«Riportiamo Ferrara dove conta». Ars et Labor, ecco i condottieri
Passaggio di consegne tra il ds Antenucci e il nuovo capitano biancazzurro (ex Spal) Iglio. Dall’Ara, Senigagliesi, Carbonaro, Mazzali, Giacomel, Cozzari, Ricci, Mazza e Di Bartolo si presentano
Ferrara Giuseppe Iglio sarà il prossimo capitano della Spal. La conferma è arrivata proprio da colui che ha indossato con orgoglio, fierezza e rispetto la fascia di capitano biancazzurra e che oggi ricopre il ruolo di direttore sportivo della nuova Ars et Labor.
Il capitano
Mirco Antenucci “consegna” i gradi all’unico reduce dell’ultimo spogliatoio, che a riguardo la pensa così: «So come ci si comporta in questo ruolo perché Mirco in questi anni l’ha dimostrato ogni giorno a tutti noi. Spero di aver fatto miei gli insegnamenti e spero di farne tesoro in quest’esperienza. Posso dire che la nuova Spal darà tutto ogni domenica, nessuna categoria è facile, ma vogliamo vincere questo campionato». Il terzino destro prosegue: «Conosco il valore della piazza e della società, da parte mia c’è tanta voglia di riportare Ferrara dove conta. Sono molto felice di essere ancora qui, voglio dare il massimo per gioire assieme alla gente e per far vedere quel giocatore che non si è visto negli ultimi due anni. Per questo – prosegue Iglio – ringrazio il direttore Antenucci per la fiducia. La mia estate? Dopo un po’ di riposo ho ricominciato a indossare gli scarpini con più determinazione di prima e ho cercato di mettermi già in una condizione buona per farmi trovare pronto alla ripresa. L’impatto iniziale è stato positivo, la nuova società ci mette tutto a disposizione e stiamo facendo una preparazione non da dilettanti».
La colonna
Antenucci ha anche annunciato chi ricoprirà il ruolo di vice capitano, vale a dire quell’Andrea Dall’Ara – nativo di Adria – che già al Chievo di Pellissier aveva avuto a che fare con i più alti gradi di uno spogliatoio: «Fa molto piacere – spiega il 1994 –, è una cosa che sicuramente gratifica. Ma come dico sempre, in una squadra servono almeno 6-7 leader con caratteristiche morali e qualitative per dare quel qualcosa in più. E qui, lo status l’hanno in molti. Stiamo lavorando da un paio di settimane e devo dire che siamo a buon punto. Si sta creando un bel gruppo, vedo i giusti presupposti per partire bene con l’obiettivo di finire alla grande». Il difensore centrale chiude: «Ferrara è una piazza storica, c’è la voglia di risalire il prima possibile. Io gioco al centro della difesa, poi è chiaro che sulle palle inattive a nostro favore proverò a incidere. In queste categorie molto spesso le partite si decidono in questo modo e questa potrà essere una nostra arma».
Un vecchio incrocio
Un altro pezzo pregiato che mister Di Benedetto potrà muovere nel suo scacchiere è Luca Senigagliesi. Esterno offensivo classe 1998, ex Recanatese, e quindi avversario della Spal due stagioni fa in serie C: «Ricordo bene gli incroci di quell’annata, anche se praticamente non ho avuto la possibilità di giocare. Ma ho ancora vive le immagini del direttore Antenucci in campo da avversario (sorride; ndr). Al di là di questo, sono molto felice di essere qui, giocare per la Spal è un piacere e al tempo stesso un grande onore. Non vedo l’ora di scendere in campo per fare il mio. Mi ritengo un operaio a disposizione del gruppo, sempre voglioso di fare le due fasi. Gli obiettivi personali? Prima vengono quelli collettivi. Vogliamo vincere il campionato e far rinascere al meglio questa società».
Il ferrarese del gruppo
L’impronta “local” dell’Ars et Labor la garantisce Mattia Cozzari da Portomaggiore. «Essendo cresciuto in questa città ho tanta voglia di regalare una gioia ai tifosi. Conosco molto bene l’attaccamento che ha la gente verso questi colori, dunque percepisco un enorme senso di responsabilità. La Spal va riportata dove merita di stare al più presto». Il centrocampista (classe 1999) prosegue: «Vogliamo fare una grande annata e devo dire che sin dal primo giorno stiamo lavorando in maniera dura per farci trovare pronti al primo impegno ufficiale. È normale che contro di noi tutte le altre squadre vorranno dare l’anima: dobbiamo essere consapevoli di questo sin da ora e farci trovare pronti a livello agonistico per poter prevalere. Sono sicuro che tutto andrà bene». Il suo è senz’altro uno dei profili maggiormente intriganti per duttilità nel centrocampo: mezzala fisica, ma con propensione offensiva e piede buono. Cozzari sogna di vincere con la Spal e nel mentre continua a studiare colui che a oggi è il suo modello di calciatore: lo scozzese Scott Mc Tominay del Napoli.
