumentava quella dei tifosi. Quest’anno è stato ancora più bello, fino ad arrivare a gara 2 contro Pordenone: cornice di un’altra categoria. Ferrara e il suo pubblico meritano palcoscenici più alti, l’emozione provata è stata quasi comparabile alla nostra».

Cosa ci sarà nel suo futuro? «Sono orientato a un tipo di scelta meno sportiva e più di vita. A 36 anni voglio vedere cosa potrà esserci dopo, ciò non significa che smetterò di giocare, ma voglio trovare una situazione più tranquilla, che mi permetta di vedere altro».

Cosa mette nell’album dei ricordi? «La vittoria del campionato, da capitano, in una piazza importante come Ferrara è una bella chiusura del cerchio, un bel ricordo che lascio a me e spero di aver lasciato a tutti quanti. Quello che mi ha dato Ferrara in questi due anni è stato incredibile, ho avuto l’onore di essere capitano, carica che mi ha responsabilizzato e mi è stata riconosciuta anche dal pubblico. Ho dato il massimo e mi sento di dire grazie a tutti: sarò sempre tifoso della Ferrara Basket».