Sopralluogo del Comune di Ferrara al “Fabbri” e acqua al prato del “Mazza”
Da Palazzo Municipale si cerca di salvaguardare quel che resta della Spal. Ma i tempi perché le revoche delle convenzioni siano efficaci non sono maturi
Ferrara La partita delle concessioni (in fase di revoca) prende sempre più la via del Comune di Ferrara, allontanando dalle mani di Joe Tacopina (destinato al baratro, assieme al socio Marcello Follano) gli storici impianti di riferimento della Spal. Lo stadio “Paolo Mazza” da giorni viene irrigato dalla società Albaverde di Burana per combattere le bollenti temperature di quest’inizio luglio e preservare la copertura in erba da un destino che pareva segnato, quello di seccarsi sotto il solleone.
Il sopralluogo
Invece, nella spettrale cornice del “G.B. Fabbri” si è inserita una notizia di non poco conto. Ieri mattina un funzionario in rappresentanza del Comune di Ferrara ha tenuto un sopralluogo ufficiale, con l’obiettivo di valutare lo stato manutentivo e conservativo di campi, immobili, uffici e materiali vari. Un’iniziativa del Municipio che dà così seguito al procedimento di revoca delle concessioni che il Comune stesso ha avviato nei confronti della Spal srl. È, infatti, ancora presto per la consegna delle chiavi da parte del direttore generale Luca Carra, uno dei pochi “reduci” ancora presenti nel quartier generale spallino, con la maggior parte dei dipendenti che sta smaltendo le ferie, in attesa di una schiarita che tarda ad arrivare dalla proprietà. L’iter per la doppia rescissione è stato avviato, ma fino all’ultimo weekend trascorso in sede non era ancora pervenuta la Pec contenente la determina di revoca del comprensorio biancazzurro di via Copparo 142. E dal momento della ricezione di essa, dovranno poi passare 30 giorni per lo sgombero dei locali. In questo lasso di tempo potrebbe anche attivarsi la procedura di fallimento della società di Tacopina.
Verso l’assemblea
In questi giorni di fastidioso stallo (in primis per i dipendenti) il Collegio Sindacale sta facendo i suoi passi verso l’assemblea dei soci della Srl. Che di pari passo ha quasi gettato definitivamente la spugna (ormai è una questione di ore) rispetto alla ricerca di un possibile nuovo acquirente della società, che comunque non sarebbe il prescelto alla manifestazione d’interesse attesa dal Comune ed è fantascienza pura che possa scendere in campo per la Prima, Seconda o Terza categoria. “Tacollano” sempre più out e figura del curatore fallimentare che nemmeno troppo tardi dovrebbe scendere in campo per assegnare – verosimilmente a pacchetti più o meno interi – i pochi beni di proprietà della Spal Srl.
Marchio e nome
L’argomento del marchio e del nome resterà il principale da trattare, nonché il più importante e delicato per la piazza e l’identità della futura società. Poi, ci saranno in ballo le cose materiali: strumenti informatici di vario tipo, gli attrezzi della palestra, diversi mezzi di trasporto (nemmeno troppi), il materiale tecnico residuo (per il quale gli ultimi magazzinieri stanno facendo l’inventario) e il centro sportivo di Malborghetto, che qualche coraggioso residente sta tentando (in proprio) di rendere decoroso per dare dignità a una zona di paese che sta diventando la casa di rettili e topi. Sempre ieri, uno dei volontari in questione si è palesato al “Fabbri” per riconsegnare le serrature precedentemente ritirate prima della sistemazione.
La desolazione
Mentre il direttore generale Carra, il segretario Salis e il funzionario del Comune ieri mattina procedevano con il sopralluogo della struttura, diverse altre persone si sono presentate a chiedere lumi su situazioni davvero imbarazzanti. Una famiglia, che affittava appartamenti a Vigarano Pieve per le ragazze del settore femminile, ha portato la sua protesta rispetto ai mancati pagamenti di parecchi mesi (utenze comprese), la postina ha consegnato diverse bollette, mentre qualcuno ha tentato di farsi una cioccolata calda (de gustibus...) alla macchinetta del caffè, ma ha ricevuto soltanto un bicchierino colmo acqua bollente, rimettendoci mezzo euro e gettando il bicchiere in uno dei cestini colmi, che non vengono svuotati da settimane. Pensare che di questi tempi era sempre stata consuetudine affacciarsi al centro sportivo per raccontare l’inizio del ritiro, tra i sorrisi, gli abbracci e le speranze sportive da riversare con tutta la carica possibile sulla nuova stagione.
Il magone
Oggi la dura e crudele realtà che Tacopina ha “regalato” alla sede del club è una specie di parcheggio abbandonato, con una bandiera sgualcita della Spal che prova a destreggiarsi tra i pochi soffi di vento di quest’estate. Osservata con il magone in gola da quei pochi dipendenti, che, dopo aver smaltito le ferie (non pagate dall’Inps in caso di fallimento), attendono la parola fine di questa agonia.