Il jolly
Ma lì nel mezzo ecco spiccare un altro profilo di estremo valore, oltre che di esperienza in categorie superiori e in campionati davvero difficili da affrontare. Manuel Ricci (nato nel 1990) può agire come regista, ma va visto come jolly spendibile in tutto il reparto nevralgico: «Mi sento lusingato di far parte di questa rinascita – dice –, il blasone e la storia di questa società sono importantissimi. Sin da subito la mia volontà di iniziare questo progetto è stata altissima. Sarà un percorso a lungo termine e roseo. La prima volta al “G.B. Fabbri”? È stata un’emozione. Ho giocato in tanti posti, quasi sempre tra i professionisti, ma difficilmente si trova un centro sportivo così valido dove si può davvero solo pensare al calcio e a fare il proprio mestiere senza occuparsi d’altro. E, ripeto, entrare a far parte di un club così importante mi rende orgoglioso». E ancora Ricci: «Devo dire che alla Spal sono arrivati uomini, ancor prima di calciatori in termini tecnici. Per questo si è creato un grandissimo gruppo, una famiglia. Quando si rinasce, questi aspetti sono fondamentali. Abbiamo l’obiettivo di non sbagliare mai un solo atteggiamento. Indossiamo una maglia importante. Tutto, poi, sarà una conseguenza».
Il custode
Le mani dell’Ars et Labor, infine, sono quelle di Alessandro Giacomel. Un altro che, oltre a essere una garanzia tra i pali, ha le idee piuttosto chiare: «Sentiamo la responsabilità – dice il portiere del 1998 –, Ferrara merita altre categorie e vogliamo subito risalire. Tali responsabilità fanno piacere, vanno viste in modo positivo e sono un sprono a fare sempre il massimo. Difendere la porta sotto la Ovest? Ho già giocato in grandi stadi e sapere di giocare sotto una curva che fa il tifo per te è davvero tanta roba. Il mio idolo tra i pali? Neuer. Ha reinventato il ruolo, adeguandolo al calcio moderno. Giocare coi i piedi è una prerogativa dei giorni nostri ed è una cosa che mi piace molto».
Il bomber di razza
La carta d’identità di Paolo Carbonaro (1989) è garantita da Mirco Antenucci, uno che sa decisamente come si gioca anche a età avanzata: «Paolo – dice il ds – si allena come un ragazzino, è sempre davanti al gruppo e questa cosa è un vantaggio perché i 20enni che lo guardano sono obbligati a spingere forte». «Confermo di essere uno dei più esperti – dice Carbonaro – ma sono convinto che in uno spogliatoio servano tanti elementi con leadership per far dichiarare tale una squadra. Ognuno, col proprio carattere, con la propria personalità e con le proprie doti dovrà portare acqua al mulino della Spal. Io voglio essere all’altezza di giocare per questa maglia e in questa piazza. Credetemi, non è una cosa scontata ma cercherò di dare tutto me stesso. Il mio ruolo? Sono una punta, ma gioco anche come esterno o come elemento di raccordo. Diciamo che piaccio agli allenatori perché sono uno che lavora per la squadra e che più che finalizzare cerco di fare gioco negli ultimi metri».
Il motorino
Sono esattamente 13 gli anni di differenza con Simone Mazzali (2002), che nell’Ars et Labor ricoprirà il ruolo di terzino sinistro ispirandosi al coetaneo portoghese Nuno Mendes del Psg campione d’Europa: «Sono in una piazza d’altra categoria, la conosco perché sono venuto diverse volte allo stadio. Ferrara va riportata dove merita. È una bella sfida e penso che qui ci si potranno togliere delle soddisfazioni. Stiamo lavorando duramente e sono fiducioso. Gli avversari? Tutti coloro che verranno a giocare al “Mazza” o che ci aspetteranno sui loro campi sportivi avranno grossa fame perché certe sfide non capitano tutti gli anni. Per questo servirà tutta la nostra cattiveria, lasciando da parte ogni superficialità».
Il “direttore”
Abbondanza, qualità e quantità sintetizzano la forza del centrocampo spallino. A oggi il miglior reparto della squadra, senza ombra di dubbio. Il ds Antenucci, approfondisce la specifica: «Ho scelto di avere sei giocatori tutti di livello importante perché sappiamo quanto il centrocampo sia l’anima più importante della squadra per le due fasi di gioco». Tra gli interpreti, ecco Leonardo Mazza. Il regista – pressoché puro –, classe 2000, che ha stappato la prima sgambata stagionale contro il Masi Torello Voghiera con un bolide mancino dalla distanza: «Quando vado in campo – dice – cerco sempre di fare il massimo, poi se segno è tanto meglio (sorride; ndr). Personalmente mi sento a disposizione, mi alleno forte e voglio farmi trovare pronto quando me ne sarà data l’occasione. Il mister? Ci sta trasmettendo i suoi concetti e i principi di gioco, noi proviamo a metterli in pratica nel miglior modo possibile». E ancora Mazza: « Vogliamo fare un bel calcio seguendo le nozioni che ci vengono date ogni giorno. Si sta anche creando un bel gruppo e questa è un’altra cosa importante. La fitta concorrenza nel reparto? Quando è sana, come lo è qui, è senz’altro un plus. Non ho dubbi. Aiuta a spingere più forte, a superare i propri limiti e serve a migliorarsi».
Un posto da conquistare
Marzio Di Bartolo è uno a cui piace più correre che parlare. Ma la giovane mezzala (2003) ha le idee chiare: «Qui a Ferrara abbiamo tutto a disposizione per far bene. Dobbiamo impegnarci al massimo e così stiamo facendo nel lavoro quotidiano per riportare in alto la Spal. La competizione con i compagni è un bene. Col mister siamo impegnati a fare un gioco offensivo e propositivo».
Oggi seconda tranche di presentazioni con altri dieci giocatori che si presenteranno davanti ai microfoni della sala stampa in via Copparo
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