“Nuova Spal” senza un nome, va scelto secondo le regole
La società di Tacopina detiene i diritti su dicitura e marchio tradizionali. Le soluzioni “simili” sarebbero bocciate e c’è da scegliere per iscriversi
Ferrara Il delicato crono-programma estivo imporrebbe di affrontare, una alla volta, le determinanti tappe che porteranno alla nascita della “nuova Spal”. Ci sono ancora parecchie formalità da sbrigare ed è innegabile la percezione di quel bollente filo di tensione nell’aria calda di questi giorni. Più che discreta urgenza andrà posta rispetto all’ok della Figc per la manifestazione d’interesse che il Comune è in procinto di pubblicare, con successiva valutazione delle cordate che – finalmente – usciranno allo scoperto, dopo questo mesetto di movimenti sottotraccia. Seguiranno la scelta dell’amministrazione comunale, la costituzione formale della nuova realtà sportiva e il mirino andrà subito puntato sull’iscrizione al prossimo campionato d’Eccellenza, possibile nel periodo compreso tra il 7 e il 17 luglio (ore 17) come termine perentorio unico. Tanti saranno gli annessi e i connessi che la nuova società dovrà affrontare, con notevoli decisioni da prendere in poco tempo.
Una delle maggiori curiosità, che quotidianamente viene discussa a proprio modo da ogni appassionato di Spal, è quella legata al nome della ripartenza. Tema prioritario, anche se non l’unico, dovendolo decidere prima dell’iscrizione. In questo momento, purtroppo, il vincolo dei vincoli è dato dal non fallimento formale della Spal srl di Joe Tacopina, che, come noto, detiene due argomenti di estrema identità come, appunto, il nome e lo storico marchio del club. Se la Spal srl nel prossimo futuro fallirà, allora ogni trattativa per la riappropriazione del tutto sarà meno complicata. Viceversa, questioni economiche e legali genererebbero un fastidioso ginepraio, dal quale sarebbe complesso evadere senza ferite. Ad ogni modo, anche nella prima ipotesi, i tempi non sarebbero brevi e quantomeno in questa stagione 2025/2026 la nuova compagine biancazzurra dovrà per forza rivedere il suo kit identitario. Nei due precedenti (certificati) fallimenti avvenuti nella primissima parte del nuovo millennio, il nome Spal era comunque stato riproposto: “Spal 1907” (Butelli) e “Real Spal” (Benasciutti). L’aggettivazione, oggi, diventa invece assai complicata. Poiché il nome Spal non potrà essere abbinato a termini come Nuova, Rinascita o, ad esempio, a una coda con l’anno corrente 2025. Nelle ultime ore si sta dibattendo sulla differenza formale tra l’acronimo S.P.A.L. e la semplice dicitura Spal. Che comunque resta identificativa in abbondanza.
Difficile, quindi, che la Figc in quest’eventualità possa dare un parere positivo alla proposta. Tacopina, infatti, si adopererebbe immediatamente per un ricorso, in quello che è il suo terreno quotidiano, e con ogni probabilità nessun giudice lascerebbe campo libero d’azione alla nuova società. La giurisprudenza, in tal senso, ormai da diversi anni è chiara rispetto a vari esempi di “storpiature” e tentativi ad hoc. La Ferrari e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. sono due brand che hanno già incrociato situazioni simili (non solo in Italia, ma soprattutto all’estero) e tali tentativi di raggirare la formalità del marchio originale sono stati puniti. Nel caso della nuova Spal nessuno vorrà imbattersi in problemi legali in questa fase embrionale di un percorso che non necessita di rallentamenti o questioni poco rosee. Ci vorrà pazienza, bisognerà stare alla finestra e farsi trovare pronti al momento giusto. Adesso è sacrosanto ripartire, ma l’urgenza di riprendersi la propria identità resta prioritaria; nel frattempo, come la chiamereste?l