«Lottare con grande umiltà». Così Scurto consiglia l’Ars et Labor
Allenò la Primavera spallina e fu a Palermo con Di Benedetto
Ferrara A fare il tifo per l’Ars et Labor e per il suo nuovo allenatore, c’è anche
Mister, ben trovato. Qual è la sensazione nel sapere che nella nuova Spal c’è anche un po’ di Sicilia?
«Per me è sicuramente è un grande motivo d’orgoglio. Ma la cosa più importante è che nella fattispecie si tratta di professionisti validi che possono riportare una società gloriosa come la Spal nelle categorie che le competono».
Cosa ci può dire del suo collega, Stefano Di Benedetto?
«Non abbiamo mai lavorato assieme, ma lo conosco abbastanza bene perché abbiamo fatto parte nello stesso periodo del settore giovanile del Palermo. Posso dire che si tratta di una persona che mette grande passione e grande professionalità verso tutto quello che riguarda il suo lavoro. Lo affronta con competenza e meticolosità ogni giorno».
Entrambi amate il 4-3-3 e l’idea di un calcio offensivo.
«Sì, ma credo che al di là del sistema tattico il mister studierà prima di tutto le caratteristiche dei calciatori per capire come sfruttarne al meglio le qualità».
Alla Spal ora Mirco Antenucci fa il diesse.
«Non ci siamo mai conosciuti di persona ma anche io, come tutti gli appassionati di calcio, ho potuto ammirare quello che ha fatto nella sua carriera da calciatore. Sono sicuro che, per la sua esperienza e per la conoscenza dell’ambiente, potrà essere un valore aggiunto per la società e per la squadra. Il club ora riparte dopo un fallimento. Mi è dispiaciuto veramente tanto perché sono molto legato alla Spal e a Ferrara, dove mi sono trovato benissimo. La Spal merita tutte le categorie più importanti».
Le piace il nome Ars et Labor?
«Sì, assolutamente. Ma so anche che per tutti la squadra di calcio di Ferrara sarà sempre e comunque la Spal».
Quanto sarà dura la ripartenza dall’Eccellenza, nonostante un budget superiore alle concorrenti?
«È chiaro che sin da subito bisogna calarsi totalmente nella nuova realtà. Va capito il tipo di campionato, senza dare nulla per scontato e lottando con grande umiltà a ogni partita. Poi, sì, sicuramente le maggiori risorse economiche potranno dare un grande aiuto in termini di qualità dei calciatori».
Apriamo il libro dei suoi ricordi biancazzurri: quali le pagine più belle?
«Quella alla Spal è stata una delle esperienze più belle della mia vita, sia dal punto di vista umano che da quello professionale, oltretutto vissuta assieme alla mia famiglia. La più piccola delle mie due figlie è nata a Ferrara per cui posso dire che è una città che ho nel cuore. Poi abbiamo fatto un campionato straordinario al primo anno di Primavera 1 sfiorando, da neopromossa, i playoff e valorizzando tanti ragazzi che ora giocano tra serie A e B. Devo sicuramente ringraziare il responsabile del settore giovanile dell’epoca, Ruggero Ludergnani, per avermi fatto vivere un’esperienza di questo tipo. Sono felice per lui che anche a Torino (Scurto ha poi avuto un’esperienza giovanile anche in casa granata; ndr) sta dimostrando di essere uno dei migliori in Italia nel suo ruolo. Quell’anno a Ferrara la mia Primavera aveva forse espresso il calcio più bello del campionato grazie alle qualità tecniche dei ragazzi. Giocare tante partite contro i big club della serie A al “Mazza” è stato meraviglioso».
Segue ancora qualcuno dei suoi ex calciatori spallini?
«Tutti, con grande piacere e faccio sempre il tifo per loro. Ellertsson, Moro, Seck, Peda, Savona, Attys, Fiori stanno facendo un grande percorso, ma ce ne sono tanti altri che stanno facendo bene e potrebbero crescere ancora».
La sua carriera da allenatore fatta fin qui, la soddisfa?
«Sono molto felice di quello che ho fatto fino ad ora. Palermo, Trapani, Spal, Roma, Torino, Lecce sono state esperienze straordinarie che mi hanno fatto crescere. Abbiamo sempre raggiunto ottimi risultati, valorizzando tanti ragazzi. Sono l’unico in Italia ad aver allenato quattro squadre diverse nel campionato Primavera 1 e anche questo è motivo di soddisfazione. Devo dire che dopo tanti anni di giovanile, ed esperienza accumulata, ora mi piacerebbe misurarmi con una prima squadra. Vedremo se salterà fuori un’opportunità per fare qualcosa di diverso».
Sogna un giorno di tornare a Ferrara?
«Sì, assolutamente. Ma in questo momento c’è un bravo allenatore come mister Di Benedetto, che stimo molto e a cui auguro di fare tanti anni alla Spal perché lo merita».
Ci racconta, per concludere, qualcosa sul progetto giovanile ad Alcamo?
«Posso dire di aver realizzato un altro sogno. Un’Academy nella mia città di origine è quello che desideravo da tanto tempo. Assieme al mio socio Cristian Ciaramella abbiamo tanto entusiasmo e tanta voglia di far crescere questo progetto per fare in modo che tanti ragazzi possano avvicinarsi ai valori dello sport e coltivare la loro passione. Cercheremo di dare loro tutte le opportunità possibili. Concludo con un sincero saluto a tutti i tifosi della Spal e a tutti i ragazzi dell’Alcamo Academy».
© RIPRODUZIONE RISERVATA