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Spal, dal Cda è fumata nera. Tacopina ancora non molla

Alessio Duatti
Spal, dal Cda è fumata nera. Tacopina ancora non molla

Lunga riunione non risolutiva, il presidente sembra navigare a vista. La via della liquidazione resta la più plausibile e le perplessità aumentano

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Ferrara Fino alla tarda serata ancora nulla era emerso con certezza rispetto all’atteso, attesissimo Consiglio d’amministrazione della Spal. Ma quella di oggi, 16 giugno,  non è stata assolutamente una riunione lampo. Il meeting virtuale che ha riunito Joe Tacopina, Marcello Follano, Gabriella Follano, Chad Siegel e il direttore generale Luca Carra è andato abbondantemente per le lunghe. Ma a quanto pare non è emersa una risoluzione definitiva della faccenda e la riunione si può definire più o meno interlocutoria.

Ancora attesa Si va per le lunghe, insomma. E questo non è di certo un buon segnale per la tanta mole di lavoro che ci sarebbe da fare per la costruzione della nuova Spal (anche al fronte comunale non erano arrivati aggiornamenti significativi mentre il Consiglio d’amministrazione era riunito).

Al momento il messaggio che ha mandato Joe Tacopina è ancora quello di non voler mollare definitivamente la presa. Secondo quanto emerso dagli uffici della società di via Copparo, si sarebbe discusso in maniera approfondita sulle possibili soluzioni a tutela di dipendenti e creditori. E ancora una volta – così come fatto la scorsa settimana con i dipendenti – l’avvocato newyorkese ha voluto prendersi altro tempo.

Dubbi e timori Uno strano esito, che lascia parecchia perplessità e desta normali preoccupazioni per la non uscita di scena – quantomeno immediata – dell’attuale proprietario della Spal. Eppure prima che il Consiglio d’amministrazione si riunisse sembrava esserci solo una certezza rispetto alla scelta datata lunedì 16 giugno rispetto alla continuità o alla non continuità aziendale. Sembrava poterci un focus unico, nonché il dentro o fuori. Ma così ancora non è stato.

Il nodo debiti Resta assai difficile immaginare come Tacopina possa dare un seguito alla sua continuità aziendale, pagando tutti i debiti (solita cifra, tra i quattro e i cinque milioni complessivi) e quindi tentando di proseguire la propria attività. La strada della liquidazione della società resta la più plausibile per le condizioni generali della faccenda, ma dopo il nulla di fatto emerso ieri occorre che venga acceso un discreto campanello d’allarme perché i termini “tribunale”, “liquidatore” e “curatore fallimentare” ancora non possono esser pronunciati.

Il Comune Questa condizione mette in difficoltà anche l’amministrazione comunale, ma ora anche dalla sede municipale si attendono un segnale e una mossa che vadano in forte controtendenza rispetto a questo prezioso tempo che Tacopina sta facendo scorrere, navigando a vista, con in ballo il futuro della Spal. Si resta in attesa, dunque. Un’altra agonia che nessuno merita dopo il già devastante epilogo di dieci giorni fa. 

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