Spal nella morsa di Tacopina, il Comune va oltre il silenzio
Si definisce il bando per le tante manifestazioni d’interesse
Ferrara Si fanno sempre più infuocate, e non solo per il caldo percepito, le giornate di questa balordissima estate 2025: contraddistinta non dalle consuete chiacchiere di mercato, ma macchiata dal fallimento sportivo (e si attende di sapere qualcosa circa quello societario) di Joe Tacopina. Proprietà a stelle e strisce che sta obbligando la città di Ferrara a una non semplice operazione di ripartenza dal basso, seguita giorno dopo giorno dal Comune con il sindaco Alan Fabbri e l’assessore Francesco Carità in doverosa prima linea.
Passaggi
Nella sede municipale, tra le varie attività in atto, si stanno limando gli ultimi dettagli rispetto alla predisposizione della manifestazione d’interesse che, una volta pubblicata, farà uscire allo scoperto in via definitiva i tanti – anzi, tantissimi – soggetti che nelle ultime settimane hanno mostrato interesse rispetto alla rinascita della nuova Spal. Se ogni tecnicismo andrà a segno e non ci saranno intoppi, allora quella di giovedì potrebbe essere la data da evidenziare in rosso alla voce “bando pubblico”. Le successive tappe valutative (e definitive) potrebbero tenersi verso la fine della prima settimana di luglio, dunque a una decina di giorni quasi esatti dalla deadline per l’iscrizione al campionato regionale d’Eccellenza.
Bando al quale sono interessati, di certo, i due soggetti venuti allo scoperto, ossia l’ex presidente spallino Walter Mattioli e la società X Martiri. Su questo secondo fronte si rende necessaria una precisazione, circa l’eccessiva vicinanza con il sindaco Fabbri: l’avvocato Ciriaco Minichiello non è più presidente del sodalizio porottese (ha rassegnato le dimissioni lo scorso 7 maggio), non è più il difensore dell’ex vicesindaco Nicola Lodi e non è nemmeno più iscritto all’Udc di Riccardo Bizzarri, fratello del vicepresidente del club biancazzurro e vicesindaco a Vigarano della giunta a guida Davide Bergamini, deputato leghista.
Se il bando resta senz’altro il capitolo d’interesse prioritario sulla bocca di tutti, la Giunta è chiamata anche a risolvere il nodo impianti. Il team legale del Comune di Ferrara è all’opera per revocare all’attuale Spal Srl di Tacopina le convenzioni del “Paolo Mazza” e del “G.B. Fabbri” di via Copparo. L’importanza strategica del centro sportivo resta elevatissima (anche in chiave futuro settore giovanile), ma per questioni d’ordine pubblico – certamente tenute sotto la lente d’ingrandimento dagli organi competenti della città – lo stadio rimane un capitolo delicatissimo e da portare a casa per evitare questioni numeriche o di sicurezza generale da fine agosto in poi.
Interessamenti
A quanto pare in Municipio, tra programmi concreti (più o meno già approfonditi), e interessamenti base, si sarebbero palesate ben più di due o tre cordate (con unanime riservatezza). Walter Mattioli starebbe accelerando per sbaragliare la concorrenza – occhio, però, perché l’esito non è scontato – e avrebbe ottenuto l’appoggio di un’importante famiglia d’imprenditori, ma bisognerà avere la capacità di portare a casa anche l’aiuto dei principali sponsor locali, che a loro volta avrebbero dialogato tra loro per far fronte comune.
Varie manifestazioni d’interesse, anche di rilievo, si sarebbero palesate da fuori territorio con una certa decisione economica. Sintomo che la Spal è una “creatura” parecchio appetibile, tradotta oggi in una possibilità d’investimento a basso costo rispetto al passato, e probabilmente parecchia gente in questi anni ha osservato le varie vicende restando sulla riva del fiume.
Tutto tace
A quanto pare, Joe Tacopina – dopo aver disattivato il proprio account Instagram riferito alla sua avventura spallina – non starebbe più dando cenni dopo il CdA della scorsa settimana. Nemmeno dopo il weekend ci sarebbero stati contatti, quasi come se il segnale si fosse spento definitivamente. Ieri i dipendenti del club si sono aggiornati con una riunione interna, stilando una lettera volta a ottenere risposte chiare il prima possibile. Purtroppo, anche per loro ci vorrà molta pazienza, visto che dalla non percezione dell’ultimo stipendio alla possibilità ingiuntiva per il recupero del proprio credito devono passare 60 giorni e ancor oggi Tacopina sarebbe nei termini per poter pagare. Solleciti ed eventuali diffide sono discorsi invece già più che praticabili e c’è da immaginare che in diversi si siano mossi.
I fornitori, dal canto loro, se hanno crediti scaduti da oltre 6 mesi possono aver maggiori margini di manovra per le proprie rimostranze a termini di legge.l
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