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Quattro modenesi e un’impresa: «Così abbiamo sfidato il Bosforo»

di Filippo Franchini
Quattro modenesi e un’impresa: «Così abbiamo sfidato il Bosforo»

Fabrizio, Giorgio, Marcello e Luigi hanno gareggiato a nuoto dall’Asia all’Europa

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MODENA. A nuoto dall’Asia all’Europa. Un’epica traversata fra continenti, contando solo sulle proprie gambe e braccia. Il fascino di un’impresa che abbraccia storia, cultura ed avventurose gesta che si perdono fra gli sfarzi di Costantinopoli e le scorribande ottomane. Perché solcare i flutti attraverso il Bosforo, là dove il Mar Nero strizza l’occhio al Mar di Marmara, non è affare solo di navi e mercantili. No. C’è spazio anche e soprattutto per la coraggiosa immaginazione di chi ha deciso di assaporare sulla propria pelle ogni onda, ogni corrente ed ogni profondissima emozione di quel canale in cui Istanbul, da millenni, si specchia fra Europa ed Asia.

Nasce su questo epico palcoscenico la spedizione in terra turca di quattro avventurieri modenesi, Marcello Rosi, Fabrizio Mengoli, Giorgio Mameli e Luigi Venturelli, protagonisti della incredibile Bosphorus Cross-Continental Swimming Race, la traversata a nuoto dello stretto del Bosforo, andata in scena domenica 24 agosto scorso. Circa 6,5 chilometri con partenza a Kanlica, dal ponte Fatih Sultan Mehmet, nella parte asiatica di Istanbul ed arrivo presso il Cemil Topuzlu Park a Kuruçesme, nella parte nord del Bosphorus Bridge, sulla sponda europea della città.

Sono stati qualcosa come 2.666 i nuotatori classificati ufficialmente quest’anno, 811 dei quali donne, provenienti da 81 Paesi di tutto il mondo, in quella che è stata l’edizione numero 37 della manifestazione sportiva organizzata dal Comitato Olimpico Turco.

Per la cronaca, il più veloce è stato il padrone di casa Dogukan Ulaç (56’49”), seguito ad appena un secondo di distanza dal connazionale Gökhan Yigitoglu. Di altissimo livello le prestazioni dei quattro modenesi al traguardo: Marcello Rosi ha concluso la sua traversata in 1h14’16” (184° assoluto, 15° cat. 35-39), Luigi Venturelli lo ha seguito in 1h17’46” (285°, 29° cat. 50-54), Giorgio Mameli ha impiegato 1h25’21” (689°, 53° cat. 55-59) e Fabrizio Mengoli ha esultato in 1h26’15” (759°, 43° cat. 60-64).

Rosi: Esperienza indimenticabile» 

«È stata prima di tutto un’esperienza di vita indimenticabile – le parole a caldo di Marcello Rosi, portacolori Modena Triathlon e La Bottega Casinalbo ciclismo – L’aspetto agonistico passa assolutamente in secondo piano, di fronte all’adrenalina dell’evento ed alla moltitudine di nuotatori da tutto il mondo. Gente comune animata dal puro piacere di confrontarsi con una avventura del tutto personale. È stata un’esperienza faticosa, ma estremamente appagante. Non avevo mai nuotato prima una distanza così lunga, circa 6,5 chilometri: il segreto sta tutto nel riuscire a seguire la fortissima corrente favorevole, che consente di tenere ritmi elevatissimi. L’importante è saper uscire dal flusso in vista del traguardo, virando al momento giusto verso riva: se si perde l’attimo e si oltrepassa la linea d’arrivo, nuotare controcorrente per raggiungere la finish line diventa pressoché infattibile». Questione di corrente, gara estremamente tecnica. Spiega l’organizzazione come la corrente naturale spinga infatti con forza dal Mar Nero al Mar di Marmara in superficie, dove la salinità è meno elevata e l’acqua più dolce, relegando sul fondo la corrente di senso contrario, più densa e salata. Un complesso gioco di forze contrapposte che, al contrario, crea vortici e corrente addirittura avversa nei pressi della riva. Per questo occorre saper trovare la rotta maestra e farsi trascinare, restando al centro dello stretto, per uscirne al momento giusto, verso destra, nei pressi dell’isola artificiale di Galatasaray Island, vicino a cui è allestito l’arrivo.

Mengoli: «Avventura pura»

«Una gran bella emozione, esperienza tosta, ma dal fascino unico – assicura Fabrizio Mengoli, anche lui per i colori di Modena Triathlon – È avventura pura, fin da quando le barche dell’organizzazione ci hanno trasportato dalla costa europea fino alla piattaforma galleggiante della partenza, a 6,5 chilometri di distanza, ancorata alla riva asiatica. L’adrenalina di tuffarsi e sentire subito la forza della corrente che ti trascina, se riesci a calcolare bene la traiettoria e ti posizioni al centro del canale. Ma anche la sensazione straniante di sentirsi nel mezzo del Bosforo, a poter contare solo su te stesso, con ciascuna riva distante 1,5 chilometri e un fondale profondo fino anche a 100 metri sotto di te. Non resta che nuotare, poi si trova il ritmo e pian piano ci si rilassa godendosi al massimo ogni bracciata. L’arrivo è la cosa più difficile, staccandosi dal flusso: ci sono riuscito in extremis, arrivando al volo sulla piattaforma».

Mameli: «Un’emozione unica»

Un’impresa che parte da lontano per i tre compagni di nuotate in pausa pranzo presso le piscine Pergolesi. Nell’estate scorsa, quando, in tempi diversi, avevano fatto le prove generali coprendo a nuoto lo stretto di Messina. Da allora, un anno di allenamento intensivo ed il lungo iter di iscrizione a sorteggio per partecipare all’ambito evento turco, tramite il gruppo Swimming Travel, che ha accompagnato una sessantina di atleti italiani in Turchia quest’anno. «Sono entusiasta – l’adrenalina di Giorgio Mameli – È un’esperienza che avvicina a mondi lontani e che unisce gente da tutto il globo con la stessa passione. Mi ha colpito molto una atleta californiana di 80 anni, emblema di un’avventura senza limite d’età. Vengo dal nuoto pinnato e nuoto da quasi quarant’anni, ma non avevo mai provato un’emozione così forte: la corrente, l’emozione, i banchi di meduse bianche fortunatamente non urticanti e perfino qualche fastidio gastrointestinale nei giorni a seguire. Ne è valsa assolutamente la pena».

Venturelli: «Il mio regalo speciale»

A chiudere il poker modenese, ci ha pensato Luigi Venturelli, che ha conosciuto il resto della truppa gialloblù proprio ad Istanbul. «Un evento sensazionale: è stato il regalo speciale per festeggiare il mio cinquantesimo compleanno, unendo l’impresa ad una bella vacanza con mia moglie – racconta con queste parole il nuotatore vignolese di nascita e castelfranchese di adozione – Mi sono appassionato al nuoto in acque libere da una decina d’anni, anche se prediligo le traversate nei laghi. E’ stato difficile abituarsi alla corrente e trovare la giusta rotta, specie con quasi tremila atleti in acqua. Inoltre le regole vietano l’utilizzo della muta e di qualsiasi orologio sportivo o GPS, solo costume e chip con cavigliera per omologare il tempo: davvero un’emozione fortissima». l

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