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Addio a San Siro e Olimpico. Ars et Labor sui campi di paese

Maurizio Barbieri
Addio a San Siro e Olimpico. Ars et Labor sui campi di paese

Nel girone B di Eccellenza top a Faenza con 3.350 di capienza, mentre la tribunetta di Fratta Terme può contenere solo 100 persone

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Ferrara Appena cinque anni fa gli stadi nei quali disputava le proprie gare l’allora Spal erano San Siro a Milano, lo Stadium di Torino, il Marassi di Genova, l’Olimpico di Roma, il San Paolo di Napoli, l’Artemio Franchi di Firenze, il Dall’Ara di Bologna, il gioiellino Friuli di Udine. E altri ancora, tutti in grado di ospitare oltre trentamila spettatori (tranne Udine, capienza 25mila) .

Nel prossimo campionato la storia sarà ben diversa. I campi sportivi su cui giocherà la Ars et Labor in diversi casi avranno una capienza limitata a poche centinaia di persone e in pochissimi casi si va oltre i 1.500 spettatori. In molti casi ci sarà solo una tribuna coperta, in altri anche una gradinata; rarissima anche la presenza di curve destinate alla tifoseria ospite. Niente più San Siro, Olimpico e via dicendo; ecco “Angelo Duo” di Mesola, “Renato Caselli” di Sant’Agostino, “Vasco Spazzoli” di Fratta Terme e “Claudio Bindi” di Pietracuta.

Il nodo tifosi biancazzurri

Logicamente sarà un problema riuscire ad ospitare tutti i tifosi ferraresi che vorranno seguire la propria squadra in trasferta, vista la limitata capienza degli impianti, sempre ammesso che in occasione dell’attesissimo big match contro i biancazzurri i club ospitanti non decidano di voler disputare la gara in impianti di maggiore capienza. Di sicuro, allo stato dell’arte sono pochissimi gli impianti in grado di contenere una tifoseria come quella spallina che farà registrare numeri importanti. Certo, la categoria si chiama Eccellenza, tuttavia se la squadra disputerà un campionato di vertice i tifosi la seguiranno, favoriti anche dal fatto che le trasferte saranno quasi tutte a portata di mano, eccezion fatta per Pietracuta, frazione di San Leo nel Montefeltro.

Sopra i mille

L’impianto maggiormente capiente è quello di Faenza: lo stadio intitolato a Bruno Neri può infatti ospitare 3.350 spettatori. A seguire c’è Castel San Pietro Terme, dove disputa le gare casalinghe l’Osteria Grande, con 2.400 posti. Poi il “Valentino Mazzola” di Santarcangelo di Romagna, capienza 2.064 posti di cui 1.116 di tribuna centrale coperta e 948 per il settore ospiti scoperto, stadio che ha già visto impegnata la Spal una dozzina di anni fa. Un buon numero di spettatori è in grado di ospitarli anche lo stadio Raibosola di Comacchio che può contenere circa duemila tifosi: qui la Spal è già stata ai tempi della serie C2 affrontando il 9 ottobre 2005 il Castelnuovo Garfagnana e perdendo 1-2 davanti a 1.560 spettatori. Segue il “Pietro Zucchini” di Mezzolara di Budrio con 1.700 posti, un impianto datato 1927 ma ristrutturato pochi anni fa, dotato di due tribune di cui una coperta. Buona la capienza anche dell’impianto di Russi, società che fino a qualche anno fa militava in serie D: il “Bruno Bucci” costruito nel 1974 è in grado di poter ospitare 1.500 tifosi. Stessa capienza per lo stadio “Enrico Negrini” di Castenaso, alle porte di Bologna, ristrutturato pochi anni fa. Mentre lo stadio “Ermes Bambi” dove gioca il Medicina Fossatone è in grado di contenere 1.200 sportivi.

Da 500 in giù

Circa 500 spettatori possono essere ospitati nell’impianto “Dini-Salvalai” di Massa Lombarda, nel Ravennate. Poi si scende ai 420 spettatori dello stadio “Buscaroli” di Conselice, terreno di casa per il Sanpaimola, giovanissima società sorta nel 2016: struttura alluvionata nel maggio di due anni fa e lavori che dovrebbero essere conclusi a fine luglio grazie anche ad una corposa donazione della Fondazione Barilla. Trecento gli spettatori per quanto riguarda il “Paolo Campodori” di San Piero in Bagno nell’Appennino Forlivese: impianto inaugurato nel 2012 con campo in erba sintetica. Si scende poi ai 250 posti dell’antistadio “Morgagni” di Forlì, dove disputa le gare interne il Football Cava Ronco, situato a fianco dello stadio dove gioca la formazione biancorossa neopromossa in serie C. Circa 200 tifosi può contenere il civettuolo impianto “Bindi” (un dirigente scomparso negli anni Novanta) di Pietracuta, nel Montefeltro, frazione di San Leo che conta 1.400 abitanti. Stesso numero di spettatori per il campo sportivo “Angelo Duo” di Mesola, per l’impianto di Sant’Agostino intitolato da pochi anni al compianto Renato Caselli e per il “Cesare Arboscelli” di Solarolo nel Ravennate, paese natale di Laura Pausini. Infine a Fratta Terme, squadra neopromossa in Eccellenza così come Mesola e Comacchiese, lo stadio “Vasco Spazzoli” dove giocano i biancoverdi può contenere un centinaio di spettatori.

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