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Il pagellone dell’Ars et Labor, da Fabbri a mister Molinari

Alessio Duatti
Il pagellone dell’Ars et Labor, da Fabbri a mister Molinari

Valutazioni semiserie sul primo appuntamento pubblico della nuova società

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Ferrara Per le valutazioni serie, ci sarà tempo. Il campo, per protagonisti e addetti ai lavori della nuova Ars et Labor Ferrara che ripartirà dall’Eccellenza, sarà come sempre il vero tribunale. Capace di generare giudizi, opinioni e quindi voti nel reale senso numerico del termine. Intanto, abbiamo provato a confezionare il pagellino della prima giornata di vita biancazzurra di Juan Martin Molinari, del suo entourage, ma non solo.

6,5 Juan Martin Molinari: a primo impatto si presenta bene, questo è innegabile. Parla con educazione, è moderato, tiene distanti proclami o voli pindarici e non serve avere una base di romanticismo per apprezzare l’inconfondibile cadenza argentina. Anche in termini d’abbigliamento - questione mai banale a primo impatto, vero Follano? - trasmette la stessa sobrietà che caratterizza i discorsi portati al tavolo. Il suo è stato un intervento mirato (fatta eccezione per le dimenticanze di settore giovanile e femminile), con ogni dettaglio specifico sostanzialmente rinviato di 15 giorni. Ma l’obiettivo era quello di metterci la faccia, facendosi conoscere di persona. Non avrà di certo illuminato la scena, ma, spesso, le cose migliori (e ce lo auguriamo di cuore) nascono proprio a fari spenti. Vero Joe?

7 Pierpaolo Triulzi: mezzo punto in più rispetto al “jefe” (capo) della cordata, perché in fin dei conti, a oggi, lui resta l’uomo determinate dell’operazione. Gli basta uno sguardo per configurare la situazione o per comunicare qualcosa “ai suoi”. È navigato, che più non si può. Uno di quei professionisti capaci di solcare ogni mare di questo globo terrestre. Ragiona e opera con la mentalità dei più grandi agenti Fifa, nel bene e nel male. A una certa sembra voler tagliar corto il più possibile l’appuntamento coi microfoni, ma nella sede comunale comanda il sindaco e quindi viene dato spazio all’ultima domanda sull’assenza di capitan Antenucci. Non solo ex procuratore di Dybala e Cavani - tanto quella parte di curriculum diciamo che s’è capita - ma uomo al comando di questa nuova avventura per la Spal del domani.

7,5 Alan Fabbri: dirige le operazioni da vero padrone di casa con un “ping pong” bello energico, nelle parole e nei fatti. Accoglie “gli ospiti” aggiudicatari del bando dedicato all’Ars et Labor con semplicità, regalando sorrisi e strette di mano. Una breve riunione dentro le segrete stanze e alle 18 (in punto) eccolo accendere il semaforo verde della conferenza con indosso una polo scura. Va in automatico, anche grazie all’organizzazione del suo team e pare già focalizzato sui prossimi passaggi. Certamente provato dal periodo, ma anche voglioso di scherzarci su con qualche battuta.

10 Mamma Angela: a tal proposito. Il riferimento del primo cittadino alla richiesta dei meloni venduti da sua mamma nell’azienda agricola di Burana ha di gran lunga la meglio sulle brevi (ma intense) file che la gente ha fatto per aggiudicarsi i biglietti di Vasco Rossi al Parco Urbano. La mamma è sempre la mamma e di questi tempi, il melone sulla tavola è sempre tanta roba.

6,5 Francesco Carità: un po’ come accaduto nell’appuntamento precedente, rimane sulle sue (al lato destro di Fabbri) ma non si sottrae al momento del verbo. Indossa un abito marrone che gli ex direttori Vagnati e Casella avrebbero definitivo “di personalità”. Esegue bene il protocollo che lui stesso ha condiviso con gli ultimi dettagli con la squadra di lavoro del municipio. Proprio prima di scendere e risalire lo storico scalone, per dare il caloroso benvenuto al “Señor” Molinari.

7 La traduttrice: un buon lavoro, tutto sommato. È pur vero che le due lingue si somigliano, ma porta bene a casa il compito con il ringraziamento finale di Molinari (ora chiamato a perfezionare il suo italiano). Forse su una domanda, per nomi e tecnicismi, fatica a riportare l’interezza del messaggio ma è l’unico momento d’incertezza in mezzo a ritmi più che accettabili e ad automatismi che sembravano consolidati da tempo. Dopo l’ultima omissione dei famosi one hundred f... people non tradotto per conto di Tacopina è già un valore aggiunto.

6,5 Il parterre: la maestosa sala degli Arazzi è stata riempita di sedie, ma di fronte a Fabbri, Molinari e Carità non ci sono solo gli organi di stampa. Figurano, infatti, diversi addetti ai lavori del Comune e anche parecchi ex volti dell’ultima Spal (Cirulli, Gadda, Mamini, Pozzoni, Pugliese), oltre alla presidente del Coordinamento Spal Clubs, Valentina Ferrozzi. Atteggiamento rispettoso da parte di tutti, con timido applauso finale a chiudere i lavori. Poi spazio ad aperitivi, chiacchiere d’opinione e chi più ne ha più ne metta.

N.G Antenucci: Molinari ha dribblato la questione generalizzando su tutte le assenze dei prossimi protagonisti dell’Ars et Labor, dicendo che comunque Mirco “ci sarà”. Tuttavia, la mancanza fisica del capitano, sbandierato per giorni come uomo centrale del nuovo progetto ha lasciato più di una perplessità visto che si è trattata della presentazione visiva della cordata vincente (con Antenucci dentro).

7 La maglietta: non entreremo nella questione Boca-River, “Xeneizes-Millionarios” perché sarebbe come infilarsi in un alveare. Ma la “camiseta” biancorossa indossata dal giovane figlio di Triulzi è un chiaro segnale dell’amore e del legame per il calcio rioplatense da parte di una famiglia cresciuta sia in Italia che in Argentina. Viva el futbol, direbbe qualcuno.

8,5 L’aria condizionata: di gran lunga determinante, per la buona riuscita delle operazioni. Caldo torrido ai piedi della sala estense, aria più mite nell’atrio municipale e ottimo lavoro di refrigerio nel locale della presentazione (tant’è che i presenti non hanno quasi nemmeno ricorso alle bottigliette d’acqua). La cura dei dettagli, fa sempre la differenza.

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