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Verso il fallimento

Spal, mossa dei dipendenti. Depositata l’istanza per ottenere gli stipendi

Francesco Dondi
Spal, mossa dei dipendenti. Depositata l’istanza per ottenere gli stipendi

Sono 37 i lavoratori che si sono già rivolti al tribunale. In agosto la valutazione dei requisiti, poi arriverà la nomina del curatore e sarà avviato l’iter di liquidazione

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Ferrara Eravamo rimasti all’invio dei cedolini delle buste paga di giugno a cui però, come era prevedibile, non ha fatto seguito alcun accredito di stipendio e rimborso sui conti correnti dei lavoratori. E così, a poco più di 40 giorni dalla mancata iscrizione della Spal al campionato di Serie C, 37 dipendenti del club estense - quello di proprietà di Joe Tacopina e Marcello Follano - hanno deciso di fare il passo. Attraverso gli avvocati Massimo Sgarbi e Matteo Pancaldi hanno infatti depositato una istanza giudiziale per ottenere il recupero delle spettanze. Si parte con le già dovute (e non pagate) mensilità di maggio e giugno ma a giorni entrerà nel contesto anche quella di luglio.

Inizia così il percorso che porterà alla cessazione della Spal srl e l’iter potrebbe essere anche piuttosto rapido quantomeno per i primi passi. Già ad agosto (non scordiamo che il tribunale ferrarese è tra i più rapidi d’Italia) la giudice, dottoressa Ghedini, potrebbe fissare la prima udienza per la valutazione dei requisiti. A seguire, semmai quel primo passaggio non dovesse subire rallentamenti, sarà nominato un curatore e sarà avviato l’iter di liquidazione. Non è escluso, anzi appare più che scontato, che in tale fase possano insinuarsi nel passivo anche altri creditori ossia coloro che vantano spettanze dalla Spal.

Ma chi sono i primi 37 che hanno dato mandato ai legali? Sono tutti dipendenti della Spal, amministrativi, giardinieri, lavoratori che non hanno mai avuto rilevanza mediatica per i loro incarichi ma che hanno contribuito a far sì che il club venisse sempre visto come una struttura di altra categoria per professionalità e cura nei dettagli. Loro saranno anche i creditori primari verso Tacopina ma sarà prima di tutto necessario capire quali sono i beni liquidabili per incassare parte del denaro utile a saldare le loro spettanze. Certo, c’è il marchio messo a bilancio per circa 350mila euro di valore, un po’ di attrezzatura sportiva e per le manutenzioni e un terreno a Malborghetto acquistato dalla Spal dal Comune e che ospita il centro di allenamento per l’attività di base delle giovanili biancazzurre. Quei beni saranno utili al curatore per raccogliere fondi e chissà - si domanda lo stesso avvocato Sgarbi - che non sia il Comune (come soltanto ipotizzato nei giorni scorsi) a fare quella meritoria opera di acquisto del marchio a tutela del calcio cittadino e del valore sociale della Società polisportiva Ars et Labor. 

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