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Rispetto e garanzie sul futuro. Il popolo Spal sfila in centro

Alessio Duatti
Rispetto e garanzie sul futuro. Il popolo Spal sfila in centro

Cori, invettive contro Tacopina, fumogeni e un grande striscione in cima al corteo. Consegnato un documento al sindaco Fabbri con le richieste della Curva Ovest

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Ferrara L’orgoglio di una città intera a difesa e tutela della Spal. È stato letteralmente totale il senso d’appartenenza e d’amore mostrato per i colori biancazzurri da parte del popolo estense durante la manifestazione che nel tardo pomeriggio di ieri ha sfilato per le strade del centro cittadino. Con partenza e arrivo in due luoghi ad alto tasso di simbologia: lo stadio “Paolo Mazza” e piazza del Municipio, con il suo inconfondibile scalone rinascimentale.

Il fiume biancazzurro – a occhio e croce sono state stimate oltre duemila persone – si è ritrovato nei pressi dell’impianto sportivo, all’ombra della Curva Ovest, attorno alle 19, per prepararsi e compattarsi nella maniera più ordinata possibile. Sin dal principio è stato possibile registrare la presenza di alcuni dipendenti (impiegati, ma anche fisioterapisti) compreso lo Slo Luca Pozzoni, che ha seguito il corteo della Ovest abbracciando tanti amici. Impossibile non notare anche diversi ragazzi del settore giovanile, ragazze di quello femminile, genitori al seguito: tutti con magliette o pantaloncini della Spal.

Bandiere al vento, braccia alzate al cielo, tamburi rullanti, cori all’unisono e il principale (e gigantesco) striscione posto in prima linea: “Ferrara merita rispetto”. Dalle finestre e dai balconi si è vista tanta gente affacciata per applaudire l’iniziativa. All’affaccio in viale Cavour il primo forte boato “Noi siamo la Curva Ovest” e i primi (dei tanti) sfoghi contro Joe Tacopina. La colonna sonora del corteo spallino – composto da ultras, tifosi, ma anche generalmente da cittadini ferraresi con nel cuore le sorti della Spal – è proseguita a decibel altissimi con i cori “Su quel prato verde c’è…”, “Questa curva non retrocede”, ma anche “E vada come vada sarò sempre uno spallino”. L’arrivo nei pressi del Castello estense è combaciato con il primo calar del sole, ma a illuminare la scena sono state le torce dei tifosi, che nel mentre hanno accentuato i messaggi di dissenso verso l’avvocato newyorkese.

Ad attendere il corteo in piazza Trento-Trieste, tante altre persone che si sono aggregate alla manifestazione nel momento clou. I rappresentanti della Ovest si sono schierati nei pressi dello scalone, esponendo il gigantesco “ovetto” al grido di “Siamo noi, la Spal!”. Con l’ausilio del megafono è stato letto il documento dedicato al futuro della Spal, firmato dai tifosi, che è stato poi consegnato nelle mani del sindaco Alan Fabbri, che si è solo affacciato dal portone del Comune, assieme all’assessore allo sport Francesco Carità per ritirare il foglio e scambiare una stretta di mano. Le richieste si riferiscono alla tutela immediata per i lavoratori, alla protezione e rilancio del settore giovanile e di quello femminile, all’acquisizione e alla restituzione del marchio Spal alla città, alla presenza di un rappresentante dei tifosi nel cda della nuova società e infine alla garanzia di giocare ancora allo stadio “Paolo Mazza”, nonostante la prossima categoria dilettantistica.

L’amministrazione – fanno sapere dal Comune – ha visionato con attenzione le proposte, ribadendo la volontà di contribuire a trovare una soluzione per la squadra della nostra città: «Il Comune – si legge nella nota del sindaco Fabbri –, dal giorno stesso della mancata iscrizione da parte della dirigenza della società sportiva alla serie C, è scesa in campo. L’amministrazione è già al lavoro per uscire da questa situazione, triste per le sorti di una squadra storica, amata e benvoluta anche fuori Ferrara, e per la città stessa».